Dopo quattro stagioni dell’anime prodotto dalla Madhouse e basato sulla serie isekai (letteralmente “mondo differente”: sottogenere di light novel e manga di genere fantasy in cui una persona normale viene trasportata, evocata, reincarnata o intrappolata in un universo parallelo) scritta da Kugane Maruyama, arriva Overlord – Il film: Capitolo del Santo Regno, lungometraggio autoconclusivo e accessibile anche per chi non abbia letto tutti i volumi o visto gli episodi televisivi.
Protagonista della storia è il Non Morto Ainz Ooal Gown, il Re Stregone; il mondo è quello dei giochi di ruolo, tra paladini, stregoni, arcieri e necromanti.
Momonga, un esperto giocatore nella realtà virtuale Yggdrasil, effettuato il login per assistere alla sua chiusura definitiva, durante il conto alla rovescia chiude gli occhi e ripensa a tutti i bei momenti passati con i compagni. Quando li riapre, scopre che il logout non c’è stato e, anzi, si ritrova egli stesso catapultato nel gioco, sotto forma del suo personaggio; per cercare altri giocatori rimasti intrappolati come lui prende il nome della sua gilda, Ainz Ooal Gown, e parte alla conquista del mondo in cui è “rinato”.
In Overlord – Il film: Capitolo del Santo Regno assistiamo ad un’avventura trasversale e, appunto, autoconclusiva, sebbene lasci la porta aperta ad intrecci successivi: una alleanza tra il Re Stregone e gli umani del Santo Regno di Roble, attaccato dal malvagio Jaldabaoth e dai semiumani suoi alleati e/o succubi. Nella capitale del Regno, il Gran Maestro dei Paladini, la fiera Remedios, insieme all’Alta Sacerdotessa Kelart, tentano di respingere il nemico e di proteggere la Santa Regina Calca, ma non sono all’altezza della potenza di Jaldabaoth; l’unica speranza per gli umani di salvare il Regno dalla completa sottomissione è quella di chiedere aiuto al sovrano del Regno dello stregone Ainz Ooal Gown. Un “Regno” dove “regna” l’armonia tra le specie, che lascia ammirata la giovane e coraggiosa scudiera dei Paladini, l’impetuosa Neia Baraja, con cui il Re Stregone troverà una inattesa affinità e confidenza.
Il personaggio di Ainz Ooal Gown, doppiato nella versione italiana da Maurizio Merluzzo, ha una sua etica e un suo onore che ricorda molto Il Principe di Machiavelli; come quando sacrifica un ostaggio per salvarne molti, o quando dice apertamente a Neia che nel mondo vige la legge del più forte e chi ha il potere lo governa. Un messaggio che ultimamente si ritrova spesso negli anime; l’avevamo notato già in Solo Leveling – Reawakening, ambientato in un mondo violento e spietato, dove conta solo sopravvivere. Un segno dei tempi che cambiano, del mondo che ha lentamente perso la sua umanità; sebbene Overlord sia ambientato all’interno di una realtà virtuale, questa diventa vera per il giovane Momonga, il cui alter ego, lo Stregone Non Morto Ainz Ooal Gown, si trasforma nel conquistatore del nuovo mondo. Eppure, nonostante siano palesi il pragmatismo spietato del protagonista e il suo spregiudicato utilitarismo per cui il fine giustifica i mezzi, il suo Regno diventa il simbolo della Pace e dell’Armonia tra le specie e le razze; proprio come scriveva il Machiavelli, il Buon Principe deve essere virtuoso ma capace di usare la capacità di far del male se necessario.
Ainz è sicuramente un personaggio controverso, compassionevole ma spietato; la sua umanità viene continuamente bilanciata dalla natura di Non Morto del suo personaggio, e questo conflitto interiore è ben caratterizzato nel doppiaggio italiano dalla voce di Merluzzo, mai piatta, con cambi repentini di tono a mostrare il “fuori campo”. Anche gli altri personaggi risultano ben caratterizzati, dalla irosa Remedios alla coraggiosa Neia, la cui crescita all’interno della storia è palpabile. Tecnicamente e visivamente l’animazione e la grafica di Overlord – Il film: Capitolo del Santo Regno sono ad alti livelli, soprattutto nei combattimenti, che risultano particolarmente fluidi, ma anche nelle suggestive ambientazioni; i personaggi sono ben realizzati: gli umani hanno le classiche sembianze dei manga mentre i semiumani sono disegnati con cura e definiti a dovere nelle loro diverse specie. Il personaggio di Ainz, poi, è decisamente fantasioso e particolare, trattandosi di uno scheletro Non Morto. Anche la colonna sonora dà forza e risalto alla storia, accompagnandola nei suoi vari risvolti senza soluzione di continuità. Nel complesso un’opera eccellente per gli amanti del genere, che stuzzica la curiosità di scoprire (o di andarsi a rivedere) le quattro stagioni televisive precedenti.
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