Nei primi anni Settanta, nel pieno della sua carriera di successo come interprete della canzone napoletana, Massimo Ranieri ottenne ulteriore notorietà anche grazie alle sue prove d’attore, a cominciare da Metello di Mauro Bolognini. Tra le pellicole cui ha preso parte troviamo Salvo D’Acquisto, che, diretto nel 1975 da Romolo Guerrieri, racconta gli ultimi giorni di vita del noto carabiniere deceduto per mano dei nazisti.
Un soggetto che all’epoca si rivelò qualcosa di più di un ulteriore trampolino di lancio per l’allora ventiquattrenne Ranieri, ma anche un modo per rendere giusta memoria ad un personaggio entrato nella storia italiana grazie al suo coraggio e al suo patriottismo senza macchia.
Siamo nel Settembre del 1943, nel mezzo della Seconda Guerra Mondiale. Il governo fascista di Benito Mussolini fa retro marcia di fronte all’Armistizio di Cassibile, decadendo totalmente e lasciando ogni potere decisivo al Generale Pietro Badoglio, stando a quanto comunicato da Vittorio Emanuele III stesso. In questo contesto gli italiani assaporano già l’aria di libertà e di vittoria, lasciandosi alle spalle gli orrori di guerra dovuti al regime fascista; ma la situazione spinge l’esercito tedesco ad agire con maggior ferocia, facendo sentire più di prima la propria egemonia sulla penisola. E la morte di alcuni soldati nazisti dopo un presunto attentato sfocia nella drammatica vicenda del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto (Ranieri, appunto), il quale, per salvare da sicura condanna a morte ventidue italiani, prende una decisione destinata ad andare oltre il ricordo storico: un sacrificio che ancora oggi, nel XXI secolo, viene ricordato in tutta Italia.
Opera commemorativa rimasta nel tempo sia per ciò che racconta che per la buona prova recitativa del suo protagonista, Salvo D’Acquisto è un film che, oltre a svolgere il proprio dovere nell’innalzare un monumento al carabiniere in questione, descrive un’epoca in cui italiani di ogni dove e di ogni mentalità furono alle prese con un ostile contesto storico. Con professionalità, Guerrieri non si limita alla sola costruzione di un lungometraggio che parli esclusivamente di ideologie e ostilità del nostro paese, ma crea qualcosa lasci emergere la descrizione di personaggi e di piccoli uomini che hanno fatto la differenza in quel contesto, tra scontri politici e azioni difensive contro la dittatura nazista.
E in tutto ciò prende forma anche la parte melò del caso, ben assestata e inserita in modo da dare ad ogni spettatore quella dose di carica emotiva che bisogna provare di fronte a tale visione, la sfociante nel più crudo e simbolico dei finali che il ricordo storico porta con sé da quel 23 Settembre del 1943, data di morte del povero Salvo. Oltre al bravo Ranieri, il film vanta le partecipazioni di attori di un certo calibro come Lina Polito, Isa Danieli, Massimo Serato, Ivan Rassimov, Giustino Durano ed Enrico Maria Salerno, quest’ultimo nei panni del barbiere comunista e rivoluzionario Rubino.
In versione restaurata, Salvo D’Acquisto è edito da Mustang Entertainment.
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