Paolo Prevosto è una figura poliedrica e influente nel panorama della fantascienza italiana e internazionale. Direttore responsabile di FantascienzaItalia.com, musicista e mente creativa dietro il progetto musicale Simulakrum Lab, è anche un collezionista di fama europea con una raccolta straordinaria di memorabilia provenienti da film cult, serie TV e persino dalle missioni spaziali della NASA. La sua passione per la fantascienza si intreccia con l’amore per la musica e l’arte visiva, creando un universo unico che ha affascinato migliaia di appassionati. In questa intervista esclusiva per Mondospettacolo, Paolo ci racconta il suo percorso, i suoi progetti futuri e il suo rapporto speciale con il mondo della fantascienza, della musica e del collezionismo.
Paolo, sei il direttore responsabile di FantascienzaItalia.com e hai una grande conoscenza del cinema di fantascienza e degli effetti speciali. Come è nata l’idea di creare il magazine online e cosa ti ha ispirato a esplorare questo settore?
Il magazine on-line FantascienzaItalia.com è nato prima di tutto dalla mia passione per il cinema di genere fantascientifico, che nella maggior parte dei casi è “il regno degli effetti speciali”, e anche dal fatto che mi chiedevano di scrivere articoli per altri siti, quindi ad un certo punto ho deciso di farne uno io stesso. Ovviamente tratto anche serie televisive e le principali news come i trailer delle novità in uscita. L’idea è anche quella di creare un archivio di schede contenenti le principali informazioni dei film di fantascienza, ma non recensioni, lasciando il giudizio allo spettatore.
https://www.instagram.com/simulakrumlab/?hl=it
Il progetto musicale Simulakrum Lab è conosciuto per le sue collaborazioni importanti con artisti come Claudio Simonetti e Cody Carpenter. Puoi raccontarci com’è nato Simulakrum Lab e come hai unito la tua passione per la musica con quella per la fantascienza?
La mia passione per la musica, in particolar modo per i sintetizzatori, è nata ascoltando i Goblin con Claudio Simonetti, i Tangerine Dream, le colonne sonore di John Carpenter e i Kraftwerk. L’ascolto di questi dischi ha fatto scaturire in me la voglia di produrre materiale mio, ma quello che volevo fare esattamente oltre la composizione era la creazione dei suoni, quindi iniziai a procurarmi sintetizzatori vintage Moog, Prophet, Korg ecc.. Vorrei anche citare la colonna sonora de Il pianeta proibito (1956), la prima colonna sonora completamente elettronica, che sicuramente mi ha influenzato, appassionandomi al sound design.
La tua collezione di memorabilia è impressionante, includendo oggetti di scena da famose produzioni di fantascienza e pezzi storici delle missioni spaziali della NASA. Qual è stato l’oggetto più speciale che hai acquisito e quale storia c’è dietro?
È veramente difficile dirti un solo oggetto che preferisco o che ritengo maggiormente speciale, tengo molto a tutti, particolarmente quelli che provengono direttamente da chi ha lavorato al film o alla serie televisiva. Ultimamente ho aggiunto alla collezione la miniatura originale del surfista di Dark Star, seppur molto danneggiata è uno degli oggetti a cui tengo di più, anche per il fatto che proviene direttamente dal modellista che la realizzò all’epoca per il film.
Poi, per importanza sicuramente un Facehugger usato in Aliens (1986), proveniente direttamente da Robert Skotak;
l’astrogator (plafoniera) del ponte di comando dell’Enterprise del film di Star Trek del 1979
e l’animatrone a grandezza naturale di Lo Pan usato in Grosso guaio a Chinatown (1986), che mi ha permesso di conoscere Steve Johnson che lo ha progettato e Mark Bryan Wilson che lo ha costruito.
Cito anche la giacca di DATA usata in Star Trek: The Next Generation e le uniformi usate ne Il pianeta proibito (1956),
alcuni oggetti di scena usati in Moon (2009) e il ciak usato durante le riprese di A-Team (1982) proveniente direttamente dal regista.
