Il regista Joshua John Miller dirige l’esorcismo – ultimo atto con protagonista Russell Crowe , che veste i panni di Anthony Miller , un attore che deve interpretare un prete esorcista, per  sostituire un collega , morto in circostanze misteriose proprio durante le prove del film. Per Anthony è l’occasione del riscatto, ricevuta dopo essersi disintossicato dall’alcool, e nel frattempo sta anche ricucendo un difficile rapporto con Lee, la figlia adolescente, portata in scena da Ryan Simpkins. Durante i primi giorni di riprese, sul set accadono strani incidenti, che per puro caso non provocano danni allo staff e agli attori.

Col passare dei giorni però, Anthony inizia ad essere tormentato dal suo passato oscuro, che lo porta al limite, mettendo di nuovo in pericolo la sua carriera, anche per attriti con gli altri attori e attrici del film, come nel caso di Blake Holloway , la ragazza che interpreta  l’indemoniata nella pellicola che stanno girando, cui presta il volto Chloe Bailey. Parallelamente sinistri e inspiegabili fenomeni continuano ad accadere durante le riprese.

Il susseguirsi di tali episodi diventa sempre più inquietante, facendo pensare che qualcosa di terrificante stia per accadere.

La pellicola omaggia in maniera palese l’esorcista di William Friedkin, partendo dalla ricostruzione fedele della casa di Chris e Regan MacNeil, fino agli incidenti misteriosi di cui molto si è parlato, accaduti realmente sul set del 1973. Altra similitudine degna di nota intercorre tra Chris MacNeil e Anthony Miller che impersonano entrambi degli attori. I parallelismi non finiscono qui, ne è d’esempio anche la fotografia nelle scene topiche, davvero molto simile.

La pellicola diretta da Joshua Miller ha comunque spunti interessanti, soprattutto riferiti al passato di Anthony che presentano una peculiarità degna di nota, come il tema della pedofilia, e nel modo in cui viene trattato è sicuramente coraggioso, nel film c’ è anche un’incursione meta-cinematografica, e un quid pluris di politicamente scorretto.

Per quanto concerne i difetti va considerato un ritmo lento e con qualche jump scare inutile a cercare di dare una scossa in più, ma ci sono scene che spiccano per originalità ed efficacia, con cui il regista si fa perdonare, ma la preparazione in attesa del momento clou, provoca una sorta di già visto.

Una pellicola tutto sommato interessante l’esorcismo – ultimo atto, nonostante alcune carenze, che non lo fanno certo entrare nel gota delle pellicole horror demoniache, e nemmeno tra le migliori più recenti come il Rito, film del 2011 diretto da Mikael Hafstrom.

Menzione anche per le interpretazioni di buon livello, su tutti Russel Crowe, che fornisce una prova convincente, e particolarmente sentita, si ha la percezione che i tormenti relativi all’alcool del suo personaggio, esprimano anche il suo inferno personale, in più sembra a suo agio oramai nel genere horror, dopo aver interpretato nel 2023 anche l’esorcista del Papa di Julius Avery.

Fabrizio Battisti


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