Riccardo Ancillotti è un cantautore italiano il cui sound unico è profondamente influenzato dalla sua passione per i Beatles e Lucio Battisti. La sua carriera musicale è stata segnata da incontri significativi e collaborazioni importanti che hanno contribuito alla sua crescita artistica.
L’incontro con Umberto Tozzi e il Festival di Sanremo
Nel 2002, Ancillotti ha avuto l’opportunità di conoscere Umberto Tozzi. Questo incontro è stato cruciale, portando a un forte rapporto di amicizia e stima reciproca. Grazie a questa collaborazione, nel 2005, Ancillotti è approdato al prestigioso Festival di Sanremo come autore del brano “Le Parole”, cantato da Tozzi sul palco dell’Ariston. La canzone ha avuto un impatto significativo, tanto da dare il titolo all’album di Tozzi, che è stato anche tradotto in spagnolo.
I Successi a SanremoWeb
Il 2009 è stato un altro anno importante per Riccardo Ancillotti. Si è classificato tra i finalisti del concorso SanremoWeb, guadagnandosi un posto sul palco dell’Ariston come ospite per tutte le cinque serate del Festival. Questa esperienza ha consolidato ulteriormente la sua presenza nella scena musicale italiana.
Collaborazioni con Saverio Grandi ed Emiliano Cecere
Nel 2012, Ancillotti ha incontrato due rinomati autori e produttori italiani, Saverio Grandi ed Emiliano Cecere. Insieme hanno iniziato una collaborazione che continua a contribuire alla crescita compositiva e creativa di Ancillotti. Il suo repertorio musicale è oggi ricco e in costante evoluzione, riflettendo la sua dedizione e passione per la musica.
In esclusiva per noi, il cantautore si racconta in un’intervista in cui svela i segreti e le ispirazioni dietro la creazione di “Katmandu”.
Cos’è per te la musica? Quanto conta la passione e lo studio per avviare una carriera musicale?
La Musica e’ Gioia e Dolore nella mia Vita , una compagna d’avventura sempre presente ma mai troppo accomodante o facile da accontentare.
Senza passione la Musica non la si puo’ coltivare , portare avanti un progetto di vita musicale richiede un tale sforzo, una tale dedizione ed un tale abbandono indiscriminato e gratuito alla causa che se non e’ sorretto da una Passione inconfutabile non lo si puo’ sostenere.
Studiare e’ necessario, faticoso , spesso noioso e poco creativo ma inevitabilmente necessario.
Da persona a volte un po’ pigra ringrazio mia madre che mi ha fatto studiare pianoforte classico fin da piccolissimo, anche se molto impegnativo , senza quell’approccio adesso sarei un musicista diverso, certamente piu’ fragile.
È uscito il tuo nuovo singolo. Quali sono i temi trattati e cosa ti ha spinto a scegliere questo titolo?
L’idea del testo di Katmandu nasce dalla voglia di provocare i giovanissimi di oggi cercando di esorcizzare in modo irriverente e giocoso la distanza generazionale trasformandola in occasione di riflessione per entrambi con la voglia di prendersi un po’ in giro , mettersi in gioco e alla fine riavvicinarsi un po’ .
Ero a cena fuori con amici, tornato a casa, per infastidire (sono dispettoso per natura) i figli ventenni della mia compagna che stavano guardando rilassati un film sul divano, mi sono piazzato davanti alla tv ballettando e canticchiando all’improvviso e senza motivo “Katmandu Katmandu” cosi’ come la conoscete ma a cappella ovviamente; una volta terminato il fastidioso teatrino sono andato a prepararmi per la notte e lavandomi i denti mi sono accorto che continuavo a canticchiare questa cosa strana, apparentemente nuova ed insolita, decido quindi di registrarne un clip telefonico al volo prima di addormentarmi, per sicurezza.
La mattina dopo mi sono alzato senza piu’ pensarci ma durante la tarda mattinata mi e’ tornato in mente e ho riascoltato il clip audio, ho sentito a quel punto che c’era qualcosa di piu’ in quel clip, un potenziale embrione da non sottovalutare, mi sono messo calmo a capire quale potesse essere il suo sviluppo ed ho iniziato a comporre testo e musica che venivano liberi e da soli, soltanto in un secondo momento ho preso lo strumento in mano per comprendere e trascrivere armonicamente le scelte compositive melodiche che avevo gia’ intrapreso liberamente a voce appunto senza strumenti.
Quanto c’è di autobiografico nelle tue canzoni?
Molto ma non tutto.
E’ vero che si scrive per raccontarsi , per esorcizzare qualche esperienza di vita dolorosa o per esaltare e condividere qualche esperienza meravigliosa ma non e’ sempre cosi’ .
Come una volta mi disse il caro Amico e Autore Saverio Grandi con il quale ho composto numerosi miei brani , non abbiamo sempre qualcosa da dire o forse non abbiamo sempre voglia di raccontarci e allora puo’capitare di raccontare gli altri.
Una dote importante di chi scrive in generale e’ quella di saper osservare e stare in ascolto di cio’ che succede intorno per poterlo trasformare , capitalizzare , raccontare : in conclusione, tradurre per gli altri.
In che modo i social possono essere utili per l’attività di un artista?
Purtroppo ( mi costa sacrificio dirlo perche’ non nasco come amante dei social ) i social oggi sono uno strumento fondamentale per la divulgazione della propria realta’ musicale , certamente vanno saputi utilizzare e questo e’ un aspetto piuttosto complicato ma credo che fare musica oggi prescindendo dai social non sia piu’ possibile.
Quali saranno i tuoi prossimi passi discografici?
Continuare nel mio progetto artistico producendo e pubblicando le mie prossime canzoni in uscita e continuare a suonare davanti alle persone e per le persone facendo conoscere al pubblico il mio repertorio musicale perche’ ne vale la pena, perche’ ne sono profondamente convinto e perche’ se lo conosci poi lo ami.
Ti va di ricordarci i tuoi contatti per trovarti in rete?
www.riccardoancillotti.it
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Potete iscrivervi al mio canale Youtube Riccardo Ancillotti Official dove trovate tutti i video delle mie canzoni.
Grazie di cuore
Riccardo
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