Dopo aver condiviso il palco con pesi massimi della scena italiana del calibro di Noyz Narcos, Tormento, Babaman, J Lord, i Bnkr44 e i Dope D.O.D., e aver dato prova della sua versatilità con il mixtape “Omonimo vol. 4” fondendo drill, punk, metal e boom bap, Violla torna sui digital store con “Yang” (Caronte Music Group/Altafonte Italia), il suo nuovo singolo che racconta la complessità delle relazioni e quel senso di vuoto che persiste anche quando si è consapevoli che lasciar andare sia l’unica scelta possibile.
Con una scrittura diretta ma mai superficiale, “Yang” è una canzone che racconta ciò che resta, muovendosi tra nostalgia, rimpianto e accettazione, tracciando il delicato equilibrio tra ciò che è stato e ciò che non sarà più. Violla mette a nudo i sentimenti in antitesi di chi si ritrova a riflettere su una storia finita, ma ancora nitidamente viva nei ricordi.
Il brano si apre con una riflessione disarmante: «Non la sento più, ma lei mi smuove il mood». Queste parole, semplici e incisive, descrivono la persistenza di un legame che continua a influenzare il protagonista, nonostante la distanza. Nel ritornello, Violla tocca il cuore del pezzo con una frase che racchiude al contempo il senso di appartenenza e perdita: «Io e te non siamo rimasti insieme, e sembravi tu il mio yang». L’immagine dello “yang”, che dà il titolo alla release, richiama l’idea di completamento, evocando la sensazione che la persona amata fosse la parte mancante di un tutto, un tutto che senza di lei si ritrova disgregato, incompleto, irrisolto.
«Ho scritto “Yang” per dare voce a quel momento in cui ti rendi conto che una relazione è finita, ma i ricordi rimangono vividi – racconta Violla -. Non è un brano sul rimpianto, ma sull’accettazione malinconica di ciò che non può più essere.»
In una società in cui il confronto con le emozioni è spesso mediato dai social e dalla superficialità di una comunicazione fugace, “Yang” fa centro con la sua sincerità. Il brano si inserisce nel dibattito attuale sull’importanza di accettare la fragilità e di trovare nella musica uno strumento per elaborare il passato.
In un passaggio particolarmente rappresentativo del testo, Violla canta: «Vorrei non sentire la nostalgia dei giorni in cui rimanevi da me, potrei far finta che era tutto un film, senza trama e spazio per i sottotitoli». Un’immagine chiara, di facile evocazione, che immortala il desiderio di semplificare i ricordi per renderli meno dolorosi, ma che al tempo stesso ne esalta e ne amplifica l’intensità.
Musicalmente, “Yang” si caratterizza per un arrangiamento essenziale, che lascia emergere la voce di Violla in tutte le sue sfumature. La produzione, curata nei minimi dettagli, accompagna il testo senza mai sovrastarlo, regalando al brano un’atmosfera intima e avvolgente.
Classe 1997, Violla si è fatto conoscere per la sua capacità di fondere generi rimanendo sempre autentico, riconoscibile e fedele alla sua identità artistica in ogni pubblicazione. Dal rap al lo-fi, dal metal al boom bap, ogni suo progetto porta con sé un’evoluzione evidente, figlia di un percorso di crescita professionale e personale. Dopo aver condiviso il palco con alcuni dei nomi più importanti della scena italiana, il cantautore e rapper romano continua a farsi strada per la sua scrittura viscerale e la capacità di accarezzare orecchie e cuore con una sensibilità e un’eleganza interpretativa di raro riscontro.
“Yang” ci invita a riflettere sul valore delle relazioni e sull’importanza di accettare ciò che ci ha segnato. Perché è solo guardando dentro noi stessi, accogliendo con delicatezza i segni del passato, che possiamo scoprire che, in fondo, sono proprio le cicatrici sul cuore a renderci completi.
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