Presentati a Roma quaranta minuti di Mufasa – Il Re leone, che approderà nelle sale cinematografiche italiane il19 Dicembre 2024.

A seguire la conferenza stampa con il regista Barry Jenkins, autore del film premio Oscar Moonlight, il quale ha dichiarato che in questo progetto si possono riconoscere i tratti distintivi del suo cinema.

In particolare fa riferimento ad una sequenza che ben riassume la sua essenza: l’inabissarsi nelle acque del cucciolo di leone Mufasa, in cui il mutare dei colori descrive al meglio lo stato d’animo del piccolo nel tentativo di non annegare, lasciando emergere emozioni forti quali l’angoscia e la paura. Scena scatenante questa, poiché si tratta del prequel che racconta la genesi del Re leone e del villain Scar. Si arriva quindi a vedere come Mufasa, sopravvissuto alle acque, approdi sperduto nelle terre del branco, faccia amicizia con il giovane principe Scar, il cui vero nome nel live action è Taka, e venga accolto dalla sua famiglia. Si introduce così un altro tema fondamentale: il contesto in cui si cresce può determinare la formazione e il carattere. Assistiamo allora alla genesi di un villain come Taka, ma il regista interviene per esporre la maniera in cui, in realtà, questa fosse un’occasione allegorica al fine di descrivere un “cattivo” quale un essere umano complesso. E aggiunge: “Per quanto riguarda Mufasa, nonostante sia un cucciolo adottato, ciò non determina un destino, ma contano le scelte che si fanno, e queste possono anche segnare la strada per diventare un re, a prescindere dalle origini”. Mufasa – Il Re leone si avvale dell’impatto visivo della computer grafica, davvero di rilievo nel rappresentare un impianto scenografico imponente, sia per la natura selvaggia del paesaggio, sia per le animazioni della fauna. Il tutto con un fotorealismo che raggiunge livelli soddisfacenti.

Anche in questo caso Berry Jenkins ha tenuto a precisare come la tecnologia sia stata al servizio dell’uomo e non viceversa, lasciando che restasse la creatività umana a prevalere. Continuando a sottolineare come la CGI sia complessa e affascinante, racconta la particolare tecnica adottata da lui stesso: ”Abbiamo prima registrato la voce degli attori come fosse uno sceneggiato per la radio, per poi girare con la realtà virtuale”. Sono intervenute poi alcune delle voci italiane del film: Luca Marinelli, che presta la parola proprio a Mufasa, Alberto Boubakar Malanchino, che invece è Taka, Elodie, che è la leonessa Sarabi, madre di Simba, Edoardo Stoppacciaro, il giovane Rafiki, Mario Oppido, che doppia Kiros, e Riccardo Suarez Puertas, ovvero Zazu. Luca Marinelli ha dichiarato: “Sono un grande fan del Re leone e della meraviglia di quel film, che avrò rivisto almeno centosessanta volte, e, oltretutto, ho dato la voce al giovane Mufasa, il che mi ha emozionato tantissimo visto che nel film d’animazione del 1994 il suo doppiatore era il grandissimo Vittorio Gassman”. Elodie invece si è detta orgogliosissima di avere dato la voce a Sarabi, aggiungendo: “In qualche modo la leonessa riflette la mia personalità”. Alla domanda riguardante quanto sia complicato per un attore lavorare solo con la voce, Alberto Boubakar Malanchino ha risposto: “C’è nel doppiaggio una dimensione psichica e fisica, quindi diventa più difficile, perché, oltre alle tue competenze tecniche, tutto dev’essere al servizio di un altro essere umano che ha fatto quel lavoro prima di te”.

E ha proseguito: “Non è solamente una questione di voce, quindi, la passione e il cuore restano sempre le stesse, però il doppiaggio fa diventare gli attori ancora più bravi”. Mario Oppido ha osservato: “Sono abbastanza specializzato nei ruoli da cattivo, sono molto liberatori perché puoi osare tanto. Questo però è stato un cattivo particolarmente diverso, perché nonostante sia un villain, vive il dramma della perdita del figlio, quindi riuscire a scorgere questa vena di amarezza anche in un malvagio e il riuscire a mixare e riproporre sentimenti contrastanti è stato molto intenso”. Riccardo Suarez Puertas ha rivelato quanto sia stato divertente, aggiungendo: “Tra l’altro, nel nostro lavoro il bello è interpretare personaggi anche molto diversi tra loro, ed è come un gioco di ruolo”. Edoardo Stoppacciaro, a sua volta, ha introdotto il suo personaggio Rafiki. “È un carattere molto particolare, una sorta di saggio, e non era per niente facile trovare una dimensione umana per Rafiki. Tra l’altro, sono da sempre appassionato dei classici della Disney, e pensare che questo personaggio iconico ha iniziato a raccontare la sua storia, fin dal Re leone del 1994, per poi passare ai live action e alle varie serie animate, fino ad arrivare ai videogiochi. E adesso per il nuovo film di Mufasa… è bello e quasi paradossale pensare che in questo personaggio c’è anche un pezzo di me per mezzo della mia voce in Mufasa – Il Re leone . È una cosa che mi emoziona profondamente”.


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