Sembra di fluttuare senza mai un approdo certo e programmato. Parando di bellezza ho come l’impressione l’aspetto sensoriale non sia solo una cifra stilistica quanto più una colonna vertebrale di questo suono. Sono i PoST che tornano in scena con un terzo disco di inediti dal titolo “Ten Little Indies”. Aspetti sensoriali per niente secondari anche dentro i video che la rete ci restituisce… si va per immagini e simbologie…

Noi iniziamo sempre parlando di bellezza… e per i PoST? Che significa bellezza?
Ottima prima domanda! Bellezza è una precisa combinazione di momento, situazione, elementi sensoriali che stimolano la produzione elevata di serotonina ed altri ormoni in un individuo.
Sembra una banalità, ma provate a guardare un tramonto d’estate in campagna in questi anni, se ne avete il tempo: sarete pienamente d’accordo con noi.

E la vostra dimensione di bellezza ha anche una collocazione geografica? Io ci vedo molta Inghilterra…
Per collegarci alla metafora sopra citata, la campagna inglese in effetti ha portato alla luce molti artisti degli scorsi decenni.
Non ironicamente parlando, tuttavia, negli anni prima dell’uscita di Ten Little Indies ci siamo lasciati coinvolgere dal suono della moderna Albione (i brani sono anche stati mixati a Londra da Pietro Cavassa), seppur ammiccando parecchio anche a situazioni d’oltreoceano. Speriamo non se la siano presa, insomma.

Il vostro suono resta fermo, in contemplazione quasi fosse uno shoegaze metropolitano. In cerca di bellezza? Cosa osserva? Se vi ritrovate dentro la mia impressione…
In tempi antichi ci dissero che l’efficacia dei PoST era suddivisa nelle varie tracce. Nel nostro ultimo album c’è una discreta uniformità: tutto si sviluppa passando da un riff a una rullata, dando l’idea di essere cristallizzato nei minuti di riproduzione.
Tuttavia il tempo scorre inesorabile: forse la bellezza di una canzone può essere individuata nei pochi attimi fra un verso e l’altro.

Parafrasando il titolo del disco: l’India o l’indipendenza è la nuova America?
Abbiamo voluto giocare con il celebre titolo nella declinazione plurale di “indie”, coerentemente all’impronta musicale ed organizzativa di questa fase della nostra carriera. “Indies” al plurale ha tuttavia anche l’intento di definire gli “indi-vidui” che sono, in tutta sostanza, i soggetti dei brani.

Tornando alla bellezza: dieci piccoli frammenti di bellezza da trovare nella vita di tutti i giorni? Cosa sono queste canzoni?
Pur non essendo un concept album, queste canzoni hanno in comune un’esperienza, un frammento emotivo in un certo punto dell’esistenza.
La bellezza che ci possiamo individuare, in gran parte delle singole esperienze, è un punto di arrivo o di riflessione, su quanto narrato nelle singole vicende.
Da immaginarla come una passeggiata, alla cui fine si trova una spiegazione a quanto visto lungo il percorso.


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