The Big Mother” è un thriller italiano che rende omaggio ai maestri del giallo degli anni ’50, come Alfred Hitchcock, Mario Bava e Robert Aldrich. Il film si svolge nella città di Torino, un palcoscenico ideale che combina barocchismo e realtà antropologiche inquietanti e affascinanti. Al centro della trama c’è un grande, ma eccentrico, Maestro del cinema, giunto alla fine della sua carriera. Egli è perso tra i dubbi sulla fede e immerso in una continua ricerca del mistero umano. Nel cast spiccano Marina Suma, Vincenzo Bocciarelli e la partecipazione straordinaria di Sydne Rome. Con noi oggi il regista Antonello Altamura, che ha saputo dirigere con maestria questo omaggio cinematografico. Il film sarà disponibile nei cinema italiani a partire dall’autunno 2025 e sarà distribuito in contemporanea su diverse piattaforme a livello mondiale.

Cosa ti ha ispirato a creare “The Big Mother” e come ha influito la tua esperienza personale sulla stesura della sceneggiatura?

“The Big Mother” è un thriller italiano che rende omaggio ai grandi Maestri come Alfred Hitchcock, Mario Bava e Robert Aldrich. Torino diventa il palcoscenico perfetto per esplorare il barocco e le realtà antropologiche inquietanti. Un anziano Maestro del cinema, in crisi esistenziale, si trasferisce a Torino per esplorare questi temi. La mia esperienza personale, incontrando persone diverse e vite non convenzionali, ha influenzato la mia percezione del bene e del male, che si riflette nelle scelte quotidiane e nel film.

Il film esplora il contrasto tra fede e materialità. Come hai affrontato questi temi durante la realizzazione del film?*

Ho affrontato i temi della fede e della materialità documentandomi e confrontandomi con scrittori di fede. La sceneggiatura è una sintesi di ciò che ho visto e sentito, riflettendo i contrasti tra ascensione e materialità presenti in ognuno di noi.

Torino è un elemento centrale del film. Cosa rappresenta questa città per te e come ha influito sull’atmosfera del film?

Torino è una città enigmatica e affascinante, con una storia ricca e un’atmosfera unica. La sua eleganza, i parchi reali e l’esotismo di alcuni quartieri creano un mix europeo e austero, che ha fortemente influenzato l’atmosfera del film.

Puoi parlarci delle influenze cinematografiche che hanno guidato il tuo lavoro, in particolare quelle di Hitchcock, Bava e Aldrich?

Ho scritto un libro su Hitchcock intitolato “I codici neri di Alfred Hitchcock”. Pur ammirando Hitchcock, mi ispiro anche a Bava e Aldrich. Aldrich esplorava la patologia dei suoi personaggi, un aspetto che condivido. Bava è un Maestro di atmosfere e volti, elementi che considero fondamentali nel cinema.

Come hai lavorato con Nicolò Fumero sulla fotografia per creare l’atmosfera gotica e desolata del film?

Nicolò Fumero, grande amico e creativo, ha curato la fotografia del film. Insieme a Francesco Lucci, ha creato la Ciak Company, uno staff giovane e preparato. Abbiamo collaborato magnificamente per creare l’atmosfera desiderata.

Il film utilizza numerosi flashback e flashforward. Qual è il ruolo di questi elementi nella narrazione?

Il montaggio ellittico con flashback è cruciale. Il film è un thriller storico e un giallo drammatico, dove il passato fornisce chiavi di lettura importanti.

Puoi dirci di più sulla scelta del cast e su come questi attori hanno contribuito a dare vita ai personaggi?

Le scelte del cast sono state ponderate. Marina Suma interpreta Cristina, un ruolo scritto appositamente per lei, data la sua preparazione e fotogenia. Vincenzo Bocciarelli è stato scelto per la sua spiritualità e profondità. Sydne Rome, con la sua esperienza, ha arricchito il film con un personaggio chiave.

Quali sfide hai affrontato durante la produzione del film e come le hai superate?

La produzione è stata difficile, con interruzioni a causa del COVID e problemi del produttore. Tuttavia, la determinazione e il supporto di Paola Amasio e dei miei vecchi amici mi hanno aiutato a superare queste sfide, portando la storia a compimento.

Come speri che il pubblico reagisca ai temi di spiritualità e crisi esistenziale presenti nel film?

Spero che il pubblico si faccia delle domande senza cercare risposte certe. Al cinema, cerco provocazioni che mi aiutino a formulare le domande giuste. La spiritualità, priva di fanatismi, aiuta a vedere nel buio del male.

Quali sono i tuoi progetti futuri dopo “The Big Mother”?

I miei progetti futuri includono principalmente la distribuzione di “The Big Mother”, che è stato selezionato anche al Capri Hollywood International Film Festival alla fine di dicembre. Inoltre, ho diretto un altro thriller sperimentale per l’estero, girato in Africa, un lavoro molto particolare a cui tengo. Infine, c’è un grande progetto da sviluppare: un giallo all’inglese, un genere cinematografico che amo perché stimola la materia grigia.

Grazie mille, Antonello Altamura, per aver condiviso con noi la tua visione e il tuo talento nel realizzare “The Big Mother”. Siamo entusiasti di vedere come questo tributo ai grandi maestri del giallo prenderà vita sul grande schermo. Ti auguriamo il meglio per l’uscita del film e per i tuoi progetti futuri. Tamara Brazzi.


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