Sei anche un appassionato collezionista di militaria e possiedi una macchina Enigma originale. Cosa ti ha spinto a collezionare oggetti storici di questo calibro e come li integri nel contesto della tua passione per la fantascienza?
Semplicemente non li integro nel contesto della mia passione per la fantascienza, li considero oggetti con una storia interessante. Non sono solo un appassionato di fantascienza, posso dire forse che la fantascienza è la passione principale.
FantascienzaItalia.com è un punto di riferimento per gli appassionati del genere. Come pensi che la fantascienza sia cambiata negli anni e quale impatto ha avuto sulle nuove generazioni di registi e creatori di contenuti?
Negli ultimi 25 anni, con l’avvento degli effetti speciali digitali, è aumentato il numero delle produzioni cinematografiche e televisive di fantascienza, ma secondo me non la qualità di esse. Sono abbastanza critico riguardo la fantascienza degli ultimi anni, ci sono serie molto ben curate che vengono allungate per raggiungere un determinato numero di episodi, rendendo il prodotto lento.Registi del genere degli ultimi anni sicuramente da citare sono Nolan, che ritengono sopravvalutato seppur molto bravo e Villeneuve. Quest’ultimo con la saga di Dune ha realizzato qualitativamente uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi 25 anni, ma allo stesso tempo lo trovo freddo, con una scrittura che mi fa appassionare poco ai personaggi.
Il tuo lavoro comprende anche la curatela di mostre ed eventi, alcuni con la partecipazione di personalità di spicco come l’astronauta Umberto Guidoni. Qual è stata la tua esperienza più memorabile nell’organizzare questi eventi?
L’esperienza più memorabile per me fu la mostra dedicata a Visitors nel 2008 a Milano, in cui prestai gli oggetti della mia collezione alla Warner, in occasione dell’uscita dei DVD della serie. Successivamente, nel 2016, mi divertii molto ad organizzare la mostra in cui ospitai l’attore di Visitors Richard Herd, che mi diede le sue sceneggiature.
Oltre alla musica e alla collezione di oggetti unici, hai pubblicato diversi libri su film di fantascienza. C’è un regista o un film a cui sei particolarmente legato e che ha avuto un impatto decisivo sulla tua carriera?
Uno dei registi che più mi ha appassionato è ovviamente John Carpenter perché è anche compositore delle colonne sonore per molti dei suoi film, per questo decisi di dedicargli un libro. Siccome sul mercato italiano non ci sono libri con molte fonti dirette, intervistai Carpenter stesso, oltre a lui ho intervistato una trentina di persone che hanno lavorato con lui tra cui attori, artisti degli effetti speciali e tecnici. Carpenter musicista ha sicuramente influenzato l’atmosfera delle mie composizioni ed è stato bellissimo lavorare con il figlio Cody che è un grandissimo tastierista prog e compositore.
Con Simulakrum Lab hai creato colonne sonore che combinano elementi di synthwave e fantascienza. Come sviluppi il processo creativo per progetti musicali così complessi e quali sono le tue principali fonti di ispirazione?
Tendenzialmente quando compongo i miei brani lo faccio come se fossero ipotetiche colonne sonore, immaginando scene cyberpunk. Per i brani non associati a immagini faccio lo stesso, ma aggiungo sempre una parte ritmica abbastanza potente per renderlo più fruibile. Per quanto riguarda i suoni e la cura dei vari dettagli ci lavoro parecchi giorni, a volte non di seguito, quindi un brano può rimanere in cantiere parecchio.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti con Simulakrum Lab e FantascienzaItalia.com? C’è qualche nuovo ambito che ti piacerebbe esplorare o qualche sogno che non hai ancora realizzato?
I miei prossimi progetti consistono in un nuovo libro, sempre di cinema, ma non dico ancora l’argomento specifico e sto preparando un nuovo brano in collaborazione con Glauco Medori dei Via Verdi, anche lui grandissimo appassionato di fantascienza.
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