Il 1 novembre Niox pubblica il secondo capitolo di “Matrix”, ovvero l’EP “Matrix Reloaded” che prende spunto proprio dal omonima saga cinematografica. Per l’occasione lo abbiamo intervistato e abbiamo approfondito alcuni argomenti.
“Matrix Reloaded” prende ispirazione dalla famosa saga cinematografica. Come è nata l’idea di collegare questo tuo progetto musicale al mondo di Matrix?
Dopo anni di progetti vari, avevo la necessità di costruire dei progetti che in qualche modo si richiamassero a vicenda; volevo creare una mia piccola saga, fortunatamente sui titoli non ho avuto bisogno di usare dei numeri, ma proprio i richiami dei titoli cinematografici.
I singoli come Niente, Testarossa, Fingere e l’inedito America mostrano un’evoluzione nel tuo sound. Cosa rappresenta per te questo nuovo EP rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Per me rappresenta una nuova crescita musicale e personale, ogni Ep/progetto che creo mi insegna e fa scoprire nuove sfaccettature di Niox, da presentare agli ascoltatori.
Il brano America sembra evocare una disillusione nei confronti del sogno americano. Cosa ti ha spinto a esplorare questo tema? C’è un’esperienza personale che ha ispirato il testo?
Sono da sempre stato positivo e ottimista però, nella vita bisogna essere anche realisti, tutti abbiamo un’idea di America “stupenda” come ogni prodotto gestito alla perfezione sul piano Marketing, io credo invece che ci sia bisogno di uno sguardo più dettagliato nelle cose; purtroppo noi Italiani svalutiamo tanto il nostro paese perché pensiamo che altrove sia meglio (in questo caso l’America), ma se per un attimo cominciassimo a vedere le cose come stanno realmente, probabilmente gli americani stessi preferirebbero vivere in Italia piuttosto che nel loro paese. È quel famoso paese dei balocchi, in cui ti insegnano che puoi far tutto a qualunque prezzo.
Tra i brani dell’EP, ce n’è uno a cui ti senti più legato o che senti rappresenti al meglio la tua evoluzione artistica?
Potrei dire che mi sento legato a tutti e 4 in quanto presentano 4 sfaccettature diverse del mio carattere, come Mood e non solo, però, ciò che mi identifica di più direi… America, per la sonorità elettronica che accompagna il brano.
Ogni brano dell’EP sembra avere una sincerità disarmante, una “crudezza” nella descrizione della realtà. Come affronti il processo di scrittura? Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?
Per me la scrittura è una boccata d’aria nel marasma di problemi, mi distrae dalla vita e mi rende più libero dalle negatività del mondo. Sono uno che ama informarsi e ama vivere ogni istante, per me tutto è ispirazione, soprattutto le varie esperienze che affronto durante le mie giornate, ho sempre pensato che, per fare musica in maniera originale, una persona debba vivere ciò che scrive, così che possa evitare brutte figure con se stesso.
Sei attivo dal 2018 e in pochi anni hai pubblicato diversi EP, un album e molti singoli. Cosa pensi sia cambiato di più nel tuo approccio alla musica dal tuo primo EP Massimo fino a Matrix Reloaded?
La consapevolezza di cosa voglio e posso raccontare; in questi anni ho fatto in modo che l’esperienza acquisita mi desse la giusta maturità su certi aspetti.
Parliamo del tuo motto “fai te, perché se non lo fai te nessuno lo fa per te”. Quale significato ha per te e come guida il tuo percorso artistico?
Nella vita, ogni cosa che son riuscito a fare, l’ho sempre fatta attraverso le mie forze, sono sempre e da sempre contro raccomandazioni o altre situazioni che spesso aleggiano in questo paese, ho sempre pensato a lavorare sodo e duramente perché solo attraverso all’impegno, la dedizione, la perseveranza e soprattutto l’umiltà, una persona può veramente raggiungere i propri obiettivi, a prescindere da quali essi siano. Nel mio percorso (così come potrebbe essere il percorso di chiunque altro), la musica ha un costo, questo costo comporta sacrifici, magari importanti, per perseguire questo sogno; fare le cose da sé è sbattimento (lo so), però ti forma e ti insegna tantissimo, ti permette di relazionarti meglio tecnicamente con addetti ai lavori e non solo. Se vuoi diventare bravo in qualcosa devi darti da fare tu, perché il sogno che stai perseguendo è il tuo e non di un altro, quindi, fai te.
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