La cantautrice esplora il teso equilibrio tra fuga e nostalgia, trasformando il dolore di una fine in un pop moderno e romantico. Viola Thian ci racconta il cuore di “CATTIVAMOONLIGHT” e la nuova direzione della sua musica
Ciao, Viola. Da dove nasce l’ispirazione per il nuovo singolo “CATTIVAMOONLIGHT”?
Ciao! L’ispirazione nasce dalla fine di una storia, ho iniziato a riflettere sul perché fosse finita e su quello che mi stavo portando dietro, ho sentito proprio il bisogno di scrivere e di mettere in parole dei pensieri e delle riflessioni che fino ad allora esistevano solo nella mia testa.
Ci tenevo che si capisse che dentro di me si era creata una scissione, da una parte la mancanza di quella persona e la nostalgia, dall’altra il ricordo dei momenti più belli.
In questo senso la scrittura è stata estremamente liberatoria, quasi catartica.
Credi che ogni relazione si porti dietro delle ferite, piò o meno indelebili? È possibile curarle e trarne insegnamento?
Immagino che questo dipenda da tante cose: il modo in cui si è conclusa una storia, l’intensità del sentimento, il periodo della tua vita in cui accade. Però credo che in qualche modo rimaniamo sempre “segnati”, perché comunque è una persona che entra a far parte della nostra vita.
Forse non è sempre possibile curare queste ferite, ma sicuramente trarre un insegnamento dall’esperienza si, anzi mi sento di dire che sarebbe un obiettivo che potremmo sempre prefissarci. In qualunque modo finisca, bisognerebbe pensare di tirare fuori il cosiddetto “lato positivo”, magari hai imparato cose di te che prima non sapevi: cosa ti piace, cosa non ti piace, cosa ti fa stare bene. È un suggerimento questo, che sento di dare prima di tutto a me stessa!
Per quanto riguarda le sonorità, quali sono stati i generi di riferimento? Cosa ti affascina di questi?
Per le sonorità ringrazio innanzitutto Marco Iodice, che ha prodotto il brano, con il quale ho fatto un lavoro davvero certosino. È stata la prima collaborazione con lui e abbiamo lavorato molto per scegliere la palette di suoni, il mood, io ho proposto a Marco tanti riferimenti: Florence + The Machine, Fleetwood Mac, Mara Sattei, Rose Villain insomma tante cose e anche tanto diverse perché volevo carpire ciò che più mi piaceva da vari artisti.
La forza per rialzarsi e andare avanti è in ogni essere umano? Dove bisogna scavare per trovarla?
Non so se la forza è dentro ogni essere umano, a volte leggo storie di persone incredibili e penso “non sarei mai capace di una cosa del genere, di avere una forza tale”.
Immagino ci sia una strada per raggiungere questa forza, e anche che sia diversa per ognuno di noi, probabilmente è quando la vita ti mette alla prova che l’istinto di sopravvivenza ci spinge a ricercare questa forza, perché ne abbiamo bisogno.
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