Abbiamo intervistato il cantautore Ribes riguardo al suo ultimo singolo “Clienti”. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Clienti” presenta un sound pop elettronico con richiami agli anni ’90. Come hai lavorato per ottenere questo mix unico?
In realtà il brano è nato su un pianoforte ed era arrangiato inizialmente come ballata! Solo successivamente ho introdotto le parti di synth e la ritmica dance attuale. Molto sonorità attingono anche dagli Anni Ottanta. Il risultato finale mi è piaciuto molto e l’ho mantenuto.
Il ritornello di “Clienti” è molto incisivo. Puoi spiegarci il significato dietro le parole “non c’è tempo per parlare, vogliam tutti fatturare”?
Sono parole che esprimono la profonda disumanizzazione di molti rapporti umani al giorno d’oggi. Il ritornello sottolinea alcuni concetti base: la cronica mancanza di tempo di molte persone e l’onnipresente fretta, la quale prelude infine a questa ‘impossibilità o inutilità del parlare’. ‘Vogliam tutti fatturare’ invece universalizza il concetto del desiderio di profitto, lo rende cioè desiderabile per ogni persona ergendolo quasi a vanto, ad obbiettivo di cui essere fieri, al di la di ogni ragionevole dubbio.
Hai iniziato a pubblicare i tuoi brani su Facebook prima che su Spotify, una scelta piuttosto innovativa. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
Facebook alcuni anni fa era molto diverso da quello attuale ed è stato uno dei primi social ad avere successo, dunque al tempo è stata una scelta naturale, anche perché Spotify non ricopriva ancora la posizione dominante di oggi, perché il download di brani in mp3 era ancora molto diffuso. Ora lo streaming è la norma e io mi sto adeguando ad essere presente anche su altri social e non solo su Facebook, che comunque mi dato moltissime soddisfazioni.
Nella tua musica parli spesso di esperienze quotidiane e frustrazioni comuni. Quanto di te stesso metti nei tuoi testi?
C’è moltissimo di me stesso nei testi ma non tutto! Ad esempio ho scritto un brano dal titolo ‘Indebitato’ pur essendo molto distante dall’essermi mai trovato in una situazione del genere. Diciamo che cerco appena posso di mettermi nei panni degli altri e di osservare le cose da più punti di vista.
Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera fino ad ora?
Non c’è stato un vero e proprio momento più gratificante di altri, io amo le piccole cose, i piccoli passi, gli obbiettivi raggiunti con fatica nel tempo, e considerando ciò, anche un piccolo apprezzamento della mia musica da parte di chi, prima non mi conosceva, per me è una piccola grande gratificazione.
Lascia un commento