Parker Finn torna dietro alla macchina da presa con Smile 2, a distanza di due anni dal primo capitolo, del 2022.
Interpretata dall’attrice e cantante britannica Naomi Scott, ne è protagonista la star internazionale del pop Skye Riley, alle prese con la maledizione che già avevamo conosciuto nel film precedente come una sorta di entità maligna che si diffondeva a mo’ di virus.
Smile 2 si presenta infatti con le stesse dinamiche del suo predecessore, e la medesima consuetudine di non approfondire in nessun modo la provenienza di tale entità, definendola approssimativamente demoniaca. La stessa è in grado di portare allo sfinimento psicofisico la persona maledetta mediante un calvario allucinatorio, indebolendola a tal punto da possederla con facilità. Raggiunto lo scopo, la vittima si suicida con un sorriso agghiacciante e disumano stampato sul volto. Riassunto tutto ciò, si rievocano i soliti film, da The ring, di Hideo Nakata a It follows di David Robert Mitchell. E il lungometraggio è molto più simile a quest’ultimo, poiché l’entità è visibile solo alla persona che è stata maledetta. Nel caso dei due Smile, quando un individuo si suicida, deve farlo sempre davanti a un testimone, seguendo poi la medesima modalità. La maledizione si trasferisce da una vittima ad un’altra, finché qualcuno non interromperà la sequenza.
Parker Finn ha ringiovanito il cast, che ha la sua “icona” nella pop star Skye Riley con dei fan molto teen, strizzando l’occhio ai social e al pubblico della generazione Z. La cantante ha un passato costellato di tragedie e i soliti abusi di sostanze stupefacenti, marchio di fabbrica degli artisti famosi e tormentati. I cliché non mancano quindi, e poteva mancare una madre ossessiva, incarnata da Rosemarie DeWitt, che sfrutta la figlia e il suo talento per arricchirsi alle sue spalle? Certo che no, ma anche in questo caso nulla viene approfondito e tutto scorre in maniera assai piatta. La macchina trita tutto dello star system viene appena abbozzata e la protagonista non riesce ad avere né a dare il giusto spessore. La recitazione è isterica, anche figlia di una sceneggiatura scarna, con dialoghi molto elementari. La giovane cantante vanta un repertorio di parolacce e imprecazioni urlate che è difficile ricordare altro, a parte i numerosi e fastidiosi jump scare che sviliscono le sequenze horror, fatta eccezione per qualche momento splatter che di certo non basta a salvare il film.
Smile 2 riprende anche la tematica della morte che sopraggiunge col sorriso, e si potrebbe far riferimento alla società odierna, schiava dell’apparire, e a come i social abbiano decuplicato questo aspetto. Sarebbe potuto essere uno dei pochissimi punti a favore, con il discorso che viene amplificato da una pop star al centro della mondanità e del successo, i selfie con i fan, le serate di beneficenza e le interviste, in un sistema che richiede sempre un sorriso smagliante. Peccato, però, che non sia stato sfruttato a dovere; anzi, probabilmente si è cercato di dargli più senso in queste due righe di recensione di quanto non abbia fatto il film, che a tratti si ammanta di ridicolo e riesce perfino a strappare qualche risata involontaria.
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