Le edizioni in dvd de I due evasi di Sing Sing e Ultimo tango a Zagarol vanno ad aggiungersi al sempre più ricco catalogo home video di Mustang Entertainment.
Due titoli appartenenti alla corposa filmografia dell’indimenticato comico siciliano Franco Franchi (all’anagrafe Francesco Benenato), che ci ha lasciati nel Dicembre del 1992, ma realizzati in due diversi decenni, con lo storico compagno di risate Ciccio Ingrassia e senza.
I due evasi di Sing Sing (1964)
Inservienti in un bagno pubblico di New York, Franco e Ciccio salvano la vita al criminale Attanasia, nel mirino del rivale Tristan; quindi, per sdebitarsi, il boss decide di inserirli nel giro degli incontri di pugilato truccati. Con Franco che deve diventare una nuova stella della box e Ciccio destinato ad essere il suo secondo, prende dunque avvio una oltre ora e mezza di visione in bianco e nero che, mirata ad ironizzare sull’universo della mafia italo-americana, vede i due bravi comici ritrovarsi nei guai dal momento in cui i due capi clan vengono trovati uccisi.
E, al timone di regia, il futuro maestro dell’horror su celluloide Lucio Fulci – ovvero colui che seppe modificare efficacemente la coppia rendendo Franco imbranato e Ciccio intelligente, a differenza di come vennero inizialmente presentati al cinema – inscena il tutto ricorrendo a pochissimi esterni, tanto che l’operazione manifesta un sapore non poco teatrale; man mano che la sua lodevole tecnica è testimoniata in particolar modo dalla sequenza di sparatoria sotto la pioggia (con scivolate varie). Per il resto, con musiche di Ennio Morricone (riportato nei titoli di testa come Morriconi forse per omaggiare l’”americano a Roma” ideato proprio da Fulci) e un’apparizione per Lino Banfi, si gioca tra doppi sensi, equivoci, fraintendimenti, pernacchie e un incontro di pugilato in cui, in maniera esilarante, Franchi sfoggia movenze da marionetta che sembrano rimandare al contempo ai cartoni animati e alla Settima arte muta.
Con diciassette minuti intervista a Giacomo Di Nicolò nella sezione extra.
Ultimo tango a Zagarol (1973)
Stanco della dieta della fame a cui è obbligato dalla moglie Margherita interpretata da Gina Rovere, la quale si preoccupa invece di nutrire l’amante che tiene nascosto in soffitta, Franco abbandona lei e il suo alberghetto per andarsene a vivere da solo; ma, nell’appartamento preso in affitto, incontra una giovane donna che preferisce non rivelargli il proprio nome e, condivisa con lei la squallida abitazione, diviene oggetto dei suoi sadici “giochi”.
Il tutto mentre la sua fame resta insaziata e la fanciulla, incarnata da una generosamente nuda Martine Beswick, lo sottopone, tra l’altro, a scosse elettriche su una rete per materasso concretizzando, come il titolo stesso suggerisce esplicitamente, una parodia del capolavoro del cinema erotico Ultimo tango a Parigi, diretto l’anno precedente da Bernardo Bertolucci. Infatti Franchi, qui orfano di Ingrassia, indossa un cappotto di cammello alla maniera del Marlon Brando della celebrata opera resa mitica dalla discussissima sequenza del burro… qui ovviamente presa in giro, oltretutto nel momento maggiormente divertente della pellicola, a firma del Nando Cicero poi divenuto maestro della Commedia sexy. Un Nando Cicero che propone un Franchi diverso dal solito, spesso in preda ad isterismi ma stavolta meno propenso a smorfie nello sfoggiare una recitazione quasi da attore “impegnato”. Fino al tango finale di un’operazione di taglio a suo modo grottesco che, in mezzo a gag con coccodrilli e cani piuttosto feroci, annovera anche un’apparizione per Jimmy il fenomeno e, nel ruolo di una regista, una Franca Valeri accompagnata da un Ugo Fangareggi cameraman.
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