The Penitent: Luca Barbareschi porta al cinema l’opera teatrale di David Mamet

The Penitent diretto da Luca Barbareschi e presentato in anteprima a Venezia 80 esce dal 30 maggio distribuito da 01 cinema. L’opera presentata al Teatro Eliseo nel 2017 da Luca Barbareschi sul testo di David Mamet è stata adattata per il cinema da entrambi. Un’opera che in parte rappresenta molto delle idee politiche e artistiche dell’attore e regista, complice per il movimento femminista e #MeToo di produrre e recitare nei film di Roman Polanski, e in questo caso assume il ruolo di un martire che risulta fin troppo attuale dopo i recenti fatti di attualità come la guerra in Israele e altri numerosi eventi dirompenti come la dichiarazione di Papa Francesco fatta in un contesto privato sui gay.

L’opera cinematografica per dichiarazione di Barbareschi in realtà doveva avere John Malkovich come protagonista e poi a causa di problemi e incomprensioni l’operazione non è andata in porto e hanno convinto l’attore spinto dallo stesso Mamet a recitare in un (ottimo) inglese questo ruolo.

Il protagonista della storia di Mamet, che viene riportata molto fedelmente
nell’adattamento, è uno psichiatra ebreo che a seguito di una strage commessa da uno dei suoi pazienti, un giovane ragazzo omosessuale, si rifiuta di testimoniare al processo e viene dunque tacciato di omofobia da parte della stampa. Egli scoprirà nel corso della pellicola che la sua scelta risponde a precise norme religiose e morali che ha da poco fatte sue, sarà spinto a metterle in discussione ma se ne sentirà poi inevitabilmente vincolato.

La pellicola è molto teatrale anche se va dato atto della scelta dello sfondo di New York e le ottimi scenografie ci regalano un respiro più ampio, la religione ha un peso molto forte in questa storia, e la struttura del film dominate dal dialogo continuo dei personaggi ci regalano una intensa vicenda che sicuramente coinvolgerà lo spettatore. Lo psichiatra sarà processato da tutti, la sua colpa sovrasta incredibilmente quella del suo paziente omicida e non risiede nelle sue azioni ma nella sua identità.

Un soggetto a di poco autobiografico per Barbareschi, se possiamo muovere delle critiche forse sono quelle di una scelta recitativa da parte di tutti gli attori troppo teatrale, un difetto che forse Barbareschi inconsapevolmente sembra quasi aver voluto realizzare una ripresa dal vivo dello spettacolo del 2017. Tuttavia, in un panorama cinematografico a volte povero di storie, The Penitent risulta fin troppo attuale ed ha l’innegabile pregio di fare pensare al termine della proiezione, anche grazie ad un ottimo finale aperto, per coloro che non hanno mai visto lo spettacolo teatrale un’ottima occasione per recuperare in
attesa della futura riapertura dell’Eliseo annunciata da Barbareschi alla presentazione al termine di quest’anno.


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