Inatteso, irriverente, intrigante, frizzante e assolutamente pop: è la commedia romantica La sindrome degli amori passati di Ann Sirot e Raphael Balboni, che inizia con una motivazione per l’infertilità assolutamente folle e arriva a raccontare i codici tutti nuovi delle coppie e dei rapporti d’amore al giorno d’oggi.
Sandra (Lucie Debay) e Remy (Lazare Gousseau) sono una coppia affiatata che cerca invano di avere un figlio. Lo specialista che li ha in cura arriva ad una diagnosi tanto assurda quanto stuzzicante: i due sono affetti dalla sindrome degli amori passati, e l’unico modo per superarla è andare a letto con tutti gli ex amanti per sbloccare quello che è rimasto irrisolto, psicologicamente e – soprattutto – fisicamente.
Quindi, per poter finalmente avere l’agognato bimbo, Sandra e Remy dovranno fare i conti con il passato, riaprire – con una “seduta sessuale” – vecchie storie al fine di chiuderle definitivamente e permettere al proprio corpo di liberarsi e procreare. Inizialmente titubanti, i due decideranno di seguire l’indicazione dello specialista, cercando e incontrando i propri vecchi amori.
Essendo una coppia affiatata, l’importanza del dialogo e della sincerità è il caposaldo; così i due appendono su pareti bianche affiancate le foto degli ex da incontrare, aggiornandole con i propri progressi per poi poterle depennare come una lista della spesa: solo tre foto per lui, molte di più per lei.
Già qui inizia a scricchiolare il vecchio modello di coppia, con l’uomo a disagio dinanzi ad una donna che ha avuto un numero discreto di amanti; soprattutto perché la precedente libertà sessuale di Sandra contrasta con la goffaggine di Remy, tanto da spingere lei a consigliargli e permettergli un nuovo incontro (tramite una delle applicazioni ad hoc) puramente fisico con una sconosciuta, in modo da sciogliersi e iniziare il suo percorso all’indietro.
Altro scricchiolio: quella che doveva essere una cura apre alle infedeltà e alla libertà di coppia, ai terapeutici vecchi amanti di lei si contrappongono infatti le nuove amanti di lui, che scopre in sé un nuovo Remy. Sembra il prologo ad una crisi definitiva: il dialogo si perde, i due si allontanano emotivamente, i sentimenti sembrano meno saldi. Invece, la buffa diagnosi che dà il via ad una commedia divertente e dai toni quasi fumettistici non si rivela del tutto errata… ma Sandra e Remy dovranno fare i conti con una relazione mutata nei termini e nelle condizioni.
Con La sindrome degli amori passati Sirot e Balboni scrivono il nuovo codice della commedia romantica e un diverso codice d’amore, scardinando il fulcro della coppia “old style”, sdoganando la libertà di avere più partner. Trovando infine un equilibrio tra coppia aperta e famiglia allargata e rimanendo fedeli al sentimento originario. E lo fanno con un film dai toni giocosi e dalle atmosfere pop e fumettistiche.
Le sequenze di sesso con gli ex sono coreografate come piccoli videoclip musicali, spumeggianti dipinti più simbolici che letterali, tra trovate colorate e intervalli onirici al limite del surreale che alleggeriscono il clima della commedia donandole freschezza e ironia. Se la forma è singolare, l’essenza è comunque il dialogo sentimentale, che offre spunti di riflessione su come parlarsi e amarsi oggi, nel XXI secolo, in una società che sta mutando e necessita di un nuovo equilibrio della coppia da trovare insieme.
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