Ospite di questa intervista Omar Cepparolli che ci racconta che il suo amore per la musica è iniziato molto presto ma grazie a “Il barbiere di Siviglia” di Rossini ha scoperto il suo amore per l’opera. L’artista non può anticiparci troppo riguardo ai suoi prossimi progetti lavorativi ma sogna di esibirsi al Teatro alla Scala, all’Opera Garnier di Parigi e alla Staatsoper di Vienna.
Carissimo Omar, benvenuto su “Mondospettacolo”. Puoi parlarci del tuo amore per la musica e per il canto?
Carissima Sara, l’amore per la musica c’è sempre stato; fin da piccolo in casa mia si ascoltava ogni genere, dai Queen a Renato Zero, ma fu con “Il barbiere di Siviglia” di Rossini che nacque il mio amore per l’opera. Ricordo che avevo 8 anni e mi regalarono una videocassetta del Barbiere di Siviglia con la regia di Ponelle, alla direzione Abbado e un cast stellare; lo guardavo con occhi spalancati, affascinato e totalmente rapito.
Naturalmente in casa non mancava Verdi, Puccini e Donizetti ma il mio cuore era fin da piccolo “rossiniano”.
L’amore per il canto invece è iniziato verso la fine del liceo un po’ per gioco nel coro della scuola, e successivamente mi venne la voglia di iniziare lo studio del canto e mi iscrissi al Conservatorio di Firenze.
Durante il tuo percorso didattico e professionale, ha mai avuto dei momenti di scoraggiamento? In caso, come sei riuscito a superarli?
In generale questo particolare percorso ha alti e bassi per tutti, credo, legati a insicurezze e difficoltà; ma uno dei periodi più difficili è stato durante il Covid (come per tanti altri colleghi e persone in ogni settore). Avevo appena concluso il conservatorio e fatta qualche produzione che mi aveva dato fiducia in me stesso, ma la pandemia ha bloccato tutto anche le mie aspirazioni; trovai tante porte chiuse tanto che abbandonai il mio sogno e iniziai a lavorare per una nota ditta di impianti di sicurezza. Un giorno però una chiamata inaspettata ha cambiato tutto: erano Serena Gamberoni e Francesco Meli che mi dicevano che ero stato ammesso all’Accademia del Teatro Carlo Felice di Genova, quel giorno stesso mi licenziai e dopo poche settimane mi traferii a Genova, quella chiamata ha dato una svolta alla mia carriera. Da quel momento in poi grazie a loro ho tirato fuori una grinta e una dedizione mai avute prima.
Prossimi progetti e/o sogni nel cassetto?
Tra i progetti ci sono delle produzioni prossimamente di cui però non voglio fare spoiler, come sogni nel cassetto c’è di poter cantare al Teatro alla Scala, all’Opera Garnier di Parigi e alla Staatsoper di Vienna.
La foto di copertina (in apertura): credits by Gianfranco Rota
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