LARIA presenta il suo nuovo ed emozionante singolo “Finestra”, disponibile dal 23 ottobre su tutti i digital store. Un brano pop cantautorale che racconta come le mura di casa spesso diventino la nostra stessa prigione.
Una storia toccante e un brano altrettanto degno di nota, quindi non abbiamo resistito e l’abbiamo intervistata.
Intervista LARIA
“Finestra” è un brano molto intenso e introspettivo. Qual è stata l’ispirazione principale dietro questa canzone?
L’Accademia in cui studio ha organizzato un evento nella mia città in occasione della giornata contro la violenza sulle donne e ci ha proposto di cantare un brano o di portare un racconto.
Ho deciso di unire le due cose: ho scritto questa canzone cercando di raccontarla tramite immagini ed emozioni. Inizialmente non sapevo come fare a parlare di un tema così delicato senza risultare o banale o troppo complicata. Poi un giorno ho visto un’immagine di una finestra e lì è arrivata l’ispirazione, tutta insieme.
Ci sono elementi autobiografici in “Finestra”? Ti sei ispirata a esperienze personali o osservazioni sul mondo attorno a te?
In passato mi è capitato che mi sia stato detto di non truccarmi e di rimanere in silenzio. Fortunatamente è stato per un breve periodo che non ha condizionato la mia vita però per qualche istante ha modificato il mio modo di pensare. In quei momenti mi sono sentita a disagio, non all’altezza. Posso quindi dire che per l’inizio della canzone mi sono ispirata a frasi che mi sono sentita dire; per tutto il resto del brano ho immaginato come sarebbe stata la mia vita se non fossi riuscita ad uscire da questo circolo vizioso così velocemente. Non sono comunque mancate anche le osservazioni sul mondo intorno a me; purtroppo è una tematica di cui sentiamo ormai parlare quotidianamente e questo ha fatto in modo che si creassero dentro di me immagini che poi ho cercato di sviluppare nel corso del brano.
La protagonista sogna una vita diversa, ma percepisce sempre una sorta di “macchia scura”. Questo tema di speranza mescolata a una rassegnazione condizionante è qualcosa che volevi trasmettere intenzionalmente?
Assolutamente sì, è intenzionale. Personalmente credo che la violenza psicologica spesso venga sottovalutata. I lividi che lascia non sono visibili ma fanno in realtà morire dentro. Credo che la ragazza possa uscire da questa gabbia tornando a vivere una vita felice e piena d’amore, ma allo stesso tempo ci sarà sempre una parte di lei, anche la più profonda sotterrata nel suo subconscio, che resterà legata a quelle parole che sono andate ad incastrarsi nella sua mente.
“Finestra” parla di indipendenza e del peso di certi condizionamenti sociali, soprattutto per le donne. Quanto è importante per te usare la tua musica per affrontare questi temi?
Per me è di fondamentale importanza. Credo che la musica sia uno strumento molto forte con il quale possiamo anche incorrere in battaglie come questa. Quando un cantante decide di scrivere un brano deve ricordarsi che ha una grande responsabilità; può smuovere gli animi dei propri ascoltatori e a volte indurli a riflettere su tematiche anche scomode. Può scegliere quanta importanza dare ad ogni parola, quanto peso attribuirle, quale emozione cercare di scaturire nell’ascoltatore. Preferisco arrivare al cuore di dieci persone piuttosto che alle orecchie di mille.
Le orecchie poi dimenticano; il cuore no.
Hai ricevuto riscontri o feedback da ascoltatrici che si sono sentite rappresentate dalla storia di questa canzone?
Ci sono state alcune ascoltatrici che mi hanno comunicato che si sono riviste in alcune immagini descritte nel brano. La maggioranza degli ascoltatori è però rimasta scossa dall’immagine della gonna. Mi hanno riferito che non hanno mai riflettuto su quanto il semplice acquisto di un vestito possa trasformarsi per alcuni in una battaglia così difficile.
Quali artisti o esperienze musicali ti ispirano maggiormente e quali ascolti influenzano la tua musica oggi?
Sicuramente mi ispiro ad Elisa, cantante che studio fin dall’età di sette anni. Per quanto concerne la scrittura mi ispiro ai grandi cantautori della musica italiana come Lucio Battisti, Lucio Dalla, Zucchero, Mango. Anche cantanti e gruppi musicali come Birdy, Christina Perri e Coldplay influenzano la mia musica.
C’è un messaggio o un consiglio che vorresti dare a chi sogna di intraprendere una carriera artistica come la tua?
L’unico messaggio che vorrei dare è quello di rimanere sé stessi, sempre. So che può sembrare banale ma credo che in un mondo come quello della musica sia molto facile perdersi. È sempre importante ricordare da dove si è partiti e non dimenticare mai il motivo per cui si ha scelto di fare musica e di crearne di nuova.
Non c’è cosa più bella che essere apprezzati per come si è, senza maschere o finti personaggi creati per nascondere sé stessi.
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