Alexandre Aja dirige il film horror Never let go – A un passo dal male. La narrazione è lenta e ci introduce in un bosco fitto, in mezzo al quale c’è una casa in legno abitata da una madre, che ha il volto di Halle Berry, e i suoi due figli gemelli: Nolan, interpretato da Percy Daggs IV, e Samuel, portato in scena da Anthony B. Jenkins.

La realtà in cui sono immersi i protagonisti sembra quella di un mondo post-apocalittico e la vita nel polmone verde della natura in cui sono ospiti appare da subito ostile. Il film sotto questo punto di vista si impegna anche a dare un messaggio riguardo ad un’incognita sul prossimo futuro dell’umanità, ove madre terra, probabilmente per reazione, ha letteralmente preso il sopravvento.

Quando devono allontanarsi da casa per procacciarsi il cibo, che consiste prevalentemente in rane, insetti, piccoli roditori e vegetazione commestibile, i tre fanno uso di robuste corde che si legano alla vita. Questo espediente è fondamentale, poiché, se dovesse accadere qualcosa, sanno come aiutarsi e proteggersi. Quel “qualcosa” è sinonimo di una minaccia invisibile che si nasconde tra gli alberi del bosco. I problemi che mineranno la stabilità del nucleo familiare iniziano quando uno dei bambini comincia a dubitare se il male da cui li protegge la madre sia reale oppure il frutto della sua immaginazione. Nel mentre di una delle tante spedizioni per procurarsi il cibo, improvvisamente una corda si spezza, dando vita ad una serrata lotta per la sopravvivenza.

Never let go – A un passo dal male mette in evidenza come le corde siano un simbolo riferito al cordone ombelicale che lega i figli al grembo materno. D’altro canto, il personaggio incarnato dalla Berry desidera quanto più sia possibile tenere accanto a sé la prole, affinché riesca a proteggerla dalle mostruosità del mondo esterno.

Il lungometraggio si muove quindi sul filo dell’ambiguità, se davvero incomba una minaccia demoniaca nel bosco in cui vivono oppure no. La casa apparentemente rappresenta l’unico luogo sicuro, che in modo peculiare, a sua volta, simboleggia proprio il ventre di una madre. Una vicenda che si può racchiudere in una rappresentazione di una prigione dorata. Il troppo amore di una mamma può generare mostri e minare la formazione dei figli attraverso traumi che possono essere ereditati e trasmessi dai genitori ai propri ragazzi.

Il film, però, pur avvalendosi di una regia che sa muoversi in un’ambientazione selvaggia e ricca di fascino e mistero, non decolla mai davvero. La lentezza impera sovrana, genera lungaggini che potevano essere gestite meglio.

La favola nera è appena affrescata di tinte horror molto leggere, poiché il cinema dell’orrore è ben altra cosa e il regista Alexandre Aja dovrebbe saperlo, avendo girato titoli come Alta tensione nel 2003, il buon remake de Le colline hanno gli occhi nel 2006, e Riflessi di paura nel 2008 con protagonista Kiefer Sutherland.

Never let go – A un passo dal male è di conseguenza nel complesso deludente, anche per il fatto di patire un certo déjà-vu con altre pellicole quali A quiet place – Un posto tranquillo di John Krasinski del 2018 o Bird box di Susanne Bier, dello stesso anno, che non lo rendono mai troppo originale sia per ambientazioni, sia per rimandi evocativi post-apocalittici riconducibili all’idea di famiglia in preda a minacce da parte di misteriose entità o invasioni aliene.


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