Il 24 settembre 2024 esce direttamente su Amazon Prime Video il nuovo film del regista comasco Ivan Brusa, Vi Possiamo Salvare, una sorta di thriller action ambientato in un futuro non così lontano da noi, e precisamente nel 2028. Brusa, già noto come attore, spesso a fianco del suo amico Davide Pesca, passa dietro la macchina da presa nel 2010, dirigendo tutta una serie di cortometraggi ed una web serie dal titolo A Shooting Vice.  Nel 2015 fonda, con Roberto Albanesi ed altri soci, il collettivo “Toro! Cinematografica”, i cui film sono distribuiti in dvd e su Amazon Prime Video, il più famoso dei quali è Dante va alla Guerra, per la regia dello stesso Albanesi, il quale verrà distribuito in dvd anche in America. Nel 2019 dirige il suo primo lungometraggio da regista, No Vendetta No Party,  uscito nel 2020 su Amazon Prime Video Italia e distribuito poi anche in USA e Canada. Nel 2023 esce il suo secondo lungometraggio da regista, Faccio una strage (al 75%), uscito su Amazon Prime Video e distribuito anche questo in USA e Canada ma anche in Australia e Messico. Vi Possiamo Salvare è quindi la sua terza opera da regista, e Brusa continua il connubio tra action, ironia ed elementi gore che caratterizza il suo cinema fin dal principio. Il soggetto e la sceneggiatura sono dello stesso Brusa, che si occupa anche del montaggio, mentre gli effetti speciali sono di Davide Pesca, che ha anche uno spassoso cammeo nel film.

Anno 2028: nell’esclusiva clinica della giovane dottoressa Lombardi, alla quale chi si avvicina per caso viene immediatamente ucciso, è in cura una coppia di giovani, Arianna e Julian. I due affermano di essere spie governative, e il compito della dottoressa è farli tornare alla realtà togliendo loro dalla testa queste idee strampalate. Tuttavia i metodi usati nella clinica sembrano tutto tranne che ortodossi: vige l’uso della camicia di forza, della violenza più ostentata, ed i pazienti sono costretti ad ingurgitare grosse dosi di psicofarmaci ed a lavarsi all’aperto completamente nudi. I due sono quindi vittima di frequenti visioni, che non fanno altro che confondere la realtà nelle loro menti: saranno veramente due spie, due killer spietati, come essi sostengono, o semplicemente due malati mentali mitomani che devono solo essere curati per potersi reinserire nella società?

Brusa fin da subito condisce la pellicola con l’ironia che lo contraddistingue: due cacciatori si ritrovano per caso nel bosco prospiciente la casa di cura, e vengono barbaramente uccisi da una giovane dai capelli rossi, Minerva; la scena non avrebbe nulla di ironico, ma il regista riesce a ben mischiare il gore delle uccisioni con il comico/grottesco di certe espressioni e battute dei tre attori, soprattutto del bravissimo Paolo Salvadeo, che ricordiamo in molti lavori di genere, spesso al fianco del regista Paolo Del Fiol. La pellicola si colloca subito in un certo tipo di cinema in qualche modo distopico, anche se non siamo certo in scenari post apocalittici o roba simile, ma le menti inebriate da droghe di ogni tipo vengono rese attraverso la distorsione delle immagini, portandoci subito in un universo onirico che un po’ contraddistingue anche il cinema di Davide Pesca. I protagonisti sembrano vivere in più mondi stratificati, tanto che non siamo mai sicurissimi se quello che stiamo guardando è reale o frutto della loro immaginazione disturbata. Spesso non si capisce nemmeno se quelli che ci scorrono davanti agli occhi siano flashback o non si tratti invece solo di sogni dei due protagonisti ricoverati nella clinica. Le musiche di Francesco Tresca aiutano a sottolineare l’atmosfera straniante in cui Julian e Arianna si trovano costretti a vivere, vi sono spesso scene mute nel film, ed è proprio la musica, allora, a divenirne protagonista, giocando un ruolo di primaria importanza in tutta la pellicola, cosa non sempre comune nel cinema di genere italiano odierno. Belle ed azzeccate anche le riprese col drone e la nitida fotografia di Nicolò Tagliabue, che esalta il territorio lombardo dove il film è stato girato: le principali location sono infatti i paesi di Lomazzo, Caslino al Piano e Cirimido, in provincia di Como, e Saronno ed Uboldo in provincia di Varese.

