Ispirato al romanzo del giornalista e scrittore catalano Francesc Escribano (Desenterrando el silencio) Antoni Benaiges, el maestro que pó el mar, Il maestro che promise il mare di Patricia Font (catalana anch’ella) colpisce per la raffinatezza delle immagini e la profondità del racconto, intavolando un doppio passo temporale tra gli albori della Guerra Civile in Spagna nel 1936 e il presente, con gli scavi volti a riportare alla luce – e quindi a dare nome e degna sepoltura – a centinaia di oppositori del regime franchista, trucidati e seppelliti in fosse comuni nel corso degli anni Trenta. Il tema della memoria si intreccia con quello dell’educazione innovativa portata nella pluriclasse della scuola elementare di Bañuelos de Bureba (Burges) dal giovane ed ispirato maestro Antoni Benaiges (realmente esistito), arrivato da Barcellona nel 1935, che promise una gita al mare ai suoi alunni, che mai l’avevano veduto.
Con la vittoria alle elezioni del Fronte Popolare, una nuova Repubblica Iberica vede aprirsi uno spiraglio di libertà; Benaiges (interpretato da Enric Auquer) arriva a Burges per sostituire il vecchio e rigido maestro, il parroco del paese, e i suoi metodi basati sulla severità e le punizioni corporali, tra lo sconcerto e il disappunto degli abitanti. Benaiges usava infatti il metodo naturale elaborato dal pedagogista Célestin Freinet, che prevedeva una partecipazione costante da parte degli alunni al processo di conoscenza, anche mediante l’utilizzo in classe della tipografia, per favorire sia l’apprendimento della scrittura che la cooperazione tra allievi e degli allievi con il maestro.
Ecco in poco tempo il fiorire di tanti piccoli quaderni, creati e stampati dai bambini, a partire proprio da una raccolta di pensieri sul mare. Quadernetti andati per la maggior parte perduti, bruciati in piazza dai retrivi franchisti, che giudicavano sovversivo il nuovo metodo di insegnamento tanto quanto il giovane maestro, imprigionato, torturato e infine ucciso, vittima della Guerra Civile scoppiata nell’estate del 1936. La storia di Benaiges viene alla luce grazie alla ricerca della giovane nipote di uno dei suoi alunni, rimasto solo in seguito all’arresto del padre ed affidato alle cure di Antoni.
In una continua alternanza tra presente e passato, la regista si muove con leggiadria sul duplice piano di narrazione, lasciando il ruolo centrale alla figura dell’amato maestro, che riuscì a conquistare prima i suoi alunni poi i genitori e l’intero paese – ad esclusione dell’arcigno parroco. Il maestro che promise il mare di Patricia Font è un gioiello da non perdere; una ricostruzione storica accurata e coinvolgente, un film elegante e profondo, che unisce sensibilità e leggerezza riuscendo a dipingere come in un quadro uno spaccato della storia spagnola rendendolo al contempo vivo e attuale.
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