Prendete un mercenario metacinematografico immortale, dissacrante e dalla parlantina irrefrenabile, aggiungeteci il mutante più burbero, cazzuto e iconico della storia, condite con sangue, violenza, demenzialità e la più grande quantità di fan service che si sia mai vista in un cinecomic e otterrete Deadpool & Wolverine.

Questo terzo capitolo della saga di Deadpool apre con il nostro “eroe” (Ryan Reynolds) alle prese con il tentativo di avere una vita normale e di entrare a far parte degli Avengers. Purtroppo il tutto non risulta possibile, ma, per fortuna, c’è il multiverso.

Stabilitosi infatti in una terra parallela, Wade Wilson (come si chiama effettivamente Deadpool) ha tutto quello che desidera: amici che gli vogliono bene e un posto fisso come venditore di automobili. Presto però scopre che tutto questo è destinato a finire. Il suo mondo è destinato a scomparire e c’è solo una persona che può impedirlo: Logan, Wolverine. Peccato che sia morto.

Deadpool viaggia quindi nel multiverso alla ricerca di un altro Logan (con citazioni fumettistiche da mandare in brodo di giuggiole), fino a trovare chi sta cercando. Trova un Logan (Hugh Jackman) devastato dal senso di colpa per aver distrutto il suo stesso mondo. E, come in Essi vivono di John Carpenter, dopo essersi massacrati di botte i due decidono di allearsi per salvare la Terra al fianco di potenti alleati (e che alleati!) contro la malvagia Cassandra Nova (Ema Corrin).

Non si può dire altro per evitare anticipazioni (e si spera che i simpaticoni dallo spoiler facile stiano buoni questa volta), però sappiate che Shawn Levy (Una notte al museo, Free guy) dirige ,senza particolari guizzi ma in maniera del tutto funzionale alla storia.

Deadpool & Wolverine è infatti uno Spider-man: No way home sotto steroidi, stracolmo di citazioni (ce ne è anche una di Old boy, vediamo se la riconoscete) e magnifici camei. Un carnevale di azione, liquido rosso, demenzialità (che purtroppo fa perdere peso alle parti serie) ed epicità che conquisterà tutti i nerd e ridarà linfa vitale ad un Marvel Cinematic Universe che comincia a dare segni di stanchezza.

Massimo Triggiani


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