Carlo Verdone, uno dei registi e attori più amati del panorama italiano, ha fatto ridere e riflettere generazioni di spettatori con i suoi film. Dalla commedia leggera ai ritratti della società italiana, Verdone ha attraversato oltre quarant’anni di carriera, segnando il cinema con personaggi indimenticabili e una satira pungente. Ospite alla serata conclusiva della quarta edizione dell’Umbria Cinema Festival a Todi, Verdone si è confrontato con il pubblico, toccando diversi temi, dal cambiamento del modo di fare commedia al peso del politicamente corretto.
“Oggi c’è un problema”
Verdone racconta come la sensibilità del pubblico sia cambiata nel corso degli anni. “Negli anni ’80, quando feci il mio primo film, Un sacco bello, si potevano prendere in giro tic, mitomanie, e modi di fare degli italiani. Oggi invece sembra di vivere in un tribunale dell’inquisizione”, dice con tono ironico. Secondo l’attore romano, il politicamente corretto ha limitato la libertà creativa e la possibilità di fare satira di costume. “Ci dimentichiamo che noi facciamo commedia, che la satira deve avere il senso della misura, ma anche il pubblico deve saper contestualizzare”, sottolinea.
Scene impensabili oggi
Alcune delle scene dei suoi film cult sarebbero difficili da riproporre oggi. “Penso alla scena di Gallo Cedrone o a quella di Compagni di scuola con il ragazzo sulla sedia a rotelle. Oggi non si potrebbero fare”, spiega, sottolineando come il clima attuale sia cambiato rispetto ai tempi in cui la commedia aveva maggiore libertà di trattare certi argomenti.
L’incontro con i grandi del cinema
Nel corso della sua carriera, Verdone ha avuto il privilegio di lavorare con grandi nomi del cinema italiano, tra cui Sergio Leone, Ennio Morricone e Alberto Sordi. “Leone mi diede uno schiaffo sul set perché non facevo la scena della telefonata come voleva lui. Mi fece un male cane, ma poi mi disse una frase che è diventata un insegnamento per me: ‘Se uno non impara a ubbidire, non saprà mai comandare’”, racconta ridendo.
Verdone ricorda con affetto anche Ennio Morricone, che compose le musiche di Un sacco bello. “All’inizio era scettico, ma poi si convinse che c’era della poesia nel film e decise di collaborare”. L’amicizia con Morricone, come quella con Gigi Proietti, ha lasciato un segno profondo nella sua carriera.
Vita da Carlo: la serialità come nuova sfida
Durante la pandemia, Verdone ha scoperto il mondo delle serie tv, con Vita da Carlo, in cui interpreta una versione romanzata di sé stesso. “Non ho recitato, ho cercato solo di essere me stesso”, spiega, parlando della libertà creativa che ha trovato in questo nuovo formato. Tuttavia, ammette che cinema e serie tv sono due cose diverse: “Il cinema ha il suo tempo, la serie è come una catena di montaggio, si corre sempre”.
Il futuro della commedia
Concludendo, Verdone riflette sul futuro della commedia italiana e sul suo rapporto con il pubblico: “Dobbiamo imparare a trovare un equilibrio tra il rispetto per le sensibilità moderne e la libertà creativa. Il politicamente corretto ha il suo posto, ma non deve diventare un freno alla satira e alla leggerezza che caratterizza la commedia”.
Carlo Verdone continua a essere una figura chiave del cinema italiano, capace di evolversi pur rimanendo fedele al suo stile unico. E il suo spirito critico nei confronti del presente, unito alla sua ironia inconfondibile, gli garantisce un posto di rilievo nel cuore del pubblico.
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