E’ uscito da poco il nuovo singolo di Roberto Quassolo “Vuoto a perdere”. Un brano che ci ha colpito fin dalle prime note e così abbiamo voluto scoprire qualcosa di più! Ecco cosa ci ha raccontato l’artista!
Roberto Quassolo intervista
“Vuoto a perdere” è descritto come un brano pop rock con un retrogusto estivo. Quali sono stati i tuoi riferimenti musicali per questo pezzo?
Volevo un brano che risultasse cantabile e ballabile fin dalle prime note. Non sapevo esattamente che direzione potesse prendere. Non sono stato troppo a pensarci e come spesso mi capita mi sono lasciato guidare da ciò che sentivo, direi senza avere in testa riferimenti di alcun tipo.
Ho chiuso gli occhi e mi sono immaginato una notte d’estate, magari quella di tanti anni fa, il resto è venuto da sè
Nel brano ci sono riferimenti al gioco della seduzione. Come hai deciso di affrontare questo tema nel contesto della tua musica?
Si tratta di un tema trasversale, e comunque a me molto caro, un elemento intrinseco all’esperienza umana, che va ben oltre le relazioni amorose. Affrontare questo tema in una canzone non è facile spesso risulta di essere banalizzato tuttavia pensare alla seduzione significa pensare alla vita. È lei che ci seduce ogni volta. E l’idea di essere sedotti in qualche misura ci disorienta. Il mio pertanto vuole davvero essere un invito a lasciarsi sedurre dalla vita a non smettere di desiderare a mantenere viva la curiosità che da senso alla vita stessa.
Nel 2021 hai pubblicato il tuo primo album “Il Fabbricanuvole”. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile musicale da allora ad oggi?
Credo che l’evoluzione di un stile musicale vada di pari passi con l’evoluzione di un indiviuo, di un artista, e con ciò che vivi e senti in uno specifico momento della vita.
Amo pertanto lasciarmi contaminare da varie esperienze sonore per lo più differenti a seconda di ciò ch vivo, per poi farle mie, quindi senza tradire le mie origini rock.
Qual è il tuo processo creativo quando componi una nuova canzone? Parti dalle parole o dalla melodia?
Parto da ciò che sento da ciò che mi emoziona, spesso sono immagini, storie che mi capita di ascoltare nel vivere quotidiano, persone che incontro. A quel punto parole e musica si fondono per dare vita ad una canzone.
Nel tuo percorso artistico, ci sono stati momenti di blocco creativo? Se sì, come li hai superati?
Si mi è capito di sentirmi per cosi dire “bloccato”, ma senza quella condizione non si potrebbe accedere alla creatività.
Credo che tutto dipenda dal modo in cui un artista viva quel momento. Per molti può essere difficile stare in quella condizione e la cosa può alimentare pensieri negativi rispetto alle proprie capacità e qualità, tuttavia è proprio attraversando quei momenti che si accede all’intuizione creativa. La differenza sta nel saper riconoscere quel momento come una condizione quasi necessaria e funzionale al processo creativo.
Cosa speri che il pubblico provi ascoltando “Vuoto a perdere” e in generale la tua musica?
Mi piacerebbe molto pensare a “vuoto a perdere” come a una di quelle canzoni che canti con il sorriso sulle labbra, ballando sulla spiaggia in buona compagnia, in una notte d’estate, magari intorno al fuoco.
L’invito poi rimane lo stesso, ovvero quello di lasciarsi sedurre dalla vita, che in fondo non è poi così male.
La musica, la mia musica, è vita, non basta ascoltarla bisogna sentirla.
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