“Tutto quello che vuoi” il nuovo singolo di Giuseppe Cucè riflette sulla nozione del libero arbitrio donato da Dio all’uomo, sottolineando la responsabilità personale delle nostre scelte. La vita e la sorte della stessa quindi è nelle nostre mani; siamo dotati per natura di una coscienza in grado di esprimere delle scelte. Se agiamo correttamente ne siamo gratificati, mentre se invece scegliamo il contrario, ecco i rimorsi o il senso di colpa. La nostra esistenza, quindi, risponde alle conseguenze delle nostre scelte; quindi, possiamo anche scegliere il male, senza dare retta alla coscienza che per natura si orienterebbe verso il bene, siamo noi artefici del nostro destino e certamente non succubi o in sua balìa.
In “Tutto quello che vuoi”, hai esplorato la nozione di coscienza e scelta morale. Come vedi il ruolo della musica nel promuovere la riflessione etica?
La musica almeno per me è uno strumento per comunicare ed esternare emozioni e riflessioni, ognuno sceglie come utilizzarla, alcuni la scelgono per non riflettere e per lasciarsi andare, altri invece come me preferiscono utilizzarla come terapia, come chiave di lettura della propria vita, come valvola di sfogo delle proprie emozioni.
Giuseppe, hai parlato molto del concetto di libero arbitrio e responsabilità. Come pensi che queste idee influenzino il modo in cui vivi la tua vita quotidiana, al di fuori della musica?
Ho sempre cercato di comprendere alcuni concetti fondamentali, come il libero arbitrio e la libertà. Con (Tutto quello che vuoi) cerco di esplorare le possibilità di scelta di ognuno di noi. Quanto queste scelte siano veramente dettate da noi stessi e quanto invece le stesse siano condizionate dall’esterno.
Succede spesso che ci lasciamo andare seguendo la corrente, come succede spesso che quando non riusciamo a determinare e compiere un percorso preferiamo conferire la responsabilità al destino avverso, siamo noi gli artefici del nostro destino nel bene e nel male, e certamente lo non troviamo scritto sulle stelle il percorso da seguire, è unicamente nostra responsabilità il suo successo o il suo fallimento.
La collaborazione con Gianluca Scalia per il videoclip di “Tutto quello che vuoi” è stata chiaramente fruttuosa. Come è nato questo sodalizio artistico?
Con Gianluca abbiamo già collaborato con il precedente video, già da quell’occasione è nata una grande fiducia e soprattutto una grande comprensione. Ero certo che avrebbe saputo decifrare il mio testo e che avrebbe dato ad ogni parola la sua giusta immagine.
Parlando di maschere, come vedi il rapporto tra autenticità e performance nella tua carriera musicale?
Le maschere sono quelle parti di noi stessi e della nostra personalità che a volte a seconda delle situazioni indossiamo, chi siamo realmente? Quale parte di noi esterniamo perché costretti da un evento esterno? Il porsi queste domande mi ha portato a descrivere nel video una parte fondamentale della canzone stessa, quanto di noi è reale nel mondo che viviamo e quanto invece è edulcorato da una società sempre più esigente e costringente.
La tua musica sembra spesso sfidare lo status quo. C’è un messaggio particolare che speri di trasmettere attraverso la tua arte?
Il Messaggio che vorrei trasmettere con la mia musica è quello di non omologarsi, di esaltare le proprie diversità e soprattutto di avere sempre il coraggio di “essere” con il giusto rispetto per sé stessi e per gli altri.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e come pensi di continuare a esplorare temi profondi nella tua musica?
Nel mio prossimo futuro c’è sicuramente la musica, stiamo completando la realizzazione di un nuovo Album che sicuramente uscirà presto, e che inizierò a suonare per i Club. Per quanto riguarda la mia musica i temi che continuerò ad affrontare saranno dedicati alla vita e a noi essere umani in tutte le sue complessità.
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