Francesco Tambasco è uno dei destinatari delle 15 Medaglie d’Oro, la massima onorificenza che il Comune di Milano conferirà sabato 7 dicembre 2024, in occasione della festa di Sant’Ambrogio, presso il Teatro Dal Verme di Milano (via San Giovanni sul Muro 2). La prestigiosa cerimonia è riservata a chi si è distinto dedicando la propria vita al bene comune: uomini, donne, associazioni e organizzazioni che hanno dato un contributo speciale alla città di Milano.

Abbiamo intervistato il Presidente Tambasco e gli abbiamo posto alcune domande:

Presidente Tambasco, quale emozione si prova nel ricevere questa importante onorificenza?

L’emozione è tanta, è un grande onore ricevere questo prestigioso riconoscimento inaspettato. Tuttavia, credo che l’emozione vera rimanga quella di vedere il volto sorridente delle persone che ricevono anche un piccolo aiuto.

A chi dedica questo premio?

Lo dedico innanzitutto alla mia famiglia, a mia moglie, ai miei figli, alla mia mamma e a mia zia che ci hanno lasciato, a tutte le persone che mi vogliono bene, poi a tutti i volontari della Misericordia di Pisciotta, di cui sono presidente onorario, e al loro governatore dott. Aniello Marsicano, alla gente del mio paese e a tutti i volontari e dipendenti di Ata Soccorso OdV.

Chi è Francesco Tambasco?

Sono nato nel 1957 a Pisciotta, un piccolo paese nel Cilento in provincia di Salerno. Mia madre era originaria dell’ex Jugoslavia. Ho vissuto la mia infanzia con i miei nonni in una famiglia molto povera, ma piena di umiltà e generosità. La mia famiglia mi ha sempre insegnato che nella vita bisogna aiutare chi sta peggio di te. Ho iniziato a donare il sangue a soli 17 anni e ho sempre cercato di donare tutto ciò che potevo a chi era in difficoltà, senza mai guardare il colore della pelle o la religione. Siamo tutti esseri umani, siamo solo ospiti su questa terra, nulla ci appartiene e nulla porteremo via con noi. L’importante è lasciare un buon ricordo di ciò che abbiamo fatto.

Cosa farà della sua vita dall’8 dicembre in poi?

Non cambierà nulla in me; questo prestigioso riconoscimento sarà solo un punto di partenza, sicuramente uno stimolo in più per fare sempre meglio. Non può essere un punto di arrivo.

Presidente, siamo onorati di averla conosciuta e ancora complimenti per la sua missione di vita.


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