Visto, tra l’altro, sugli schermi della Festa del Cinema di Roma 2023 nella sezione Concorso Progressive Cinema e su quelli del Toronto International Film Festival dello stesso anno, è disponibile in dvd sotto il marchio CG Entertainment (www.cgtv.it) Holiday, diretto dall’Edoardo Gabbriellini conosciuto soprattutto per essere stato nel 1997 protagonista di Ovosodo di Paolo Virzì.

L’Edoardo Gabbriellini che, passato anche dietro alla macchina da presa con B.B. e il cormorano, del 2003, sotto la produzione del Luca Guadagnino autore di Chiamami col tuo nome e The challengers affronta stavolta una vicenda dai toni noir, riconfermando una certa propensione verso il cinema di genere che già aveva avuto modo di lasciar intendere nel 2012 tramite il suo Padroni di casa.

La vicenda della Veronica dal volto di Margherita Corradi, la quale, riconosciuta innocente dopo un lungo processo e due anni di prigione a causa dell’omicidio di sua madre e del proprio amante, si ritrova ad avere soltanto vent’anni e ancora un’intera vita davanti.

Anche se è difficile guardare al futuro quando gli occhi di tutti sono ancora rivolti a quel tragico evento… quindi, attraverso i suoi ricordi e quelli della sua migliore amica, la Giada interpretata da Giorgia Frank, riavvolge il nastro di una storia che si fa sempre più ambigua man mano che avanza.

E sono riprese eseguite a mano ad essere spesso privilegiate da Gabbriellini nel confezionare un teen drama che, a base di adolescenti angosciate alle prese con svariati aspetti tipici della loro giovane età, si costruisce a suon di flashback in modo che lo spettatore comprenda progressivamente quanto accaduto.

Con ampio sfoggio di primi piani in cui incastonare i volti degli attori, infatti, sono soprattutto le varie fasi del processo che vede coinvolta la protagonista ad occupare la quasi ora e quaranta di visione nell’attesa che si approdi all’epilogo.

Il tutto al fine di rendere Holiday una sorta di cupo giallo dal forte (retro)gusto di cronaca nera tricolore quotidiana che, con tanto di cadaveri in bella vista della coppia di cui sopra, non nasconde affatto palesi riflessioni relative alla Generazione Z e, in particolare, al concetto di “colpevole”.


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