Il francese Cédric Kahn dirige Making of, un film che narra tematiche molto interessanti che si intersecano tra loro attraverso un racconto metacinematografico che rammenta il capolavoro di François Truffaut Effetto notte.
Interpretato da Denis Podalydes, Simon è un regista politicamente impegnato che porta in scena la precaria condizione di alcuni operai di una fabbrica, i quali rischiano di perdere il lavoro.
Oltre alla messinscena Simon deve preoccuparsi di far fronte ad un problema riguardante le esigenze della produzione, che vorrebbe un lieto fine per il film, obbligandolo a riscrivere la sceneggiatura pena il ritiro dei finanziamenti. Ma il regista è inamovibile e si trova anche a dover gestire attori che si sentono delle prime donne. Simon promuove una comparsa, Joseph alias Stefan Crepon, affidandogli il compito di girare il backstage del film.
La commedia diretta da Cédric Kahn tratta in maniera molto realistica sia la storia della crisi irreversibile di una fabbrica e il destino amaro dei suoi operai, sia le difficoltà di un set cinematografico a cui mancano i finanziamenti. Per questo si scontrano anche attori famosi e maestranze. Gli uni si possono riassumere nella figura del protagonista Alain, che ha il volto di Jonathan Cohen, pronto a fare a meno del compenso pur di terminare il film, al quale tiene per le importanti tematiche sociali; ma è solo una facciata, disinteressandosi al tempo stesso dei tecnici ed elettricisti, i cui salari già bassi rischiano di non essere nemmeno erogati.
Making of è cinema nel cinema, racconta la realtà di universi che si intersecano in una commedia divertente che non lesina di soffermarsi con ironia su argomenti più seri e sempre di attualità. Non manca nemmeno il tempo per raccontare una storia d’amore che nasce proprio durante le riprese del film: quella tra Joseph e la Nadia incarnata da Souhelia Yacoub, unica attrice, anche lei protagonista, a tener testa ad Alain.
Nel lungometraggio di Cedric Kahn ogni storia trova la sua giusta collocazione per far emergere la reale essenza del lungometraggio, ovvero come il cinema sia una sorta di droga, quella cosa che si mangia tutto e di cui non si può fare a meno, anche attraverso numerose difficoltà. Come Simon che, proprio per aver dedicato tutto se stesso a tale passione, ha messo a repentaglio il proprio matrimonio. Stessa cosa per il giovane Joseph, che con l’occasione di girare il backstage della pellicola ha capito di voler lasciare il lavoro nella pizzeria di famiglia, seguendo la sua passione, grazie anche al sentimento che prova per Nadia.
Altra peculiarità di Making of è proprio insita nel girato di Joseph, che mostra al regista una sorta di cortometraggio che ridà entusiasmo a Simon e, al tempo stesso, impreziosisce il lavoro di Cédric Kahn. Un lavoro che brilla anche sul fronte della sceneggiatura, davvero molto raffinata, firmata dallo stesso regista insieme a Fanny Burdino e Samuel Doux.
Su alti livelli si piazzano poi la fotografia di Patrick Ghiringhelli e lo strepitoso montaggio di Yann Dedet, che ha esordito nel 1971 proprio in un film di François Truffaut: Le due inglesi.
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