Michela Minini è una voce che danza tra le righe, un’anima che trasforma il vento della vita in versi capaci di sfiorare il cuore. Nata a Savona e cresciuta tra i silenzi dell’entroterra ligure di Cairo Montenotte, ha fatto della scrittura un ponte tra il dolore e la bellezza, un atto di resistenza e di amore. Autrice di opere come Pensieri dell’anima e Sogno lucente, premiate e apprezzate per la loro intensità, Michela non si limita a raccontare se stessa: con la sua arte sostiene i bambini dell’Ospedale San Paolo di Savona, donando ogni ricavato a chi lotta nelle stanze bianche della pediatria. Madre, moglie, sognatrice che un tempo inseguiva il cielo come pilota, oggi vola con l’inchiostro, intrecciando storie e poesie che parlano di radici, di famiglia e di un’infinita capacità di rinascita. In questa intervista, ci svela il suo mondo: un universo di emozioni dove ogni parola è un seme di luce, ogni gesto un abbraccio al futuro.
Ciao Michela, puoi raccontarci chi sei e come ti presenteresti a chi non ti conosce ancora?
Sono una scrittrice italiana originaria di Savona, cresciuta a Cairo Montenotte, un paese dell’entroterra ligure. È madre di una figlia, Aurora, e moglie devota. La mia produzione letteraria comprende diverse opere, tra cui: “Pensieri dell’anima”: Una raccolta di poesie che esprime sussulti dell’anima, riflettendo la capacità di trarre forza dal proprio dolore per donare bellezza al mondo. Pensieri dell’Anima, ha vinto il premio BOOKSfor PEA Awards to Culture and Life, riconoscendo il valore dei libri per la pace. “Il sorriso oltre l’infinito”: Un’opera che invita i lettori a superare i limiti degli orizzonti, raggiungendo l’infinito dell’assoluto e riequilibrando il destino tra le barriere invisibili. “Sogno lucente”: Un libro che celebra la figura di mia sorella, nutrendo l’esistenza attraverso versi poetici che riscaldano il cuore con raggi d’amore. “ Cuore con cuore” silloge di poesia introspettive.”Destino d’estate”,opera molto profonda,”Sogno lucente”, raccolta di poesie che ha partecipato allo strega, e con il suo settimo libro” ESPLORARE” una raccolta di storie introspettive.Oltre alla scrittura, sono attivamente coinvolta in iniziative benefiche. Ha partecipato al Salone del Libro di Torino e sarò presente anche quest’anno, dove ho raccolto fondi per il reparto di pediatria dell’ospedale in particolar modo per le principesse in corsia che operano al San Paolo di Savona e non solo .La mia storia personale è stata condivisa sul sito “Io Non Sclero”, dove ho espresso il desiderio di creare una rete per dare voce ai progetti e portare serenità attraverso la semplicità. La sua pagina Facebook offre ulteriori informazioni sulle sue attività e pubblicazioni Recentemente, sono stata ospite a RadioRaccontiamoci, dove ho presentato la mia opera “Essenza rara”. La mia dedizione alla scrittura e al sociale mi rende una figura significativa nel panorama letterario italiano contemporaneo.
Sei nata a Savona e cresciuta a Cairo Montenotte: quanto ha influito il tuo legame con questi luoghi sulla tua scrittura e sulla tua creatività?
La scrittura in questi luoghi ha influito molto positivamente, come un seme piantato nel vento dell’anima, un filo di luce tra muri di ombre, un canto sommesso che infine si espande. Ha dato voce a chi voce non aveva, ha inciso verità su pagine mute, ha sciolto catene, ho aperto finestre sul mondo nascosto dentro le mie ombre. Ogni parola ha ricucito ferite, ogni verso ha spezzato il silenzio, e nelle storie narrate, vissute, ho trovato radici e sentiero. Scrivere è stato un atto di vita, un grido dipinto su mura di nebbia, un ponte di inchiostro tra l’animo, un’eco d’amore che il tempo non spegne e ancora si scrive, si sogna, perché la parola è fuoco e dimora, è terra feconda, è mare che abbraccia, è il nostro respiro inciso nel tempo.
