Dario Germani dirige Revival, un horror metafisico che vanta un cast internazionale.

Richard e Grant sono due criminali rispettivamente interpretati da Louis Mandylor e Yonv Joseph.

Dopo aver effettuato una rapina, fuggono con il bottino in un bosco, cercando un punto sicuro ove seppellire il malloppo. Devono muoversi con circospezione, poiché la polizia è già sulle loro tracce, mentre a preoccupare è la brutta ferita che si è procurato Richard ad una mano. Sulla loro strada incrociano Martin, portato in scena da Michael Paré, un medico in pensione che sembra volerli aiutare. È disposto ad ospitarli in casa sua, dichiarando, che non c’è tempo da perdere per medicare Richard. I due sono ormai braccati e accettano, ignari del fatto che stanno per addentrarsi in un incubo terrificante.

Il lungometraggio di Dario Germani si divide quindi tra un ganster movie nella parte iniziale e un thriller con un mad doctor come protagonista che fa deflagrare la pellicola in un horror metafisico. Revival, nei sotterranei della dimora del dottore, ricorda Linea mortale di Joel Schumacher, per la natura degli esperimenti condotti dallo scienziato. Si scoprirà quindi di più sul suo conto e per quanto riguarda l’ossessione che nutre per la morte della moglie avvenuta anni addietro. Michael Paré è un autentico mattatore, che tiene in pugno le vite delle sue cavie come anche la scena.

L’ambientazione in un imprecisato luogo rende l’atmosfera ancor più straniante, poiché non si hanno punti di riferimento. E La sensazione di vivere un incubo prigionieri di un folle è tangibile. Fa parte dei “pazienti” anche Tara, una ragazza che sembra essere lì da molto tempo e che possiede i connotati di Nathalie Rapti Gomez. In qualche modo è connessa con le coscienze delle altre vittime del dottore, che manda temporaneamente in arresto cardiaco le sue “cavie” per poi rianimarle e, così, cercare di carpire il segreto dell’aldilà. Revival, ovvero “risveglio”, è dunque più di una sorta di viaggio oltre il velo della morte. Le visioni delle vittime sono molto interessanti, riprendono il passato della vita di chi è obbligato a viverle e lasciano anche spazio alle interpretazioni. Nel contempo il lungometraggio deflagra nell’orrore della follia di Martin e della sua ossessione…


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