Leo Tenneriello si racconta

Fuori dal 21 agosto “Le tracce di un’altra donna”, il nuovo singolo di Leo Tenneriello. Una malinconica ballad indie pop con un pizzico di delicato rock che rende il ritornello accattivante e indimenticabile.

Per l’occasione abbiamo intervistato l’artista!

Leo Tenneriello intervista

“Le tracce di un’altra donna” si inserisce in una stagione musicale particolarmente intensa per te. Cosa ha motivato questa creatività così prolifica negli ultimi anni?

La musica è sempre stata un rifugio per me, un luogo in cui posso esplorare emozioni, pensieri e storie che, a volte, non riesco a esprimere a parole. Negli ultimi anni, ho vissuto diverse esperienze che hanno risvegliato in me un bisogno più urgente di creare, come se fossi in costante evoluzione. Ogni nuova canzone è stata una scoperta, un capitolo di un percorso più ampio che non posso ignorare. La motivazione viene da dentro, ma anche dalle persone che incontro e dalle storie che ascolto.

La donna misteriosa descritta nel brano sembra quasi un simbolo. Cosa rappresenta per te questa figura?

Esattamente, la donna descritta non è necessariamente una persona reale, ma piuttosto un simbolo di qualcosa di sfuggente, di incomprensibile. Può rappresentare l’incontro con una parte di sé stessi che non si riesce del tutto a decifrare, oppure la nostalgia di qualcosa che abbiamo perso lungo il cammino. È una figura che, pur non essendo concreta, lascia delle tracce indelebili nel nostro vissuto.

Hai citato la frase “La conoscenza la puoi solo sperimentare e mai possedere”. C’è un’esperienza personale che ha ispirato questa riflessione?

Sì, questa frase deriva dalla consapevolezza che tutto è in continua trasformazione, compresi noi stessi. C’è stato un momento nella mia vita in cui ho cercato di afferrare certezze, di definire tutto ciò che mi circondava. Ma ho imparato che la vera conoscenza si acquisisce vivendo, accettando che non si può controllare o possedere nulla in modo assoluto. La saggezza nasce dall’esperienza diretta, dalle sfide, dagli errori e dalle sorprese che la vita ci riserva.

Hai collaborato con diversi artisti per questo singolo, come Gabriele Andrisani e Michele Brugiolo. Quanto è importante per te il lavoro di squadra nella realizzazione della tua musica?

È fondamentale. La musica è un linguaggio condiviso e la collaborazione con altri artisti arricchisce ogni fase del processo creativo. Gabriele Andrisani e Michele Brugiolo hanno portato le loro sensibilità e il loro talento, permettendo alla canzone di prendere una forma che non avrei mai potuto realizzare da solo. Lavorare insieme significa mescolare visioni diverse, scoprire nuove idee e crescere come artista e come persona.
È stato bello collaborare anche con mio fratello Enzo e con Sergio Malfatti. Enzo ha ideato la copertina e realizzato un video che mi è piaciuto molto, ha saputo dare un volto alla canzone. Sergio Malfatti è l’autore della foto di copertina che è stata scelta tra un centinaio di foto scattate in diverse location della mia città, Taranto.

Qual è stato il momento più emozionante o significativo della lavorazione di “Le tracce di un’altra donna”?

Credo che il momento più emozionante sia stato quando ho riascoltato la versione finale del brano. Sentire come tutto si è incastrato alla perfezione, dalle parole alla musica, è stato magico. Ogni dettaglio rifletteva il viaggio che avevo intrapreso per creare qualcosa di autentico. È stato come vedere un sogno prendere forma, e in quel momento ho capito che il brano aveva trovato la sua vera anima.


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