Hai frequentato l’ITIS con il sogno di diventare pilota. Come sei passata da quell’aspirazione alla poesia e alla scrittura?
Io amavo volare, così feci una scuola tecnica, cercando il cielo tra numeri e ali, disegnando traiettorie d’aria su fogli intrisi di sogni sottili. Ma il destino a volte cambia rotta, spinge il vento dove il cuore batte, e così, lasciando il metallo e i motori, ho trovato il volo dentro le parole. Ora spicco il salto con l’inchiostro, senza più limiti, senza confini, planando lieve sopra i pensieri, tracciando cieli su pagine vive. Ogni lettera è una corrente ascendente, ogni storia un decollo sicuro, e nella fantasia che accarezza il vento ritrovo il cielo che ho sempre cercato. Non ho più bisogno di piste e strumenti, solo di un foglio e di un sogno acceso, perché il volo più bello che io conosca è quello che nasce dentro le parole.
Hai pubblicato diversi libri, tra cui Pensieri dell’anima, Cuore con cuore e Destino d’estate. Qual è il filo conduttore che lega le tue opere?
Il filo conduttore è la vita, intessuta nelle mie opere, ogni parola è un frammento di me, un riflesso del mio quotidiano. Mamma da sempre, prima ancora di saperlo, nel grembo dei giorni ho cullato sogni, tra mani che accarezzano e labbra che sfiorano, ho scritto storie d’amore e resistenza. Ogni risveglio è una pagina nuova, ogni notte un punto fermo tra i pensieri, racconto di pianti che poi diventano risa, di mani sporche di farina e di carezze leggere. La mia scrittura è un eco di vita, un diario aperto senza chiavi né porte, un viaggio che segue il battito eterno di chi ama senza misura, senza confini. E così, tra fogli e abbracci, tra sogni e realtà, continuo a scrivere, a vivere, a donare, perché la mia storia è fatta di giorni intrecciati e d’amore che scorre, infinito e costante.
Le tue poesie sono descritte come un “tumulto di emozioni dell’anima”. Come nasce una tua poesia? Hai un processo creativo particolare?
La mia poesia nasce da ogni secondo che assorbo, dall’aria che respiro, dal vento che sfiora, dai passi che lascio sulla strada del giorno, dal battito muto di un’ora che vola. Vivo ogni istante, è prezioso e perfetto, granello di tempo che incide il destino, un frammento di luce che il cuore raccoglie per farne parola, per farne cammino. Scrivo nel pianto che scioglie le ombre, nel riso che esplode come un cielo d’estate, nelle mani che stringono il senso del mondo, negli occhi riflessi di storie passate. Ogni attimo è inchiostro che scorre veloce, un dono che il tempo mi lascia sul foglio, e così io raccolgo, dipingo, respiro, perché tutto è poesia, perché tutto è un sogno.

Hai ricevuto numerosi riconoscimenti, come il Premio Lingua Madre e il Premio FSRR. Cosa significano per te questi traguardi?
Non sono i premi a dare importanza a un traguardo, ma l’animo con cui si va avanti, la luce silenziosa che arde nel petto, la forza invisibile dentro ai passi stanchi. Non è l’applauso che segna il cammino, né il riconoscimento inciso nel tempo, ma il coraggio di chi, cadendo e rialzandosi, sfida se stesso e abbraccia il momento. Ogni sogno realizzato è già una vittoria, ogni strada percorsa un dono prezioso, perché il vero valore non sta nella meta, ma nel viaggio stesso, nel cuore radioso. E così avanzo, senza bisogno di trofei, nutrendo l’anima di battiti veri, perché ciò che conta non è l’arrivo, ma il senso profondo di ciò che insegui.
Collabori con Psicografici Editore e altre piattaforme: come hai scelto di intraprendere questa strada editoriale?
Tutto ciò che è arte fa parte di me, vive nel respiro di ogni mia parola, scorre nelle vene come un canto sommesso, illumina i giorni, accarezza l’aurora. L’arte è il colore dentro i miei occhi, è il suono nascosto in ogni silenzio, è il gesto leggero di mani che creano, è il sogno che prende forma nel tempo. Scrivo, dipingo, respiro poesia, danzo tra note che il cuore inventa, ogni istante è un frammento d’eterno, ogni emozione un’opera intensa. Non c’è confine tra me e l’arte, è un battito vivo che mai si spegne, è un’anima che si espande e si dona, un fuoco che arde, un amore che insegna.