Ivan Brusa, nei panni di Julian, e Emma Padoan, in quelli di Arianna, sono una coppia tanto innamorata quanto sensuale, determinata, senza alcuno scrupolo. Lui ci regala un paio di nudi integrali posteriori che mettono in risalto tutto il suo fascino statuario, lei si mostra in un seduttivo vedo/non vedo nella scena della doccia, che è quella a maggior tasso erotico del film, pur senza mostrare nulla di scabroso o esplicito. I due attori sono molto bravi a mettere in gioco il legame d’amore e sesso che li unisce, senza mai scadere nel triviale. Per Arianna sembra che Brusa avesse in mente l’iconica Mallory Knox, interpretata dalla favolosa Juliette Lewis, del cult di Oliver Stone Natural Born Killers, un po’ svampita, molto sexy, e altamente letale, con un gusto innato per torture, uccisioni e sangue. Per Julian invece non si può azzardare il confronto col Mickey Knox di Woody Harrelson, perché non si tratta del fulcro forte della coppia, sembra invece quasi essere sottomesso al carisma ed all’energia irrefrenabile della sua partner. Tuttavia sicuramente il capolavoro di Stone è servito da base per la costruzione di questa strampalata coppia di assassini, veri o presunti che siano. Nel cast si segnalano, oltre ai due simpatici cammei di Paolo Salvadeo e Davide Pesca, nei ruoli di un cacciatore e di una guardia della blindatissima struttura, la brava Noemi Bertoldi nei panni della dottoressa Lombardi, attrice che troviamo al fianco di Pierfrancesco Favino nel bellissimo thriller di Andrea Di Stefano L’Ultima Notte di Amore del 2023, e, in un piccolo ruolo, l’attore Alessandro Davoli, volto noto agli amanti del genere italiano per aver partecipato a opere di Davide Pesca, Alberto Bogo e Brace Beltempo, tanto per citarne qualcuno. Nel ruolo dell’hacker Marcello Cosser troviamo l’attore lombardo Davide Colavini, apparso nella serie televisiva del 2013 Gomorra, della regista Francesca Comencini, mentre in quello del padre di Arianna troviamo l’ex calciatore, attore e regista teatrale Daniele Giulietti. Insomma, un bel cast, diretto alla meglio da Brusa, che deve pensare anche a caratterizzare il suo personaggio, che è uno dei due protagonisti del film. Personalmente trovo che, a meno che non ci si chiami Clint Eastwood, il regista dovrebbe cercare di limitare il più possibile il ruolo di attore nei suoi propri film, limitandosi magari a qualche cammeo o comparsata, ed incentrando invece tutte le sue energie sulla regia, soprattutto quando si tratta di progetti low budget come questo. Insomma, le buone intenzioni si vedono, ma trovo che nel film emerga più il Brusa attore che quello regista, e non so se questo sia quello che egli voleva ottenere.

Molto divertente la parte delle citazioni cinematografiche, tutte squisitamente distorte, che Brusa si diletta a mettere in bocca ai suoi personaggi. Quando Julian, ad esempio, parla con Due, la guardia che lo ha in custodia e che non perde occasione di malmenarlo ed umiliarlo, gli grida in faccia “ sei solo pillole e distintivo!”, scherzando sulla storica battuta che Al Capone rivolgeva a Eliot Ness ne Gli Intoccabili di Brian De Palma (1987) “sei solo chiacchiere e distintivo!”; quando Minerva, quasi in conclusione d’opera, incontra i due prigionieri in fuga, si rivolge ad Arianna armata dicendole “quando una donna con la pistola incontra una donna col fucile, quella con la pistola è una donna morta”, declinando al femminile la celebre battuta che Joe lo straniero (Clint Eastwood) pronuncia in Per un Pugno di Dollari di Sergio Leone (1964). E, a proposito di citazioni, questa volta decisamente horror, chi non ha visto nel personaggio con la maschera a sacco, che appare frequentemente negli incubi di Julian, un omaggio all’iconico Sam dell’horror Trick’r Treat di Michael Dougherty (2007) o, maggiormente, all’inquietante bambino mascherato del bellissimo The Orphanage di Juan Antonio Bayona (2007)? Ovviamente qui il tenore dell’incappucciato è completamente diverso, ma visivamente il raffronto ci sta tutto.

Insomma, Brusa si diverte un mondo in questo suo terzo esperimento filmico, e ce lo dà ampiamente a vedere, ed anche se, ovviamente, sono tanti e ben visibili i limiti imposti dalla produzione low budget, tuttavia la squadra affiatata e l’amore per il genere vengono fuori e concorrono a rendere questo Vi Possiamo Salvare senz’altro un film piacevole con cui passare una serata, e capace anche, tra una risata e l’altra, di far riflettere su alcuni aspetti della psicologia umana. Sembra, in effetti, che Ivan si sia affezionato a Julian ed Arianna, e dopo una chiusa  piuttosto inaspettata, che coinvolge anche un altro personaggio interessante del film, che non nomino per non spoilerare, ci saluta con la scritta finale “Continua”, facendoci presagire che forse, in futuro, avrà ancora voglia di cimentarsi con questi due strampalati “assassini nati”.

Mi sembra doveroso concludere con una riflessione dello stesso regista riguardo alla sua opera: “Penso di aver girato un film diverso dal solito dove si dicono cose che generalmente nei film non si possono dire. Non ho remore a riguardo, essere un regista libero da condizionamenti è il mio pane quotidiano e spero che il pubblico apprezzi questa cosa e si goda il film uno per divertirsi ma due anche per cominciare a pensare con la propria testa”. Ed è proprio con questi due occhi diversi che bisogna guardare il terzo lungometraggio di Ivan Brusa, così da poterlo comprendere e, perché no, apprezzare fino in fondo.

https://www.imdb.com/title/tt32768272


2 risposte a “Vi possiamo salvare: gli “assassini nati” di Ivan Brusa”

  1. Avatar Clelia
    Clelia

    Ma possiamo dire che é solo un film di merda, girato e recitato peggio? e dai

    1. Avatar Ilaria Monfardini
      Ilaria Monfardini

      No, direi che non mi pare carino. Esprimere la propria opinione sì, ma sempre con educazione.

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