F.Pozzy torna a far vibrare le corde dell’anima con il suo nuovo singolo “Baby No More”, un mix esplosivo di energia moderna e richiami nostalgici che ci porta direttamente al cuore di una pista da ballo anni ’70. Poliedrico, visionario, sempre un passo avanti alle mode, questo artista incarna la libertà creativa pura, mescolando funk, dance e hip-hop in un sound che non teme confini. Preparati a scoprire il dietro le quinte di un viaggio musicale che parla di emozioni, autenticità e passione senza tempo. In questa intervista, F.Pozzy ci racconta il suo mondo, dove ogni nota è un invito a ballare e ogni parola un manifesto di indipendenza artistica.
Il tuo nuovo singolo “Baby No More” mescola elementi moderni con influenze funk anni ‘70. Qual è stato il processo creativo che ti ha portato a unire queste sonorità così diverse?
La mia passione per gli anni ’80 nasce dal fatto che è il periodo da cui provengo direttamente. Un decennio che ha raccolto l’eredità straordinaria degli anni ’70, arricchendola con nuove idee e stili, ampliando così un patrimonio già di per sé eccezionale. Partendo da queste riflessioni e accompagnato dal ritornello che mi frullava in testa, è nata l’idea di Baby No More: un viaggio nella mia giovinezza, con la musica sempre al mio fianco.
Nella tua carriera hai sempre messo al centro l’autenticità e la libertà artistica, senza cedere alle tendenze commerciali. Cosa significa per te “vendere emozioni, non dischi”, e come questa filosofia ha influenzato la tua evoluzione musicale?
Avere un lavoro esterno mi ha dato il grande vantaggio di potermi muovere con totale autonomia. Non ho mai sentito la pressione di dover guadagnare a tutti i costi con la musica, né la necessità di affidarmi a tributi o cover band per mantenermi. Quello che creo è interamente frutto delle mie scelte e rappresenta il mio tentativo sincero di trasmettere emozioni a chi ascolta, senza scendere a compromessi inutili.
Hai attraversato diverse epoche musicali, dagli anni ‘80 ad oggi, e hai sperimentato con generi che vanno dal rock al pop, fino alla dance e all’hip-hop. Qual è il filo conduttore che unisce tutte le tue esplorazioni artistiche?
Il filo conduttore del mio percorso artistico rimangono sempre gli anni ’80. Ho iniziato con una forte passione per il country-rock, ispirandomi a gruppi leggendari come gli Eagles, CSNY e Poco. Da lì, ho lavorato per sviluppare uno stile personale che guarda al rock più energico e al funk, senza disdegnare incursioni nella dance. È un mix di influenze che mi permette di non restare confinato in uno specifico stereotipo. Fabio Pozzy è Rock, Pop, Funk e Dance oppure, se preferite, un artista difficile da incasellare in un contesto tradizionale. Questa è la filosofia che guida la Pozzy Records e il suo fondatore: F. Pozzy.
Il nuovo album “The Way You Feel” include “Baby No More” e promette di esplorare nuove sonorità. Puoi anticiparci qualcosa su cosa possiamo aspettarci da questo tuo ultimo progetto?
Dopo Legacy del 2023, un album composto da 15 brani, ho attraversato un periodo di difficoltà nel riordinare le idee. Tuttavia, a febbraio 2024 ho iniziato le registrazioni di quello che considero il degno successore. Questa volta ho scelto di ridurre le tracce a 12, puntando su un’impronta più rock rispetto al lavoro precedente. L’obiettivo è offrire agli ascoltatori un’esperienza musicale che non annoi mai, con brani che scorrono potenti, perfetti magari come colonna sonora per un lungo viaggio notturno. Il mio sogno è creare un album che si possa ascoltare all’infinito senza mai stancare, ed è ciò che sto cercando di realizzare con gli ultimi cinque dischi pubblicati dal 2020 a oggi.
Nel corso della tua carriera, hai collaborato con molti artisti di talento e hai mantenuto viva la tua etichetta indipendente, Pozzy Records. Qual è stata la collaborazione che ti ha influenzato di più e come ti ha aiutato a crescere come artista?
Un ruolo fondamentale in questo percorso lo hanno avuto due chitarristi: Fabio Nicolich e Michele Gentilini. Fabio, con la sua passione per il blues, ha influenzato profondamente il mio stile, mentre Michele, grazie alla sua straordinaria tecnica e versatilità, ha saputo adattarsi con maestria a qualsiasi genere musicale.
Non posso però dimenticare il compositore Brian Marshall, con cui ho collaborato nella Pozzy Marshall Band, e il cantante Anthony Gregory, frontman della Travel Band. Entrambi sono stati compagni di viaggio per tutto il decennio degli anni ’80, sin dalla fondazione della mia etichetta nel settembre del 1981. Sono ricordi che porto con me con grande piacere e gratitudine.
Lascia un commento