Tutto il ricavato dei tuoi libri va alla pediatria dell’Ospedale San Paolo di Savona. Cosa ti ha spinto a dedicare la tua arte a questa causa?
I bimbi sono il nostro futuro, gemme preziose in mani speranzose, sguardi che brillano come stelle, sogni intrecciati a fiabe e attese. Ma spesso i piccoli cuori tremano, nelle stanze bianche di un ospedale, tra fili, sussurri e luci lontane, cercano abbracci che scaldino l’anima. Hanno bisogno di carezze sincere, di parole dolci come un rifugio, di mani che stringano senza paura, di sorrisi che sciolgano il buio. Un gesto d’amore può essere luce, può essere forza, speranza infinita, perché nel cuore di un bimbo che ride sboccia la vita, rinasce la vita.
Hai dichiarato che il progetto benefico è nato con tua sorella Ilaria. Puoi raccontarci di più su come questa esperienza personale ha influenzato il tuo percorso?
Questo progetto è nato tanto tempo fa, con mia sorella YAYA, mentre si parlava nelle lunghe notti, di come potevamo fare qualcosa per i bimbi, darle una mano, un sorriso in più. Ricordo quelle serate, il calore della stanza, la luce soffusa che illuminava i nostri volti, ognuno con gli occhi pieni di speranza. La nostra idea sembrava piccola allora, quasi un sogno irraggiungibile, ma c’era qualcosa nell’aria che ci diceva che dovevamo provarci. Iniziammo a mettere insieme idee, a raccogliere piccole risorse, ma soprattutto a unirci con un unico scopo: portare un po’ di luce nei giorni bui di quei bambini. Le nostre mani si intrecciavano nella progettazione, i sorrisi diventavano la forza che ci spingeva a non fermarci mai. Non sapevamo cosa sarebbe successo, ma sentivamo che quel primo passo avrebbe cambiato qualcosa, anche solo per una persona, fu così che cominciò il nostro viaggio, un viaggio che sarebbe durato anni e che avrebbe toccato il cuore di chiunque fosse stato coinvolto
Qual è il messaggio di speranza che vuoi trasmettere ai bambini e alle famiglie attraverso il tuo lavoro?
Ogni piccolo gesto, ogni sorriso, si rivela più forte di quanto avessimo mai immaginato. Non si tratta di grandi azioni, ma di piccoli momenti che fanno la differenza. Ogni volta che un bambino riceve un abbraccio, una parola gentile, o un semplice sorriso, sembrava che il mondo intero si fa un po’ più leggero. La speranza, come un filo sottile, si infila nei loro cuori e cominciava a guidarli lungo un percorso diverso, con poco si può cambiare il percorso degli altri.
Sul tuo profilo Instagram (@michela_minini) condividi momenti della tua vita quotidiana e della tua arte. Quanto è importante per te il dialogo con i tuoi follower?
È molto importante dal punto umano, ascoltare tutte le persone che mi seguono, sono linfa, fonte d’ispirazione per creare attimi, passi da percorrere.
Hai una famiglia che ti sostiene, con tuo marito Marco e tua figlia Aurora. In che modo la tua vita familiare ispira la tua scrittura?
La mia vita familiare mi ispira sempre a scrivere, sono fonte d’energia. Ogni giorno, attraverso le risate, le discussioni, e anche i silenzi condivisi, trovo spunti che mi nutrono e mi spingono a raccontare storie. È nelle piccole cose, nei gesti quotidiani, che si nascondono le emozioni più vere, quelle che posso trasformare in parole. La loro presenza nella mia vita è come una forza invisibile che mi guida, un flusso di energia che mi aiuta a creare mondi dove la speranza e l’amore prevalgono. Scrivere diventa, così, un modo per restituire, per trasformare l’energia che ricevo in un dono per gli altri.
Quali sono gli autori o le esperienze che ti hanno influenzato di più come poetessa?
