Nel 2002 vede la luce un horror statunitense diretto da Robert Harmon, regista del cult del 1986 The Hitcher – La Lunga Strada della Paura. They – Incubi dal mondo delle Ombre, è il suo quinto lungometraggio, dove il tema dell’essere costantemente seguiti e traumatizzati rimane centrale, esattamente come in Hitcher. Solo che qui non si tratta più di un autostoppista, il nemico viene da un altro mondo, dal mondo delle ombre, appunto, ed ha sembianze più simili a quelle dei mostri di Alien che agli esseri umani. A metà tra una ghost story ed un vero e proprio monster movie, They saprà coinvolgere lo spettatore fino al finale, sebbene la trama non sia certamente delle più innovative e originali.

Il film si apre con un bimbo terrorizzato dal buio, che chiede alla mamma, durante un temporale, di poter dormire con lei, altrimenti Loro verranno a prenderlo. La donna gli dice di farsi coraggio e che un bimbo di sei anni deve essere coraggioso e dormire da solo, ma poco dopo il piccolo verrà trascinato urlante sotto il letto da una creatura mostruosa che sembra essere uscita dal suo armadio. Diciannove anni dopo incontriamo la bella Julia, innamorata di Paul, alla quale tutto sembra andare per il meglio, finché non riceverà una telefonata dall’amico d’infanzia Billy, che pare aver bisogno di lei. La giovane si reca quindi nella caffetteria dove egli le ha dato appuntamento, e lì assisterà alle farneticazioni dell’uomo che parla di esseri che escono dal buio per portarsi via le persone. Durante la fanciullezza sia Billy che Julia hanno sofferto di terrori notturni a seguito di un grande trauma, ma adesso ella pare averli sorpassati, e sta per laurearsi in psicologia con una tesi proprio sull’argomento, l’amico invece è a pezzi, terrorizzato dal buio e da ciò che, secondo lui, vi si annida. Dopo quella sera anche Julia comincerà a non fare più sonni tranquilli, e conoscerà altri due giovani, Sam e Terry, che le spiegheranno come, ahimè, di terrori notturni si può continuare a soffrire anche da grandi. Ma può, un incubo generato dalla mente, essere investito su una strada in piena notte? Ed allora, chi sono Loro, gli esseri che cominciano ad invadere sempre più prepotentemente le vite dei tre giovani?

Film successivi e di grande successo come Boogeyman di Stephen Kay (2005) e Ligths Out di David F. Sandberg (2016) sono certamente debitori di questo They, da cui hanno attinto non poche idee, da quella dei terrori notturni che non sono poi così immaginari a quella dei mostri che escono solo con le tenebre ma si ritirano alla prima forma di luce, qualsiasi essa sia. Harmon dimostra ancora una volta di essere un buon regista di suspense e di sapere il fatto suo, gioca con la paura in maniera egregia, e porta a casa un bel risultato, riuscendo ad insinuare nello spettatore quell’ansia che lo spinge ad accendere tutte le luci prima di andare a letto. Non è un caso, quindi, che un grande nome dell’Horror internazionale come Wes Craven si sia prestato a presentare questa pellicola, che sicuramente avrà incontrato i suoi gusti in fatto di paure inspiegabili, in quanto, in più punti, richiama alla mente il suo capolavoro del 1984, Nightmare – Dal Profondo della Notte, che, come They, affonda le radici nei sonni e nei sogni di un gruppo di giovanissimi.

