Osgood Robert Perkins, figlio d’arte del mai dimenticato Anthony Perkins, torna alla regia con Longlegs, un thriller a tinte horror rientrante film tra i film più attesi del 2024.

La giovane protagonista è un’agente del FBI, Lee Harker incarnata dalla brava Maika Monroe, che ricordiamo soprattutto per il film horror It follows diretto da David Robert Mitchell, ma anche per il recente God is a bullet di Nick Cassavetes, lungometraggio incentrato su rapimenti di infanti da parte di una setta satanica.

La “rookie” è dotata di un intuito investigativo molto particolare. Per questo motivo, nonostante la poca esperienza, viene reclutata dall’agente Carter, cui presta il volto Blair Underwood, per indagare su una serie di brutali omicidi-suicidi avvenuti nello stato dell’Oregon. I casi presentano dei punti in comune, ovvero un padre che stermina la propria famiglia, uccidendo moglie e figli, prima di togliersi la vita. Su tutti i luoghi delle stragi è stata sempre rinvenuta una lettera. La grafia non appartiene a nessun componente della famiglia e non c’è mai stata prova di intrusioni domestiche. Quel che lascia sgomenti, inoltre, è che il messaggio è scritto con un codice criptico a lettere sataniche e reca sempre la stessa firma: Longlegs. E fatti analoghi si ripetono da più di un decennio. Siamo negli anni Novanta e la giovane recluta studia il caso in maniera molto personale, cercando di non entrare troppo in empatia con colleghi e superiori, quando riesce a trovare un ulteriore punto in comune tra le vittime. Ogni famiglia aveva una figlia femmina di nove anni che festeggiava il compleanno il 14 del mese.

Nel frattempo Lee riesce con il suo sesto senso anche a decifrare il codice contenuto nelle lettere… Osgood Perkins costruisce un thriller horror che fin dalle prime battute ci fa incontrare l’autore delle missive, l’oscuro personaggio incarnato da Nicolas Cage, ovvero Longlegs. Il regista non è nuovo per il genere, dopo aver firmato titoli come February – L’innocenza del male, Sono la bella creatura che vive in questa casa e Gretel e Hansel. Il film ha un’atmosfera molto cupa, accentuata dalla bella fotografia di Andres Arochi, che rende tutto più inquietante. Altra perla è la colonna sonora composta da Zilgi, che introduce lo spettatore in un universo dominato da elementi satanici in modo affatto scontato. Suggestivi anche gli inserti dei T-Rex con i brani Jewel e Get in on in apertura e nei titoli di coda. L’investigazione richiede il tempo necessario, ma ahinoi la prima parte del lungometraggio è assai lenta prima che si arrivi al colpo di scena finale che porterà alla luce l’oscurità.

Molto suggestivo e carico di echi esoterici è il passato che lega l’agente Lee Harker al serial killer dalla sulfurea personalità, ed è ben orchestrato. Il viso truccato pesantemente di un bianco cinereo, quasi a cancellarne i connotati, e la sua voce modulata in uno stridente falsetto, rendono Nicolas Cage irriconoscibile e straordinario. Simile a una figura demoniaca, che dà la stura ad una soluzione soprannaturale. Alcuni elementi riguardanti l’indagine di un agente donna ricordano Il silenzio degli innocenti, al quale è stato giustamente accostato. Il paragone in termini di spessore è un po’ esagerato, anche se la creatura di Perkins riesce comunque a brillare di luce propria. Il film nel complesso intriga ed è ben diretto, assestandosi di diritto tra i migliori film dell’anno e il migliore del regista. Menzione speciale, infine, per l’interpretazione di Alicia Witt nel ruolo di Ruth Harker, madre dell’agente del FBI.


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