Romuald Andrzej Kłos, attore polacco di grande esperienza e versatilità, ha saputo trasformare una carriera da architetto in un’avventura cinematografica di successo. Conosciuto per la sua partecipazione in “La passione di Cristo” di Mel Gibson e “Una famiglia perfetta” di Paolo Genovese, oggi si prepara a conquistare il pubblico internazionale con “Conclave”, il nuovo film diretto da Edward Berger, che vanta un cast d’eccezione con attori come Ralph Fiennes, Stanley Tucci e Sergio Castellitto.

In questa intervista esclusiva per Mondospettacolo, Kłos racconta il suo approccio alla recitazione, il dietro le quinte di “Conclave” e la sua filosofia di vita, sempre guidata da impegno e passione. Tra aneddoti di set, riflessioni sulla sua carriera e consigli ai giovani attori, emerge il ritratto di un uomo che ha fatto dell’arte una missione, con un motto che riassume tutto: “Il cinema è come il maiale, non si butta via niente!”.


L’INTERVISTA

1️⃣ Dal tavolo da disegno al set cinematografico. Cosa ti ha spinto a lasciare l’architettura per la recitazione?

Ho sempre amato l’arte in tutte le sue forme, e l’architettura non ne è da meno. Tuttavia, sentivo che la mia creatività e la mia personalità potevano esprimersi meglio nel cinema. La recitazione mi ha dato la possibilità di entrare in mondi diversi, di vivere vite che non avrei mai immaginato. Questo mi ha affascinato. A un certo punto ho capito che volevo essere parte di quei mondi, non solo disegnarli. È stato un cambiamento naturale.


2️⃣ Parliamo del tuo personaggio in “Conclave”. Come ti sei preparato per interpretare Brotzkus? Quali sfide hai affrontato?

Brotzkus è un personaggio molto profondo e complesso. Interpretarlo è stata una sfida emozionante. Per prepararmi ho cercato di vivere il personaggio “dalla pelle in giù”, cioè non costruirlo dall’esterno ma sentirlo dentro di me. Quando indossavo il costume, sentivo un’energia particolare, soprattutto perché i costumisti continuavano a dirmi che somigliavo a Papa Giovanni Paolo II. E questa sensazione di “essere parte di qualcosa di grande” mi ha accompagnato per tutto il film. Quando giravamo le scene nella Cappella Sistina ricostruita, sembrava di trovarsi davvero lì. Ogni cosa era curata nei minimi dettagli, e il silenzio sul set contribuiva a creare un’atmosfera mistica.


3️⃣ “Conclave” ha un cast internazionale incredibile. Com’è stato lavorare con Ralph Fiennes, Stanley Tucci e Sergio Castellitto? Hai qualche aneddoto dal set?

Lavorare con Ralph Fiennes è stato un privilegio. È una persona squisita, sempre disponibile. Non c’era molto tempo per chiacchierare, ma lui trovava sempre il modo di scambiare qualche parola e condividere idee. Con Sergio Castellitto avevo già lavorato in “Una famiglia perfetta”, dove interpretavo un personaggio un po’ surreale. Abbiamo mantenuto un buon rapporto e rivederlo sul set di “Conclave” è stato bellissimo. Ogni attore su quel set cercava di dare il massimo, perché sapevamo tutti l’importanza della storia che stavamo raccontando. C’era grande serietà e concentrazione.


4️⃣ Il film tocca temi delicati come fede, potere e politica. Come hai vissuto questa esperienza?

È stata un’esperienza unica. Io sono una persona di fede, quindi per me recitare in un film come “Conclave” ha avuto un significato profondo. Mi sembrava di trovarmi davvero in un vero conclave. L’atmosfera era solenne e intensa, e sentivo di vivere qualcosa di molto vicino alla realtà. Questo tipo di film non è solo finzione, è anche uno strumento per riflettere su temi universali. È stato emozionante e mi ha fatto sentire parte di qualcosa di più grande.


5️⃣ Hai lavorato in produzioni polacche, italiane e americane. Quali differenze hai riscontrato nei metodi di lavoro tra questi paesi?

