Il brano “Non hai bisogno di me” prosegue il viaggio creativo di ANDROMEDA tra introspezione musicale e crescita personale. Prodotto con cura e ispirato a esperienze reali, il pezzo è un promemoria di quanto essere fedeli a sé stessi renda ogni scelta autentica e liberatoria.
Bentrovato, ANDROMEDA. Come mai hai deciso di intitolare il tuo nuovo brano “Non hai bisogno di me”?
Ciao e grazie per l’accoglienza! Ho scelto questo titolo perché racchiude il cuore della canzone: racconta quel momento in cui realizzi che, per quanto possa essere difficile, la cosa più giusta è lasciar andare una persona a cui tieni. A volte, per quanto ci sia affetto, ci rendiamo conto che l’altro merita qualcuno che possa amarlo in un modo che noi non possiamo offrire. “Non hai bisogno di me” è un atto di sincerità, un modo per dire: “Meriti di vivere qualcosa di più autentico, senza compromessi.” È una canzone che parla di rispetto e libertà, sia per noi stessi che per chi ci è accanto.
Qual è l’emozione che accompagna l’ascoltatore dall’inizio alla fine? Cosa vorresti trasmettere al tuo pubblico?
Credo che l’emozione principale sia un mix tra malinconia e sollievo. È una canzone che parte da una sensazione di perdita, ma che pian piano si trasforma in un messaggio di speranza e consapevolezza. Vorrei che chi ascolta “Non hai bisogno di me” sentisse quel senso di leggerezza che arriva quando ci liberiamo da relazioni o situazioni che non ci fanno più stare bene. È un invito ad abbracciare l’onestà, con sé stessi e con gli altri.
L’amore è un sentimento costruttivo e, allo stesso tempo, distruttivo: è sempre possibile trovare un equilibrio fra queste due parti? Dov’è la difficoltà?
Non credo che l’amore vero sia distruttivo. L’amore, quando è autentico, costruisce, arricchisce e ci fa crescere. Se inizia a distruggerci, a farci sentire svuotati o inadeguati, forse significa che c’è qualcosa di sbagliato alla base. La difficoltà sta proprio nel riconoscerlo, perché a volte ci aggrappiamo all’idea dell’amore anche quando ci sta facendo più male che bene.
Credo che trovare un equilibrio significhi ascoltarsi, capire quando una relazione ci nutre davvero e quando, invece, ci stiamo solo trascinando. L’amore non dovrebbe mai essere una battaglia continua. Se ci accorgiamo che lo è, allora forse è il momento di lasciar andare, non perché non valga nulla, ma perché tutti meritano qualcosa di più leggero e sincero.
Ci sono echi delle tue esperienze personali? Credi che chiunque possa intravedere sfumature della propria vita?
Sì, assolutamente. Questo brano è molto personale e nasce da un’esperienza che mi ha segnato profondamente. Credo che chiunque abbia vissuto una relazione che non funzionava più possa riconoscersi nelle parole della canzone. L’ho scritto con l’intenzione di toccare corde universali, perché in fondo, anche se le storie sono diverse, le emozioni che proviamo sono spesso le stesse.
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