Mi hanno influenzato e ispirato molto scrittori amici contemporanei, persone a me care, le esuli che credo e credono in me. Cito il mio mentore, Guido Tracanna, grande scrittore contemporaneo, il quale mi ha sempre sostenuto. Guido non è stato solo una guida nel mondo della scrittura, ma una figura che ha creduto nel mio talento quando ancora dubitavo di me stessa. Le sue parole, le sue critiche costruttive, e la sua passione per la scrittura mi hanno spinto a superare i miei limiti e a credere che ogni parola abbia un potere speciale. Il suo sostegno è stato fondamentale, e continua a esserlo, ogni volta che mi sento persa o incerta sulla direzione da prendere.
Hai in programma nuovi libri o iniziative benefiche? Puoi darci qualche anticipazione?
Proprio perché siete voi, vi svelerò qualcosina, tanti progetti tantissimi libri, nel cassetto ne ho da pubblicare 77 di svariato genere, ma sempre introspettivi indifferentemente da che tipologia saranno, ma sempre tutto il ricavato andrà storie in beneficenza.
Dove ti vedi tra cinque anni, sia come autrice che come persona impegnata nel sociale?
Tra cinque anni mi vedo più matura, ma sempre la stessa burlona. La vita, con tutte le sue sfide e opportunità, mi avrà sicuramente insegnato nuove lezioni, ma non credo che cambierò la mia essenza. La mia capacità di ridere, di affrontare le difficoltà con un sorriso, di prendere la vita con leggerezza, resterà intatta. La maturità non significa perdere la propria spontaneità o il senso dell’umorismo, ma piuttosto arricchirli di esperienza e consapevolezza. In fondo, è proprio quella capacità di ridere nei momenti giusti che mi dà la forza di andare avanti, senza mai perdere il sorriso, anche quando la strada si fa più tortuosa. E spero che, in cinque anni, sarò ancora la stessa, capace di guardare alla vita con curiosità e un pizzico di follia.
C’è una poesia o una frase che hai scritto che senti particolarmente vicina al tuo cuore?
Essere se stessi è la virtù dei forti
Nel silenzio dell’anima risuona,
una voce che sfida il vento,
quella che non si piega, che non si svende,
che nella propria essenza trova il coraggio.
Essere se stessi è un atto di forza,
che non teme il giudizio, né il confronto,
è un cammino solitario, ma deciso,
che nell’autenticità si fa strada.
Non è la paura a definire chi siamo,
ma il coraggio di restare veri,
di mostrare al mondo la nostra verità,
come un faro che brilla, imperterrito.
Essere se stessi è la virtù dei forti,
di chi sa che ogni cicatrice
è un segno di vita, non di debolezza,
e che la bellezza è nell’essere imperfetti.
Qual è il tuo posto preferito per scrivere o trovare ispirazione?
Il mio posto per scrivere è ovunque, perché ogni respiro è poesia. Ogni angolo del mondo, ogni momento che vivo, porta con sé una storia da raccontare. Il battito del cuore, il suono della pioggia, il sorriso di un bambino: sono tutte note che compongono la melodia della vita, e ogni parola che scrivo è il mio modo di dare forma a quella musica. Non c’è limite al luogo in cui posso scrivere, perché la poesia è dentro di me, e mi accompagna in ogni passo, in ogni respiro, in ogni pensiero.

Se potessi intervistare un poeta del passato, chi sceglieresti e cosa gli chiederesti?
Se dovessi associarmi a un poeta del passato, sarei Alda Merini e le chiederei se le sue parole fossero nate dal fuoco o dalla cenere, dal dolore o dall’incanto. Le chiederei se, nei suoi versi, ha trovato più rifugio o tempesta, se scrivere fosse per lei una cura o una condanna.Vorrei sapere se, mentre il mondo la giudicava, lei sentiva dentro di sé la certezza di essere eterna, se la sua poesia fosse un grido o un sussurro, una ferita o una carezza. Le chiederei cosa si prova a essere così vera da far tremare chi legge, così fragile eppure così indistruttibile. E infine, le chiederei se, in mezzo a tutto quel dolore trasformato in arte, si sia mai sentita davvero libera.
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