I racconti del mare è il film diretto dal regista Luca Severi e presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella città, dove abbiamo avuto modo di incontrare il regista insieme al protagonista Luka Zunic.

Una grande avventura, a tratti surreale ma che invece parla di immigrazione, raccontando la vicenda che si svolge in pieno mar Mediterraneo, con protagonisti due giovani molto diversi tra loro: Tonino, un ragazzo pugliese interpretato, appunto, da Zunic, e Ima, un migrante suo coetaneo in fuga verso l’Italia, incarnato da Khadim Faye.

La prima domanda è per te Luca: quale è stata l’ispirazione per aver trovato una chiave di lettura diversa al fine di raccontare una storia che parla d’immigrazione?

Luca Severi: Io sono un regista di reazione, il che mi porta a cambiare prospettiva o registro. Questo è un film di migranti che abbiamo voluto trattare in chiave di commedia, per spogliarlo da qualunque riferimento geopolitico, che inevitabilmente vizia sia il tema che l’analisi e diventa ideologico. La reazione quindi è stata non solo rispetto a chi affronta il tema della migrazione come un grave problema politico, cosa che non mi trova d’accordo, ma anche nei confronti di chi in qualche modo lo comprende ed è più aperto ad accettare le persone che arrivano nel nostro paese, ma che poi di nuovo, in maniera molto ideologica, non si impegnano o non riflettono mai in una dimensione di accoglienza e di integrazione vera, quindi il migrante rimane sempre qualcosa che è meglio che sia tenuto lontano. In definitiva, la reazione che ho avuto, affrontata anche insieme allo sceneggiatore Dino Sardella, è stata di porre il film in una maniera diversa rispetto a un tema che viene trattato di solito in chiave drammatica e in modo un po’ stucchevole e ideologico.

Il film è stato girato prevalentemente su una barca a remi in mezzo al mare. Quanto è stato complesso dirigere in queste condizioni?

Luca Severi: Dal mio punto di vista è stato difficilissimo, molto più difficile di quel che mi aspettassi. Inizialmente era previsto di girare in una situazione per proteggere il set, ovvero in un golfo in condizioni comode in cui l’acqua arrivasse al massimo alle ginocchia, in modo da avere più agio di manovra insieme a barche di supporto, di servizio e di appoggio; ma il meteo ha remato contro e, quando il tempo si è stabilizzato, in mare sono scesi i turisti e quindi non era più possibile girare in questa baia, dove appunto la situazione poteva essere gestita. Quindi ci siamo dovuti spostare al largo, con una carovana di barche che tutte le mattine andava ad ancorarsi in mare aperto per avere un set, ovviamente con tutte le difficoltà del caso. Sia da regista, e in questo caso anche nelle vesti di produttore, è stato difficilissimo. Paradossalmente il mare aperto, però, ha concesso al me regista  una risorsa in più per avere maggiore spazio intorno per i punti macchina e per gestire il lavoro della macchina da presa stessa. Poi ci sono anche gli attori che te lo possono raccontare.

Luka Zunic: Per me è stata un’esperienza unica, perché è proprio una maniera di girare completamente diversa da come ero abituato, e credo sia difficile che mi possa ricapitare ancora. Una situazione molto stimolante per avere l’ispirazione utile di cui avevo bisogno, e mi ha aiutato proprio per il film, che trattava il ritrovarsi in mare aperto senza punti di riferimento.Mi ha fatto scoprire che si può girare  anche in queste condizioni totalmente libere, ed è stato davvero molto bello. Ringrazierò sempre  Luca per questo.

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Luca, parliamo di Ima, che viene da un paese africano in cui vige la dittatura e c’è anche la guerra. La cultura e l’informazione che vengono divulgate risalgono a quarant’anni prima, ovvero si fa riferimento a tutto ciò che riguarda gli anni Ottanta in Italia. Perché hai scelto proprio gli anni Ottanta come riferimento?

Luca Severi: La scelta è stata molto ponderata, perché non c’era momento migliore per raccontare un’Italia un po’ frivola, colorata, glitterosa, in cui tutto forse non era bello ma sembrava bello, e quindi quale epoca migliore per raccontare un’Italia attraente, fatta di ciò che passano i giornali, musiche allegre, lustrini e donne bellissime? Gli anni Ottanta rappresentano quella leggerezza che forse si è persa e che doveva servire da traino narrativo ma anche ideale per Ima. Tutte cose che su un adolescente di un paese lontano, quindi, potevano fare molta presa. E, di conseguenza, il giovane si è costruito un immaginario fortissimo a cui aspirare. Ovviamente l’Italia di oggi non è più così, non lo è per il nostro Tonino, che non conosce i personaggi che cita Ima: il più eclatante di tutti, che è anche un tributo grandioso che io e lo sceneggiatore abbiamo voluto fare, è Stefania Sandrelli, per esaltare la sua grandezza, la sua storia, la sua bellezza e il suo talento estremo.

Luka, tu interpreti Tonino. Quale è stata la prima cosa che hai pensato dopo aver letto la sceneggiatura de I racconti del mare?

Luka Zunic: La prima cosa che ho pensato è che era folle e che, però, mi sarebbe piaciuto tantissimo mettermi alla prova in un’impresa così. Era diverso da tutto quello che avevo letto precedentemente.

E che tipo di bagaglio personale porti con te dopo questa esperienza?

Luka Zunic: Mi porto l’esperienza del set, i giorni passati su quella barca, perché riguardando il film, ci sono stati momenti in cui abbiamo pianto, riso. Invece sul lato emotivo mi lascia un forte senso di appartenenza e una voglia di far vedere al pubblico quanto può essere forte una storia di due persone che si incontrano per caso e quanto possa essere difficile poi dirsi addio solo con uno sguardo.

Luca Severi: Speriamo di essere riusciti ad aver contribuito a cambiare la narrazione sul tema , che sia meno ideologico, ma che assuma una visione e condivisione dal punto di vista strettamente umano la migrazione”.

Ultima domanda: hai progetti futuri?

Luca Severi: Tantissimi, abbiamo parecchie cose in sviluppo completamente diverse tra loro, perché a me piace molto cambiare stile, registro e tecniche. Quindi, per esempio, adesso sto pensando a due thriller: uno da fare in Italia e uno negli Stati Uniti, a Los Angeles. Poi ho una storia drammatica, che è anche un po’ thriller, che riguarda le streghe, in particolare l’ultima ad essere stata condannata a morte in Europa. Non è un horror ma ha elementi orripilanti. Ho poi un coming of age, che vorrei fare in Croazia lato Est Europa. Insomma, stiamo sviluppando e stiamo studiando il tutto.

Luka Zunic: Ti posso dire che sto girando una serie con Fabio Mollo.

Photo: courtesy Alice nella città


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