Il male non esiste
Dopo il clamore ottenuto con la sua opera datata 2021 Drive my car, premiata nei maggiori palmares del mondo (da Cannes agli Oscar), il regista Riûsuke Hamaguchi torna due anni più tardi a raccontare agli spettatori di verità umane a noi lontane, approfondendo discorsi che possono arricchire il sapere di chiunque.
Il film in questione è Il male non esiste e porta in scena Takumi (Hitoshi Omika) e sua figlia Hana (Ryö Nishikawa), i quali vivono in una campagna sita nella zona di Mizubiki, un paesino nella prefettura di Nogano e non lontano da Tokyo, avvolti nella natura e nel silenzio del luogo. Un giorno irrompono nella zona Takahashi (Ryũji Kosaka) e Mayuzumi (Ayaka Shibutani), rappresentanti di una ricca azienda interessata a costruire un glamping nel bosco, ovvero un albergo caratterizzato da elementi tipici del campeggio, ma con l’aggravante di dover fabbricare una fossa asettica distruggendo una parte della zona adibita all’abbeverarsi dei cervi, inquinando di conseguenza la limpida acqua che scorre nel posto. Ovviamente Takumi e gli altri residenti locali si oppongono a ciò e fanno di tutto pur di andare contro il volere della potente azienda, che alla fine decide di chiedere all’uomo stesso di entrare nel progetto di glamping per dare qualche consulenza. Il tutto, però, senza valutare le imprevedibili conseguenze del caso.
In una visione che avvolge lo stesso spettatore nella magnificenza e la silenziosa armoniosità della natura, Hamaguchi con Il male non esiste ci parla di rapporti umani messi a confronto con l’ecologia, di come gli uomini, pedine di un grande paesaggio verde, possano scontrarsi in punti di vista agli antipodi e trovare ugualmente un senso all’avanzare del tempo.
Il film è un chiaro attacco contro quelle menti che lucrano sulle bellezze naturali e le manipolano per i loro interessi; il tutto inscenando una trama fitta di momenti emblematici e significativi (si pensi al lungo incontro tra i rappresentanti e gli abitanti di Mizubiki), ma senza rinunciare che sia la stessa natura a parlare tramite i suoi suoni e il continuo scroscio dei ruscelli Scelta stilistica e registica, questa, che Hamaguchi sfrutta con grande fascino e professionalità.
Inoltre, non è solo il desiderio di parlare di ecologismo a smuovere l’importanza de Il male non esiste, ma anche quello di descrivere pensieri e osservazioni umane nel contesto sociale odierno, diviso tra persone che per vivere devono anche affrontare lavori non graditi (la situazione dei due rappresentati Takahashi e Mayuzumi) e altre che hanno deciso di accettare l’allontanamento da leggi che sono ben distanti dal rispetto della natura (sia ecologica che umana).
Definire Il male non esiste un film essenziale per i tempi che corrono è quindi poco, considerando soprattutto il messaggio di speranza che lancia tra le righe di un grido di aiuto nel rispetto della costante umana e naturalistica.
Lodato al Festival del Cinema di Venezia nel 2023 con un Leone d’argento per il Gran Premio della Giuria, il film è edito in blu-ray grazie a CGHV (www.cgtv.it) con il trailer quale contenuto speciale.
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