Dopo aver diretto nel 2023 La guerra dei nonni, il regista e sceneggiatore Gianluca Ansanelli torna dietro alla macchina da presa per un altro lungometraggio che vede protagonista la famiglia: Come far litigare mamma e papà, liberamente ispirato a La mia famiglia a soqquadro di Max Nardari.
Miriam e Stefano, che hanno i volti di Carolina Crescentini e Giampaolo Morelli, sembrano la coppia perfetta: nella loro casa con arredi alla moda c’è sempre il sole che balugina dalle finestre. Coinvolgono il figlio Gabriele alias Andrea Condè nei cosiddetti venerdì “pizzosi” all’insegna dei giochi di società e delle visioni di film nell’unico giorno in cui con il cibo si può trasgredire con pizze, appunto, dai gusti più variegati.
I genitori di Gabriele sono solari, giovani, al passo coi tempi e, ovviamente, ecogreen, tanto che hanno in mente un progetto: trasferirsi fuori città per aprire un agriturismo cambiando totalmente stile di vita, compreso lasciare il proprio lavoro. Miriam è pronta ad abbandonare una brillante carriera da Manager, mentre Stefano vuole farla finita col vendere infissi e finestre. L’unico a non essere d’accordo è Gabriele, che dovrebbe in caso lasciare la scuola con tutti i suoi piccoli amici, tra i quali Rebecca, portata sullo schermo da Judith Schiaffino. Proprio insieme a lei escogiterà un piano per evitare tale disastro.
Il film, quindi, già anticipa nel titolo quella che è la voluntas di Gabriele e della sua amica del cuore, i quali vedono il male proprio nel troppo amore che unisce Miriam e Stefano, tanto da asserire che una coppia che si ama troppo è egoista a tal punto da non capire le esigenze dei figli. E, anzi, le troppe attenzioni ledono in particolare al loro bambino, che viene bullizzato a scuola , ove si sente un “diverso” poiché tutti i suoi compagni di classe hanno genitori separati. Rebecca a questo punto, per aiutare il suo amico, pensa di far incontrare Stefano con Amalia alias Elisabetta Canalis, bellissima mamma separata di un loro compagno di scuola, per far sì che anche lui si innamori della donna come tutti gli altri papà.
Lungometraggio senza pretese, Come far litigare mamma e papà fotografa un mondo in cui i nuclei disgregati e disfunzionali sono distruttivi a tal punto da essere bramati da chi si sente escluso avendo invece una famiglia unita. Gianluca Ansanelli rappresenta i genitori separati come persone infelici che inseguono sempre qualcosa per distrarsi dal loro stato di tristezza, camuffando il tutto con l’andare nei locali in cerca di avventure; come Oreste, padre di Rebecca incarnato da Luca Vecchi, il quale ha una moglie che, a sua volta, crede di risolvere i suoi problemi tramite la chirurgia estetica.
Viene inoltre posta l’attenzione sulle madri troppo apprensive e ossessionate dal non fare errori. Ne è un esempio Miriam, che si affida alle letture di vari manuali, soprattutto a quello scritto dallo psicoterapeuta per l’infanzia, il professor Raffaele Di Nardo, ovvero Nino Frassica; personaggio attraverso cui viene portata sul grande schermo una satira dei vari soloni di turno che pontificano nelle trasmissioni televisive.
Come far litigare mamma e papà risulta quindi essere un affresco abbastanza semplice e semplificato, anche mediante stilemi e rappresentazioni prevedibili: gli uomini che si coalizzano in palestra, le donne all’apericena, l’appartamento di Oreste, pieno di luci e di giochi vintage, che fanno riecheggiare nella memoria quello del Piero di Luca Bizzarri in Immaturi di Paolo Genovese o del Diego Dj di Lillo in Forever young di Fausto Brizzi.
Tirando le somme, però, al netto di pregi e difetti l’operazione restituisce una commedia molto semplice, ma nel complesso garbata e riuscita, evidenziando come la famiglia perfetta non esista, poiché una crepa c’è sempre. In questo caso, infatti, a far vacillare tutto basta una bugia di Stefano. Carolina Crescentini e Giampaolo Morelli risultano molto affiatati e Ansanelli pone al centro soprattutto la visione dei bambini… che hanno bisogno dei venerdì “pizzosi”, ovvero di quella routine che li fa sentire al sicuro, nonché centro caldo del nucleo familiare.
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