Se pensiate sia un suono spigoloso allora c’è da arrendersi alla saggezza di chi con il rock sotto mano è capace anche di pensare al pop, al romantico modo di stare al mondo, alla distopia del cemento… c’è tutto ma senza presunzione e “violenza”. Torna in scena lo storico rock degli Zero.55 con questo EP stampato anche in CD dalla RadiciMusic di Arezzo dal titolo “L’Aria che tira”. Partiamo sempre dalla bellezza… da li, guardandoci in giro, poi si capisce che succede…

Noi parliamo sempre di bellezza. Non solo come forma estetica… ma come mezzo per comunicare un messaggio. Per voi, la bellezza, che significato ha?
La bellezza crediamo che sia un concetto particolarmente soggettivo, che può manifestarsi in qualsiasi situazione, ma che, appunto, non necessariamente è uniforme per tutti. Per noi “bellezza” è un suono particolarmente strano, un accordo particolare, un ritmo magari storto, una frase che ci rappresenta, un’immagine che ci provoca qualcosa, o magari il sorriso di un bambino,
ancora di più in un tempo in cui a troppi bambini viene negata la possibilità di sorridere…

Come cercarla e dove trovarla?
La bellezza dobbiamo cercarla e trovarla principalmente dentro di noi, ma siamo circondati dalla bellezza. Basta volerla vedere.

In qualche modo la bellezza è un punto chiave per la forma della vostra musica?
Bella domanda! Onestamente non ce lo siamo mai chiesti. Siamo musicisti molto viscerali, istintivi, anche se poi ci ragioniamo sopra. Probabilmente è a quel punto che inizia la ricerca di una forma di “bellezza”, almeno la nostra!

“L’aria che tira” non sembra un manifesto di contestazione quanto più un moto di consapevolezza… vero?
È una contestazione consapevole. Basta guardarsi intorno per vedere quante cose non vanno come dovrebbero andare, e noi, oltre che a livello personale (per quel poco che ognuno di noi può fare) puntiamo il dito su quello che non va, avendo la consapevolezza di quanto sia effimera la nostra presenza sul pianeta…

Un EP sembra un “proviamo a vedere che succede”. Anche le canzoni sembrano restare ferme in bilico… ci avete provato o ci siete riusciti?
No, nessuna prova… Dopo la scomparsa di Marzio abbiamo sentito l’urgenza di mettere nero su bianco la nostra musica. Magari è stato un modo di metabolizzare il lutto, chissà. Onestamente ci sembra che il lavoro sia riuscito molto bene, restituendo esattamente lo spirito che avevamo al momento che lo abbiamo composto e registrato, tra l’altro in un lasso di tempo piuttosto breve.

Arriva l’estate: un tour o un disco?
Eh…. La situazione dei live in Italia per band come la nostra (e di tantissime altre) è piuttosto demoralizzante. Non è semplice trovare locali che abbiano una programmazione che non sia incentrata su tribute e cover bands. Come si dice a Firenze “tirano a fare ciccia”, pensano solo all’incasso, ignorando quasi totalmente bands che propongono musica originale. Noi comunque, così per dire, siamo nuovamente in studio…
A buon intenditore…


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