Christy Hall, la sceneggiatrice di It ends with us – Siamo noi a dire basta di Justin Louis Baldoni e ideatrice della serie televisiva I am not okay with this, debutta alla regia con Una notte a New York.

Di ritorno da un viaggio in Oklahoma durante il quale è andata a trovare la sorella, una ragazza interpretata da Dakota Johnson è in sosta all’aeroporto J.F.K. in attesa di un taxi.

Sale sulla vettura di Clark, portato in scena da Sean Penn, autista molto loquace che riesce ad instaurare un rapporto con la sua cliente basato sulla reciproca fiducia. I discorsi tra i due iniziano con battute e argomenti leggeri, ma un incidente automobilistico verificatosi sulla strada verso Manhattan, poi, li tiene bloccati nel traffico. Questo episodio si rivela l’occasione per dar loro il tempo di conoscersi meglio e fare in modo che gli argomenti della conversazione convergano sul personale. Un viaggio di un’ora e quaranta, a bordo di un taxi, in una notte nella Grande mela, che regala sensazioni avvolgenti. I dialoghi sono costruiti con grande maestria, i temi trattati sono adulti e mai banali, ad esaltarli ci sono poi le prove attoriali magnifiche di Penn e della Johnson.

La colonna sonora è costituita dalle meravigliose note di Dickon Hinchliffe e sembra quasi arrivare dallo spazio, fondendosi armoniosamente con il clamore della città, con i rumori più impercettibili, come quelli di una portiera che si apre e si richiude, insieme alle voci suadenti dei due protagonisti. I dialoghi accendono tematiche in cui potersi specchiare, e lo spettatore diventa passeggero, in un rapporto intimista creato da Clark, che ci guida attraverso un’esperienza sensoriale unica. La regia riesce a coniugare efficacia e raffinatezza, con una messinscena senza sbavature. Ogni inquadratura è al suo posto e il montaggio di Lisa Zeno Churgin non fatica ad essere impeccabile; si ha la sensazione di vivere una corsa in taxi a New York, conoscendo, più che le strade della città, un po’ più di noi stessi.

Una notte a New York è un film che si svolge tutto in una sola location, l’interno di un’automobile, con due personaggi e la notte che li circonda, tanto complice da far cadere le maschere, riuscendo nell’intento di coinvolgere lo spettatore in un flusso di coscienze in cui perdersi. Il desiderio, è quello che la corsa in taxi non finisca, la ragazza e il suo autista occasionale sono due universi che convergono verso l’infinito, e il film sancisce un incontro di reciproca comprensione tra il maschile e il femminile. Quando il taxi avrà terminato il suo viaggio, sarà come un’astronave che rientra sulla terra. Ci sembrerà di aver attraversato lo spazio, sia per il fascino ipnotico dei due protagonisti, sia per le sensazioni che si saranno spinte oltre la banale routine del quotidiano.


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