E’ uscito da poco “Echoes of The Future”, il nuovo album dei Wanderlast. Un disco… spaziale! Incuriositi dal gruppo e dall’immaginario che hanno creato abbiamo deciso di scambiarci quattro chiacchiere.
Wanderlast intervista
Se doveste descrivere Echoes of the Future in tre parole, quali scegliereste e perché?
• Ritorno: perché rappresenta il nostro ritorno sulla scena musicale dopo quattro anni. Torniamo con l’intenzione di restare e di proseguire il nostro viaggio, sia nella produzione discografica sia negli eventi live. Durante questo periodo, abbiamo maturato un nuovo approccio al lavoro in sala prove e sviluppato una continuità con il concept che avevamo iniziato. Questo ci ha dato una grande carica per tutta la produzione futura.
• Consapevolezza: come dicevamo prima, la realizzazione di questo EP è stata un punto di svolta. Tante cose sono cambiate dall’ultimo disco, e oggi arriviamo con un’idea più chiara di ciò che siamo come band, del nostro suono e dei nostri progetti. Crediamo – e speriamo – che sia solo l’inizio di un lungo viaggio!
• Caleidoscopio: ci piace definire così il nostro ultimo lavoro discografico. Le cinque tracce sono molto diverse tra loro, pur non avendo cercato intenzionalmente questa varietà. Siamo soddisfatti di aver sperimentato suoni, ritmi e melodie molto differenti, e ci sentiamo rappresentati da ognuno di questi “pezzi colorati”. È come se tutto facesse parte di un unico grande quadro che si sta progressivamente definendo.
Come è nata l’idea dell’Astrobiblioteca e quanto questa narrativa riflette la vostra visione della musica?
L’idea dell’Astrobiblioteca è nata insieme al concept del viaggio temporale che stiamo percorrendo. Si tratta di uno dei tanti elementi pensati per arricchire la nostra produzione musicale con aspetti visivi e narrativi. Il nostro obiettivo è scrivere canzoni, storie e concerti che, pur essendo contenuti ed eventi autonomi tra loro, alla fine si connettono in un unico percorso. Per chi seguirà la nostra evoluzione, sarà possibile “collegare i punti”. L’Astrobiblioteca rappresenta il punto di partenza di questo viaggio!
Quale canzone vi ha richiesto più tempo o ha rappresentato la sfida maggiore in termini di arrangiamenti e produzione?
Probabilmente Hysteresis, il primo singolo. È stata una delle ultime canzoni scritte per il nuovo EP e ha un suono diverso dal nostro stile abituale: più rock, più grezzo, ma con un’energia unica. All’inizio non sembrava allineata al nostro stile Wanderlast. Ci abbiamo lavorato tantissimo, riscrivendo le strofe, scartando ritornelli e modificando il tempo. È stato necessario cambiare anche il nostro approccio per avvicinarci a qualcosa che non ci rappresentava del tutto. Alla fine, però, ci siamo lasciati trasportare e da quel processo è nata una nuova energia.
Quale delle cinque tracce sentite più vicina a chi siete oggi come band e come persone?
Inherit the Wind. È probabilmente il brano più impegnativo dell’EP, sia per la sua lunghezza che per il lavoro svolto sulle sonorità, sulle parti e sul testo. Crediamo sia il pezzo più maturo della nostra intera produzione, e di conseguenza quello che ci rispecchia maggiormente in questo momento. Parla di guerra, cambiamento climatico e si ispira alle parole, sempre attuali, di Piero Angela. Questi temi si intrecciano alle nostre strofe, dando vita a un brano profondo e sincero.
Guardando indietro al vostro primo EP, cosa vi rende più orgogliosi del percorso fatto finora?
Sicuramente l’impegno che abbiamo messo in questo secondo lavoro. Abbiamo rinnovato il nostro approccio alla scrittura, cambiato studio di registrazione e studiato nuovi metodi per promuovere i brani e i contenuti. Per raccontare questo processo, abbiamo anche creato una serie su YouTube chiamata Wanderlast TV. Siamo molto soddisfatti di ciò che abbiamo costruito e lo consideriamo il primo tassello di una lunga strada.
Dove immaginate i Wanderlast tra altri quattro anni?
Difficile dirlo: il nostro viaggio è appena iniziato e non sappiamo dove ci porterà. Se tutto andrà come previsto, tra quattro anni avremo un EP e un album in più nella nostra discografia, oltre a una maggiore esperienza live, che finora non abbiamo avuto modo di sviluppare a pieno. Siamo certi che il nostro concept evolverà ulteriormente e chi ci avrà seguito dall’inizio potrà unire tutti i punti per immergersi completamente nel mondo Wanderlast.
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