Gli Spirytus96 sono una band nata nel 2019 dai cinque compagni di classe: Linda Grizzaffi, Carola Trutti, Giacomo Carrano, Giuliano Ghidini e Luca Besutti (membro del gruppo fino al 2023). Nel loro repertorio ci sono i brani inediti che si ispirano al movimento del flowerpower degli anni Settanta. Nell’estate del 2023 hanno iniziato il progetto “Sbronza”, il primo album registrato in totale autonomia insieme all’amico Marco Milanese.

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra di musica?

La musica adesso non è più un linguaggio ma una moneta, c’è la tendenza a conformarsi alla massa mostrando quello che non si è, soprattutto sui social, ci sono però delle realtà che non ne fanno parte e noi vorremmo affiancarci a quelle. La nostra musica è un mezzo e il fine ultimo è il contenuto e il messaggio, per quanto sia inevitabile usare i media come mezzo di divulgazione, noi ci mostriamo per quello che siamo.

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la musica, chi scegliereste? E perché?

Domanda difficile, se avessimo una macchina del tempo apriremmo un concerto dei Queen o di Aretha Franklin, ai giorni nostri ci piacerebbe aprire artisti come Venerus o Serena Brancale.

Quali sono i vostri piani più immediati?

Vorremmo suonare anche fuori dalla nostra regione e iniziare il progetto del nostro nuovo album

Quanto è importante per voi internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

Prima era molto più facile fare musica e non era importante avere followers e visualizzazioni per avere opportunità, ora internet può essere tuo amico o tuo nemico, comunque se potessimo scegliere, sceglieremmo un mondo in cui la musica è ascoltata per quello che è e non perché è di tendenza.

Avete un videoclip nel cassetto, oppure dovremmo ancora attendere?

Purtroppo, non abbiamo ancora avuto la possibilità di farlo, per cui bisognerà attendere.

Sempre convinti che ogni forma d’arte sia la massima espressione della bellezza. Voi da artisti che rapporto avete con la bellezza? Quale il pensiero in merito, in una società ormai distrutta dall’agognata apparenza, in cui l’arte sembra passare in secondo piano?

Noi siamo molto affascinati dalla bellezza e la musica ce la comunica, il fatto che la bellezza vera passi in secondo piano rispetto all’apparenza ci spinge ancora di più a continuare a ricercarla.

C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà componete e cantate? Come nasce un vostro brano di solito? Raccontateci qualche aneddoto!

Sì, c’è differenza perché ciò che componiamo è una nostra lavorazione che parte dalle nostre influenze. I nostri brani nascono in maniera molto semplice, o una di noi propone il pezzo scritto singolarmente per poi montarlo insieme, oppure, come ad esempio per P.A.B., ci siamo visti a casa di Carola e Giacomo ha portato un testo in prosa, quella sera è stato montato e strutturato insieme.

Chi vorreste ringraziare per chiudere questa intervista?

Ringraziamo tutte le persone che ci ascoltano, i nostri amici che ci supportano in tutti i live e tutte quelle persone che ci hanno reso possibile la registrazione dell’album e permesso di fare queste interviste.


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