Ogni paese ha il suo stile. Mi piace lavorare con gli americani e i russi perché sono estremamente professionali e molto concentrati. Tutti sono focalizzati sulla scena, c’è complicità, e questo è fondamentale. Con gli italiani si lavora bene, ma sono anche molto creativi e a volte un po’ disordinati (ride). Tuttavia, la passione italiana è unica. Per quanto riguarda la Polonia, ho apprezzato il “cucina bus” sul set, una sorta di cucina mobile dove si possono gustare piatti caldi della tradizione polacca. È una piccola cosa, ma ti fa sentire a casa.


6️⃣ Hai recitato anche in “La passione di Cristo” di Mel Gibson. Come descriveresti quell’esperienza?

Un’esperienza unica e spirituale. Gibson ha creato un’atmosfera davvero speciale sul set. Ha scritto il personaggio del capo degli “inflagellatori” apposta per me durante le riprese. Ho assistito a veri e propri “miracoli” sul set. Non lo dico per dire. Gibson ha persino fatto costruire una cappella sul set, dove celebravamo la Messa. Quell’esperienza mi ha cambiato profondamente, sia a livello professionale che personale. Era come vivere in un misto di sacro e cinematografico.


7️⃣ Hai letto il romanzo di Robert Harris prima di girare “Conclave”? Quanto ha influito nella tua interpretazione?

Non ho letto il libro prima delle riprese, ma ho imparato a conoscere il personaggio direttamente sul set. Ogni giorno, il mio personaggio si sviluppava in modo naturale, senza troppi “calcoli”. Questo approccio mi ha permesso di vivere il personaggio in modo più spontaneo, senza essere influenzato dalla visione del romanzo. Non costruisco mai i miei personaggi dall’esterno, li vivo da dentro.


8️⃣ Dopo “Conclave”, quali progetti hai in cantiere? Puoi anticiparci qualcosa?

Sì, “Conclave” mi ha già aperto nuove opportunità, ma non posso rivelare nulla per ora a causa degli accordi di riservatezza. Sto valutando alcune proposte, ma ci saranno novità interessanti.


9️⃣ Che consiglio daresti a un giovane attore che vuole intraprendere una carriera internazionale?

Il mestiere dell’attore è bellissimo, ma non facile. Non ti garantisce nulla. Devi studiare, lavorare e mai fermarti. È fondamentale avere una preparazione completa: recitazione, canto, ballo e altre abilità artistiche. Bisogna farsi notare e partecipare ai provini, ma soprattutto studiare e non smettere mai di migliorarsi. Frequentare buone scuole di recitazione o corsi di “actor studio” è essenziale. Io stesso, a volte, faccio da coach per altri attori, e spesso vedo quanto siano importanti i dettagli. È in quei dettagli che si nasconde la grandezza di un attore.


🔟 Qual è il messaggio più importante che vorresti trasmettere ai lettori di Mondospettacolo e ai tuoi fan?

Il mio motto è questo: “Il cinema è come il maiale, non si butta via niente!” Ogni scena, ogni esperienza, anche quelle che sembrano meno significative, hanno un valore. Tutto è utile, tutto serve. In “Conclave”, ogni minuto sul set è stato importante. Voglio dire ai giovani attori di non mollare mai, anche quando il cammino sembra in salita. Ogni piccola esperienza conta. Se siete appassionati, non rinunciate ai vostri sogni, ma siate pronti a lavorare duramente. Ogni grande film è il risultato di centinaia di piccole azioni, dettagli e decisioni. Ed è lì che si nasconde la magia del cinema.


Questa intervista offre uno sguardo privilegiato sulla carriera e la visione del mondo di Romuald Andrzej Kłos, attore di talento che ha saputo trasformare ogni ruolo in un’opportunità di crescita. Con “Conclave”, ha messo in gioco tutto il suo bagaglio artistico e umano, regalando al pubblico un’interpretazione intensa e carismatica. Un attore che, con umiltà e passione, continua a vivere e far vivere il grande schermo.


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