Enomis da Parigi a Roma.

“Nel 2025 le mie opere saranno esposte nella Capitale”

L’artista internazionale Enomis al secolo Simone Maria Cimini, originario di Roma, dopo aver vissuto per anni negli Stati Uniti, ritrova la sua più grande passione punto di forza della sua arte che oggi è esposta persino a Parigi.

Provocatorie, bizzarre, seducenti, innocenti e scomode, sono alcune delle affermazioni che i più grandi critici hanno affermato ammirando le sue opere definite “senza regole”.

Tali appaiono allo sguardo dello spettatore stesso non solo dei critici d’arte; Le opere che l‘artista

offre al suo pubblico, sono dei veri viaggi attraverso messaggi frutto dell’anima di Enomis.

L‘artista passa in rassegna tutte le impercettibili sfumature della società del ventunesimo secolo, traendo ispirazione e linfa vitale da un complesso creativo che affonda le sue radici nel suo vissuto. Una sfida difficile che l‘artista accetta tra il divertissement e la cruda realtà.

L‘approdo del processo creativo e’ andato via via maturando nel suo spirito come risultato di un processo naturale, che e’ andato consolidandosi attraverso la somma di un complesso background esperienziale fatto di viaggi per il mondo, incontri e scambi culturali.

Dietro  l‘aspetto giocoso,  fatto di colori e superfici traslucide si cela un messaggio più profondo che va a sbattere contro quei temi scomodi e poco “per bene“.

Così appaiono tematiche che abbracciano il sesso, le dipendenze, l‘ambiente e la sua tutela, i complessi intrecci che regolano le relazioni sociali.

Un tripudio di vernici spray, legno, ferro, plastica e molti altri materiali di uso quotidiano.

Enomis si riesce ad adattare al contesto contemporaneo, avvicinarsi tanto al mondo dell‘arte quanto a quello del design e dell‘arredo. L‘artista riesce in maniera istrionica e camaleontica ad adattarsi al vissuto del momento, per dar vita all‘atto creativo.

Il suo compito è dare voce e nuova vita agli oggetti in disuso che la società ha scartato, quindi dargli una nuova dignità dell‘esserci.

Con Enomis ci si trova difronte un universo di oggetti significanti, dove  tutta la molteplicità dell‘esistenza passa in rassegna, passando tanto attraverso l‘omaggio alle più celebri icone musicali, quanto agli oggetti di uso comune che si potrebbero vedere sui banconi dei bar.

L‘artista sembra essere collocato all‘interno  di una sua personalissima macchina del tempo, in grado di portarlo tanto a catturare scarti effimeri della società giornaliera , quanto a trasformarsi in un viaggiatore del passato, a metà tra un idolo punk-rock ed uno Jack Sparrow, che lo portano ad inseguire la sua personale visione fatta di sogni, speranze, curiosità, fantasia e rabbia, agendo fuori dal  contesto delle regole.  Da qui’ la sua esatta collocazione nella scena artistica contemporanea, con un saper fare che si rinnova, si distrugge, si rigenera senza sosta.


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