E’ uscito da poche settimane “Mattias”, il nuovo singolo del rapper Matti Ratti. Un brano che è come un dialogo tra le sue diverse personalità, tra i suoi due mondi.
Matti Ratti si racconta
“Mattias” è una canzone molto intima. Cosa ti ha spinto a scrivere un brano così personale?
Mi ha spinto il fatto di aver capito che a volte la parte più intima di se stessi ha voce e che va ascoltata di tanto in tanto.
Il titolo della canzone richiama il tuo nome di battesimo. Quanto di Mattias c’è in Matti Ratti e quanto di Matti Ratti c’è in Mattias?
Con gli anni ho imparato che un artista deve essere diverso quando performa e crea musica, bisogna essere reali nella musica che si fa , portando contenuti che fanno parte della tua vita o raccontando come ti senti in seguito a alcune vicende, però a volte è meglio tenere separate queste due cose, per concludere direi che in Matti Ratti c’è la parte più esplosiva di Mattias e in Mattias c’è la parte più riflessiva di Matti Ratti.
Nel 2016 hai pubblicato il tuo primo EP “Sospirito” in autonomia. Come ti senti ora, guardando indietro a quei primi passi nella tua carriera?
Cambiato sicuramente. Ora faccio musica sapendo meglio cosa sto facendo ma sicuramente con la stessa fame di quando ho fatto sospirito, è cambiata sicuramente una cosa importante, allora ho fatto il mio EP per esplorare/capire e divertirmi con questa musica, ora quando mi concentro sulla musica e perché ne ho bisogno.
Hai collaborato e aperto concerti per artisti noti del panorama rap italiano. Qual è stata la collaborazione o l’esperienza dal vivo che più ti ha segnato e perché?
La volta che mi è piaciuta di più e stata sicuramente la prima apertura al gruppo “Maci’s Mobile” dalle mie parti sono delle leggende e radunano 1000/1500 persone alle feste in città , quella volta ho rappato davanti ha tantissima gente e mi sono sentito molto potente.
Come pensi che la tua musica si sia evoluta dal tuo primo EP fino ad oggi?
Come si è evoluta la mia musica? È rimasta la stessa! Amando il suono che mi ha formato, solo che è migliorato tutto il contorno.
Che consiglio daresti ai giovani che, come te, provengono da realtà con poche opportunità artistiche e sognano di fare musica?
Consiglio di credere nel potere che ha la musica e di capire da subito che non per forza si fa musica per essere come le persone che vedi sui social, ma che la si fa per dare uno scopo, un messaggio e trasformare in rima il tuo stile di vita, quando hai poche opportunità a volte è meglio crearsele.
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