James Watkins dirige Speak no evil – Non parlare con gli sconosciuti, remake americano dello Speak no evil firmato dal regista danese Christian Taldrup nel 2022.

Composta da Ben, Louise e la loro figlia Agnes, interpretati rispettivamente da Scott McNairy, Mackenzie Davis e Alix West Lefler, la famiglia Dalton è in vacanza in Italia. Nel Belpaese i tre fanno conoscenza con Paddy, portato in scena da James McAvoy, affiancato da sua moglie Ciara, cui presta il volto Aisling Franciosi, e dal figlioletto Ant, impersonato da Dan Hough. Quest’ultimo ha un problema nel comunicare e resta sempre taciturno.

Il periodo di villeggiatura per i Dalton è molto piacevole e la compagnia dei loro nuovi amici inglesi risulta essere il valore aggiunto allo spensierato periodo vacanziero. Tempo dopo, una volta tornati negli Stati Uniti, ricevono una lettera da parte di Paddy che li invita a passare un week-end insieme alla sua famiglia nella loro casa di campagna in Inghilterra. Dopo vari tentennamenti decidono di accettare, ma ben presto si accorgono che dietro al velo della famiglia perfetta si celano ben altre persone.

James Watkins torna quindi a dirigere un film a tinte fosche dopo l’horror The woman in black, del 2012, ma soprattutto dopo Eden Lake, di quattro anni prima: un film cupo, drammatico con venature thriller che deflagrava poi nell’orrore più estremo, anche dal punto di vista psicologico, tracciando tematiche sociali fino ad un un plot twist disturbante. Un vero pugno nello stomaco insomma. A distanza di tanti anni e altri lavori anche nell’ambito di serie televisive, Watkins si rimette dunque in gioco calcando di nuovo un terreno che a lui sembra congeniale e che, probabilmente, non poteva trovare migliore regista per questo remake.

Speak no evil – Non parlare con gli sconosciuti presenta differenze sostanziali con il film originale. La gestione della tensione nel lungometraggio danese è crescente e si toccano vertici di inquietudine da togliere il fiato, pur restando nell’ambito del terrore psicologico, prima del colpo di scena finale. Nella versione americana la suspense ha connotati meno gelidi, ma con un McAvoy che ruba la scena a tutti, calandosi nei panni di un vero mattatore.

Anche la svolta nel lungometraggio d’oltreoceano vira di più sulla violenza pura, carica di gore e azione al tempo stesso, risultando però meno inquietante dell’originale proprio per il lavoro in sottrazione di Christian Taldrup, che si riserva invece di concentrare l’orrore in un finale davvero terrificante. La tematica del film danese verte sull’educazione dell’alta borghesia, incapace di reagire poiché intrappolata in vanesia ipocrisia e convenzioni che ne ingabbiano la personalità portando all’eccesso il tutto.

Mentre la versione diretta da Watkins offre un plot twist in linea con lo spirito statunitense e sa comunque sorprendere. La fotografia e le ambientazioni immergono lo spettatore in una dimensione molto avvolgente, l’isolata casa di campagna inglese contribuisce a conferire quel coinvolgimento emotivo che viene amplificato dalla magistrale prova attoriale di James McAvoy.

Un McAvoy qui carismatico e inquietante, che conferma la sua poliedrica personalità, tanto ammirata anche nel bel thriller psicologico Split di Night Shyamalan film del 2016, tassello di una trilogia comprendente Unbreakable – Il predestinato e Glass. Speak no evil – Non parlare con gli sconosciuti è in sintesi un buon esempio di remake riuscito, tanto che non è difficile poter apprezzare sia il film originale di Christian Taldrup che questo di James Watkins. Da vedere!


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