Il tema dei terrori notturni, che arriverà ad essere trattato quasi in forma documentaristica nel 2015 in The Nightmare di Rodney Ascher, viene maneggiato da Harmon con grande serietà, senza alcun tipo di ironia, tanto da creare fin da subito un clima teso ed oscuro, in cui anche gli attori si muovono molto bene, rendendo credibile una storia che di credibile ha ben poco. Non si grida al capolavoro, per carità, ma tra tanti film che fanno leva sull’abusato tema della paura del buio, questo può essere considerato sicuramente uno dei migliori, per lo meno per quel che riguarda gli anni post 2000. La regia non ha nulla di eccelso, ma non la si può definire nemmeno sciatta, Harmon è attento e preciso, ed anche la fotografia introduce bene all’atmosfera tensiva che si vuole creare. Ho apprezzato, come sempre, l’idea di mostrare le creature solo parzialmente, il che le rende maggiormente inquietanti e senza dubbio più spaventose di un mostro buttato lì a casaccio, che se non è realizzato bene rasenta spesso il ridicolo, il grottesco, ed il comico involontario. Ecco, con le creature di They, realizzate da Patrick Tatopoulos, questi problemi, per fortuna, non ci sono. I mostri sono perfetti, spaventosi, inspiegabili come devono essere, creature della notte, nate dalle tenebre, dai corpi snodabili, un po’ ragnoni, un po’ alieni, la loro natura non viene mai spiegata, sono subdoli, e non si capisce mai bene nemmeno perché vogliano portarsi via le persone senza ucciderle, a cosa servano loro, tutto deve rimanere nell’indeterminato, perché è proprio ciò che non si sa, l’abisso buio e senza fondo, che fa maggiormente paura. Il finale mantiene questa indeterminatezza, senza sconti per nessuno né barlumi di speranza. Però la pellicola ha anche un finale alternativo molto più bello e con implicazioni psicoanalitiche che ricorda quello di The Ward – Il Reparto, film diretto da John Carpenter solo nel 2010, che quindi, perché no, potrebbe aver preso spunto da questo. I giochi di luci ed ombre sono perfetti per riproporre sullo schermo i lunghi blackout della mente della protagonista, che passa da un ambiente popolato da mostri alla realtà, alla quale sembra fare sempre più fatica a riabituarsi.

Citando il grande Stephen King (Danse Macabre) “l’horror riapre momentaneamente in noi il terzo occhio del bambino, restituendoci alla paura del babau notturno, quell’irrazionale terrore che, una volta avuto il bacio della buonanotte e spenta la luce, ci fa credere che qualsiasi cosa possa saltare fuori dal buio per divorarci”. Chi vuole, quindi, godersi appieno i brividi generati da questo They, deve imparare ad usare, anche da adulto fatto e finito, lo strumento della sospensione dell’incredulità, che in un film del genere ci aiuta a lasciarci andare e credere in cose che normalmente riterremmo impossibili, entrando così nel mood giusto della paura. Altrimenti, la visione di un film del genere, senza questo espediente, sarà tempo perso e fatica sprecata. Certo, i personaggi sono piuttosto stereotipati e superficiali, a partire dalla protagonista e dagli altri ragazzi che soffrono di terrori notturni, e non si capisce come mai non si attivino con decisione per contrastare la minaccia che incombe su di loro. Sono deboli, passivi, sembrano farsi trasportare dagli eventi, ma quando c’è in ballo la tua stessa vita, chi mai farebbe così? Sanno che devono stare insieme, che l’unione fa la forza, eppure si dividono, sanno che il buio per loro è come la morte, e fanno un sacco di cose di notte da soli … vabbè, siamo comunque nel campo del teen horror, e la stupidità dei protagonisti è quasi regola, altrimenti, come si suol dire, non si potrebbe fare il film!

Il cast è quasi tutto giovane, e non brillano grandi stelle, ma nessuno è comunque così penoso da stonare con gli altri. La protagonista è la canadese Laura Regan, che aveva esordito al cinema nel 2000 in Unbreakable di M. Night Shyamalan, prendendo poi parte al bell’esperimento di Marc Evans My Little Eye (2002), horror che gioca sul fenomeno dei reality show, nello specifico de Il Grande Fratello. Nel 2007 la ritroveremo come vittima del perfido Billy in Dead Silence di James Wan. Nel ruolo del suo compagno troviamo lo statunitense Marc Blucas, conosciuto per esser stato il fidanzato di Buffy, Riley Finn, nell’omonima serie. Billy è interpretao dal newyorkese Jon Abrahams (Scary Movie, Keenen Ivory Wayans, 2000), Sam da Ethan Embry (L’Albatross, Ridley Scott, 1996), e Terry dalla polacca Dagmara Domińczyk (Montecristo, Kevin Reynolds, 2002). Insomma, non nomi eccelsi o particolarmente noti, ma capaci di tenere bene la parte e di non danneggiare in alcun modo il film.

Girato in Canada nel 2001, They è ambientato per intero nella British Columbia.

https://www.imdb.com/title/tt0283632


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