AIN’T si racconta

AIN’T si racconta

Quest’estate AIN’T ha pubblicato il suo nuovo singolo “The Value Of Nothing”. Un brano rock come quelli del passato che se ne fregano delle regole del mercato e si lasciano andare al flusso musicale e a quello che gli strumenti vogliono davvero dire. Incuriositi ci abbiamo scambiato quattro chiacchiere!

AIN’T intervista

  1. Partiamo dal principio. Chi è AIN’T?

Un tipo politicamente scorretto che fa pezzi della madonna ma prodotti male. 

  1. Fino ad ora hai pubblicato due album e diversi singoli. Qual’è il lavoro di cui vai più orgoglioso?

L’altro giorno riascoltavo il primo EP “Lo-Fi Demo” e pensavo a quanto è figo quel disco. È un disco che rappresenta la parte grezza e campagnola di me. “Flashes, Clones & Street Motherfuckers” poteva uscire solo da una mente malata e caotica come la mia. Infatti è ancora adesso uno dei pezzi di cui vado più orgoglioso insieme a Narcissistic Christ (sempre sul primo EP). Se proprio devo dirti quali sono i miei pezzi preferiti, beh ce li ho ancora sotto forma di bozza sulla DAW.

  1. Perché scrivi musica? E da cosa prendi ispirazione?

Non lo so, forse perchè sono un narcisista al quale piace mettere in mostra i miei pensieri e le mie idee, e lo faccio tramite la musica. L’ispirazione viene da un flusso caotico e inesorabile di pensieri negativi e positivi che ho in testa durante il giorno.

  1. Ti stai preparando a suonare dal vivo i brani che hai già pubblicato e quelli che pubblicherai? Metterai su una band?

L’idea è questa si, ma solo perché porterebbe più attenzione sulla mia arte, altrimenti non muoio dalla voglia di suonare dal vivo in quanto non mi molto piace la gente e non mi piacciono le folle. Le persone vogliono sentire sempre la musica dal vivo, ma a me poco me ne frega. Preferisco spararmi la musica con le mega casse che ho sotto in studio da solo. 

  1. Cosa pensi del sistema musicale odierno?

È patetico. Si predilige sempre di più lo spettacolino piuttosto che la musica. Ma comunque essendo un punkettone il sistema musicale mi ha sempre fatto pena perché è sempre la major che sceglie cosa far ascoltare alle persone. Poi si fanno discorsi del tipo “eh ma alla gente piace questo”. No, le persone non decidono niente, sono le radio e i media che creano le mode. Se domani la major volesse far diventare di tendenza il Deathcore potrebbe tranquillamente abituare le persone a quel tipo di genere nel giro di pochi mesi. 

  1. E della musica attuale? In particolare del tuo genere, il rock?

Della vecchia guardia per me solo in pochi continuano a fare cose fighe. Delle nuove generazioni fa quasi tutto schifo. La troppa voglia di essere alternativi e di emergere in un mare spietato di concorrenza ha fatto sì che la qualità artistica si abbassasse notevolmente, cadendo nel tranello della scrittura “a tavolino”. Nell’underground trovo spesso roba figa, ma anche li un sacco di band che reputavo valide hanno iniziato fare cose più di tendenza rovinandosi la reputazione e non ottenendo alla fine niente. 

  1. Cosa ne pensi del futuro musicale e come pensi che l’intelligenza artificiale possa influire e/o cambiare le carte in tavola?

In generale penso che l’IA sia molto positiva. Anche le DAW sono dotate di intelligenza artificiale da molto tempo. Se ci pensiamo, riescono a capire come deve essere rimessa a tempo una traccia audio e ti facilitano la vita rispetto a quello che si poteva fare 50 anni fa. Per quanto riguarda i brani creati con l’IA non mi interessa perché tanto io non ne ho bisogno. Sono strafavorevole al suo continuo sviluppo così almeno arriveremo anche al punto che si creeranno software in grado di darti diversi tipi di missaggio per un pezzo. Perché io per esempio non sono ancora in grado di farlo nonostante lo faccio lo stesso per i miei brani… e poi così eviterò anche di litigare continuamente con le persone in quel settore. Programmi che masterizzano il mix già ci sono, per il missaggio invece non mi pare ci siano ancora. Spero l’inventeranno. 

https://www.instagram.com/aint_music


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