Il primo uscita cinematografica di fine 2023, il secondo film di San Valentino 2024, approdano in dvd sotto il marchio CG Entertainment (www.cgtv.it) Come può uno scoglio e Romeo è Giulietta.

Entrambi commedie, una rappresenta il terzo lungometraggio interpretato dai comici televisivi Pio (D’Antini) e Amedeo (Grieco) dopo Amici come noi e Belli ciao, l’altra la seconda collaborazione tra l’attrice Pilar Fogliati e il regista Giovanni Veronesi, che per lei aveva co-sceneggiato l’esordio dietro alla macchina da presa: Romantiche.

Come può uno scoglio (2023)

Ex galeotto e tutt’altro che elegante, Amedeo si ritrova a fare da autista a Pio, avvocato figlio di un ricco costruttore appena passato a miglior vita e che, sposato con la Borromea dal volto di Francesca Valtorta – dai genitori marchesi – e padre di due bambini, è stato perfino candidato a sindaco da un gruppo di imprenditori locali.

Con Claudio Bigagli nel ruolo di un parroco impegnato nel recupero sociale di ex detenuti, come da tradizione della miglior commedia italiana è il contrasto tra i due protagonisti a fare da punto di forza alla oltre ora e venti di visione firmata dal zaloniano Gennaro Nunziante.

Un contrasto atto a simboleggiare uno scontro sociale tra la cafonaggine sfoggiata da Amedeo e un Pio debole e impacciato, nonché facilmente manovrabile e, di conseguenza, destinato a passare grazie al nuovo autista dall’essere l’”uomo di sabbia” che tutti conoscono al diventare un “uomo di scoglio”, deciso a riprendersi la vita che ha sempre desiderato, tanto da mettere tutto in discussione.

E si ride già dalla sequenza di funerale posta in apertura; man mano che, tra una serenata sulle note di Sweet Jane di Lou Reed e una festa con travestimenti da icone pop con i due protagonisti grottescamente camuffati da David Bowie e Freddie Mercury, l’atteggiamento di rivolta di Pio assume connotati decisamente rock in quella che è un piacevole e divertente road movie comprendente un’esilarante escursione presso il rifugio di un latitante e una conversazione con un piuttosto losco produttore discografico. Un road movie mai volgare e che, fortunatamente, strappa risate fregandosene in maniera chiara del sempre più stucchevole politically correct d’inizio terzo millennio.

Romeo è Giulietta (2024)

Pilar Fogliati – che si occupa anche della sceneggiatura insieme a Nicola Baldoni e al regista Veronesi – è la giovane attrice Vittoria, che, interessata ad ottenere la parte della shakespeariana Giulietta in una imminente rappresentazione teatrale messa in piedi dal grande regista omosessuale Federico Landi Porrini alias Sergio Castellitto, vistasi rifiutare il ruolo anche a causa di fatti non proprio piacevoli riguardanti il suo passato e decisa a conseguire a tutti i costi il proprio obiettivo si ripresenta al provino – con la complicità dell’amica truccatrice Gloria, ovvero Geppi Cucciari – sotto la falsa identità maschile di Otto Novembre (!!!), finendo per essere ingaggiata come Romeo.

Un magistrale Sergio Castellitto accopiato al Lori del bravo Maurizio Lombardi e preso a regalare un personaggio degno della grande Commedia all’italiana all’interno di oltre una ora e quaranta di visione che, al di là di apparizioni per Asia Argento e per il conduttore televisivo Pino Strabioli, include nel valido cast anche Alessandro Haber nel ruolo del produttore Giovanni Festa e Margherita Buy in quello di nonna, attrice a sua volta. Senza contare Domenico Diele nella parte di Rocco, fidanzato di Vittoria e che, ignaro dello stratagemma messo da lei in atto, venendo scelto nello spettacolo per fare Mercuzio non può che trovarsi in mezzo ad equivoci; come pure la influencer Gemma che, incarnata da Serena De Ferrari e affiancata da un esilarante manager romagnolo, dovrà diventare Giulietta.

Al servizio di una commedia sentimentale non priva di momenti divertenti (si pensi ai provini delle varie candidate e dei candidati) che, mirata ad affrontare più o meno metaforicamente la confusione identitaria che affligge ormai tanti ragazzi in un sempre più complicato terzo millennio, non manca ovviamente di sfruttare al massimo le doti camaleontiche della già collaudata Fogliati in uno script capace di funzionare a dovere.

Con quattro minuti di backstage quale contenuto extra.


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