In occasione dell’ultima edizione del “Vince Award”, onorificenza meritocratica diretta da Francesco Fiumarella, il regista, autore e scrittore Valerio Molinaro viene premiato fra gli artisti in carriera.
Romano, classe ’84, dopo uno stage presso gli studi RAI per il programma “Domenica In”, Molinaro dirige in teatro Allora si può, Sono pulp perché mi chiamo Bukowski, Gratta Gratta Bang Bang e un tratto musicale dal film d’animazione Nightmare Before Christmas, riscuotendo pareri più che favorevoli da parte del pubblico e della critica. Successivamente collabora in qualità di aiuto regista con Gino Landi in occasione della commedia Il letto ovale con Maurizio Micheli, Sandra Milo e Barbara D’Urso. Affianca poi Pino Quartullo nello spettacolo Occhio a quei due con Lillo e Greg. La scrittura resta sempre una delle sue più grandi passioni: in particolare il genere giallo e nel 2016 la Newton Compton pubblica A sei miglia da L’Avana e l’anno successivo, con la stessa casa editrice, va in stampa Gli Orchi non sempre sono verdi.
Nel 2022, il suo cortometraggio intitolato Il pescatore viene selezionato per i “David di Donatello”, purtroppo senza rientrare nella rosea dei vincitori. Tuttavia, nello stesso anno, la sceneggiatura di Effetto Pipistrello, che affronta il tema del “calcio non vedenti”, riceve un premio al festival cinematografico Roseto opera prima. Inoltre, l’autore presenta i suoi romanzi Il rosario di madreperla e Sangre y rum nella trasmissione Il caffè su Rai Uno, condotta da Pino Strabioli. Nel 2023, il cortometraggio Maledetta primavera, scritto per celebrare il primo anno del professionismo del calcio femminile, attira l’attenzione dei media e viene proiettato in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma.
INTERVISTA A VALERIO MOLINARO
Caro Valerio, benvenuto su “Mondospettacolo”. È davvero un piacere averLa tra i nostri ospiti e cogliamo l’occasione per farLe i nostri complimenti per il “Vince Award” alla carriera. Scrittore, sceneggiatore e autore: quando si accorge che la scrittura sarebbe diventata con il tempo, passione e conseguentemente un vero e proprio lavoro?
Cara Sara, grazie mille per l’invito. Colgo l’occasione per augurare a tutti un buon 2025. Fin da piccolo mi sono accorto di avere il bisogno di raccontare storie. Avevo la voglia e la necessità di dare libero sfogo alla mia fantasia, al mio lato creativo. C’è una frase di Carlos Ruiz Zafón che nel tempo è diventata il mio mantra: “Viviamo in un mondo di ombre e la fantasia è un bene raro.”
Sul Suo sito web ufficiale, nella home, si trovano i Suoi dati statistici. L’informazione che mi ha colpito sono i caffè consumati: 153.921. Aggiorna ogni giorno il contatore? Glielo chiedo perché sono anch’io un’amante del caffè. A parte gli scherzi, parliamo del Suo ultimo libro: “La bellezza dei giorni dispari”, in cui tratta dei demoni interiori. Siamo tutti destinati ad imparare a conviverci?
La bellezza dei giorni dispari è una raccolta di pensieri e poesie. Mettere nero su bianco, personalmente, mi ha aiutato molto in diversi momenti della mia vita. Non conosco quale sia il metodo migliore per il prossimo per esorcizzare i demoni interiori, ognuno ha il suo. Sicuramente scrivere è un ottimo rimedio, altrimenti si può provare ad affogarli nel caffè.
“Premio Vincenzo Crocitti International”: onorificenza ambita e prestigiosa che riconosce e gratifica una carriera ricca di collaborazioni tra cui Gino Landi e Pino Quartullo. Un ricordo bello dedicato al Suo lavoro? Se avesse lavorato con Crocitti che cosa avrebbe voluto/potuto fare con un attore così ironico ed intriso di talento?
Conservo con estremo piacere moltissimi ricordi del periodo in cui ho lavorato con Gino Landi e successivamente con Pino Quartullo, due veri artisti e maestri. C’è stata una bellissima chiacchierata sull’avanspettacolo fatta sul palco del Sistina con Gino e Sandra Milo durante le prove dello spettacolo “Il letto ovale”. Per Vincenzo Crocitti avrei sicuramente scritto un ruolo comico. Era talmente espressivo che mi sarebbe piaciuto cucirgli addosso un personaggio alla Benny Hill, o alla Mister Bean.
A chi dedica questa vittoria e una parola di ringraziamento per Francesco Fiumarella, autore e direttore del premio e a tutto il comitato organizzativo.
Dedico questa vittoria ai miei genitori, alla mia fidanzata Daria e a me stesso. Faccio i complimenti a Francesco Fiumarella, per il coraggio e la perseveranza, e un plauso, o ovviamente, a tutto il comitato organizzativo. Dovrebbero esserci più premi meritocratici, e meno atti a valorizzare il falso talento, che spesso viene confuso con l’apparire.
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