Nell’era della velocità, anche il divorzio si adegua. Dire addio alle pratiche di separazioni troppo lunghe che comportano – nella maggior parte dei casi – il perdurarsi di un inutile dolore, non solo tra gli ex, ma anche per i figli. Separazioni e divorzi più snelli non sono un miraggio.

Secondo l’avvocato matrimonialista Maria Luisa Missiaggia, titolare dello studio legale Missiaggia&Partners con sede a Roma, si possono ottenere tempi più rapidi in ambito di separazione tra coniugi. Un argomento a cui dedica uno dei suoi libri dal titolo inequivocabile: “Separiamoci in due ore”, edito da Key. Pubblicazione che da tempo sicuramente fa discutere, o quantomeno parlare, soprattutto per la curiosità del titolo. La domanda ricorrente è… ci si può veramente separare in due ore? La voglia di approfondire l’argomento non è mancata, in talune occasioni all’autrice sono giunte persino richieste di chiarimenti. Interesse dimostrato dai suoi colleghi del comparto giudiziario, qualcuno con commenti taglienti, diffidenza senz’altro sul concetto della separazione in brevissimo tempo, ma è il simbolismo del titolo che è provocatorio, pensato proprio per lasciare un’impronta! In arrivo anche i podcast online.

L’avvocato Missiaggia – che, per altro, ha fondato Studiodonne Onlus (www.studiodonne.it) con cui, assieme al suo team, si occupa di temi sociali – ha voluto mettere nero su bianco un concetto per lei basilare in ambito di separazioni: l’accordo rappresenta la vera alternativa al conflitto e diventa la soluzione più efficace a rendere più snello e – nel possibile – più sereno il percorso di separazione.

“L’accordo si conferma l’unico modo per avere tempi più rapidi nelle separazione e nei divorzi” – sottolinea l’avvocato Missiaggia.“Ho voluto, senza dubbio, stimolare un pensiero attraverso un titolo forte, ma il concetto fondamentale rimane. Due ore sono realmente una provocazione, ma con un accordo ben specifico al quale si può arrivare con idee chiare su ciò che si vuole, i tempi tecnici diventano inevitabilmente più rapidi anche se in mabito formale occorrono alcuni giorni”.

Per l’avvocato Missiaggia, quindi, quando finisce il sentimento e prevalgono le divergenze deve, per forza di cose, prevalere la maturità dei singoli. “Sostengo l’accordo da sempre” – ribadisce Missiaggia – “perché è un’espressione di serietà e maturità, soprattutto quando la coppia che si separa ha figli. Il vero avvocato non è più bravo perché litigioso nelle aule dei tribunali. La mia formazione professionale – che ho perfezionato a Londra – mi ricorda ogni giorno che il vero avvocato e colui che procede evitando i conflitti. Lo studio del sistema giudiziario d’oltremanica è stato per una un’ottima preparazione”.

E la chiosa del legale è tanto nitida quanto condivisibile in ogni suo punto:

Il primo suggerimento che io do è quello di prefissarsi un obiettivo personale. Porsi delle domande: “cosa voglio io?”. Sovente, quando si è in lite con l’altra parte si è concentrati su quello che vuole l’atro e meno su se stessi. E quindi… “Cosa voglio raggiungere e in quanto tempo?”. Con le indicazioni precise del mio assistito sappiamo come muoverci al meglio. Sia ben chiaro che però se dall’altra parte c’è violenza, abuso o manipolazione, o strumentalizzazione sui bambini, gli accordi non si possono e non si devono fare, non a cuore leggere. Lì deve intervento la magistratura, sia civile che penale con tanto sentenza che deve precisare chi è la persona idonea (e chi meno) a stare con i figli. In tutti gli altri casi, nei quali c’è solo un conflitto o punti diversi – spartizione denari o vendita di immobili – è quantomeno opportuno trovare un accordo. 


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